Sabato 18 maggio alle ore 17.30, presso la pinacoteca del museo civico di Crema e del cremasco, verrà inaugurata la mostra Nuove acquisizioni, dedicata ai pittori Angelo Bacchetta, Eugenio Giuseppe Conti e Gianetto Biondini. Sarà possibile ammirare le opere, gratuitamente, fino a domenica 28 luglio. In anteprima alla stampa, sono stati presentati gli autori e i quadri esposti, dai tre curatori: Alessandro Barbieri, Alessandro Boni e Gabriele Valesi. Un un’atmosfera quasi surreale, poche volte si ha la fortuna di immergersi in un museo vuoto per poter scoprire e ammirare l'arte. “L’inaugurazione di una mostra è come un fuoco d’artificio", ha commentato Silvia Scaravaggi, responsabile dei servizi culturali cittadini: "Si consegna un patrimonio alla città, capace di produrre nuova cultura”.
Custodire il passato
Nuove acquisizioni è una rassegna con la quale il museo vuole mettere l’accento su opere arrivate grazie a donazioni, comodati e acquisti diretti. La mostra ha lo scopo di dare valore alle recenti aggiunte, apprezzandone l'importanza culturale e artistica, nonché di ringraziare pubblicamente chi ha concesso le proprie opere, un atto di nobiltà, capace di garantire al museo la sua funzione di custode del passato e promotore della cultura. Come spiegato dai curatori: “Tra il 2023 e il 2024 il Museo di Crema è stato scelto come depositario di alcuni notevoli dipinti di famiglia, giunti tramite un comodato e ben due donazioni. A testimonianza della scientificità e della serietà con cui l’istituzione cremasca esercita le sue funzioni di salvaguardia e valorizzazione, confermando al contempo il suo ruolo fondamentale di referente culturale”. La mostra proporrà al territorio importanti opere del panorama pittorico cremasco ottocentesco e novecentesco.
Angelo Bacchetta
Ad aprire la mostra saranno la 11 opere di Angelo Bacchetta, concesse in comodato da Vittorio Bozzo. “I lavori esposti del pittore cremasco – ha spiegato Gabriele Valesi – attraverso un percorso cronologico dell’allestimento, permettono di seguirne le evoluzioni stilistiche. Le prime due opere in pendant, intitolate Ritorno dal pascolo e Cucina, studio dal vero, si rifanno al suo periodo post accademico, riconducibili allo stile dei Macchiaioli fiorentini. A seguire, una triade di carattere moralistico religioso: Carità, I due frati vinattieri e Due monache in un chiostro; rappresentano il suo periodo romantico. La donna che stende i panni, Le galline nell’aia, La dama vestita di bianco e La dama con fiori seduta si rifanno alla sua fase più realista e naturalista. Ci sono poi opere di carattere diverso: due bozzetti, il primo raffigura la gloria si santa Teresa d’Avila, il secondo la gloria dei santi Vito, Modesto e Crescenzia”.
Eugenio Giuseppe Crotti
La parte intermedia di Nuove acquisizioni è composta da quattro opere provenienti da San Felice Circeo, donate da Cristina Crotti. Tre quadri sono del pittore Eugenio Giuseppe Conti, l’ultimo della figlia Noemi. “La prima tela di Crotti – ha mostrato Alessandro Barbieri – è il suo autoritratto in età giovanile. Il secondo quadro, intitolato Domani in collegio, vede i figli Gineria e Renzo, prematuramente scomparsi, ritratti con sopraffina abilità. Con Ore tranquille, l’artista si ispira alla pittura rococò, riprendendo un’opera, oggi persa, del pittore Jean-Antoine Watteau. Noemi Conti, invece, offre la composizione floreale intitolata Fiori”.
Gianetto Biondini
“In chiusura della mostra – ha concluso Alessandro Boni – troviamo sette opere di Gianetto Biondini, arrivate in comodato da Giulia Polenghi. In un arco di tempo relativamente breve, dagli anni Sessanta ai primi anni Settanta, l’artista ha sperimentato vari stili diversi. Con Paesaggio Urbano e Fabbriche, abbiamo una fase geometrizzata, molto discostata dalla realtà. Il Platano e Il tronco del platano, le due opere più grandi, si staccano dalla ricerca espressiva di Biondini. Infine abbiamo tre composizioni floreali, ma solo due sono attualmente esposte, è rischioso per le condizioni in cui versa, esporre anche la terza. I fiori dell’autore si contraddistinguono per l’essenzialità del tratto, sperimentazione maturata negli anni Settanta”.
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