La suggestiva cornice della sala Pietro da Cemmo, presso il centro culturale sant’Agostino di Crema, ha ospitato, nella serata di venerdì 15 novembre, il colonnello e meteorologo Mario Giuliacci, ospite dell’Associazione Ipàzia. Alla presenza di una folta platea, con una forte componente giovanile, è stata affrontata la tematica “Il clima, oggi e domani”. L’ospite, in un dialogo interattivo con il pubblico, moderato dalla presidente di Ipàzia Camilla Cervi, ha affrontato il fenomeno dei cambiamenti climatici, proponendo una lettura attuale della problematica e fornendo delle soluzione per evitare “il punto di non ritorno”.
Perché è cambiato il clima?
Ad aprire l’incontro è stata una certezza: “il clima è cambiato, il pianeta terra si è riscaldato”. Una verità assoluta che non si può mettere in discussione. Ma quali sono le motivazioni di questo cambiamento? Una delle teorie più accreditate vede nel sole il colpevole: “in effetti – spiega Giuliacci – il sole ha fatto la storia del clima fino a 50 anni fa, ma ora è in forte declino, mentre la temperatura continua a crescere. Questa è la dimostrazione che non è sua la colpa. La responsabilità è attribuita all’uomo e lo affermano i chimici: l’anidride carbonica è in grado di catturare i raggi infrarossi per poi restituirli alla terra, questo si chiama effetto serra”.
Le conseguenze del surriscaldamento
Da questo surplus di calore, scaturiscono diverse conseguenze, prima fra tutte la fusione dei ghiacci polari. Si ha poi l’innalzamento del livello degli oceani: “Il 40 per cento della popolazione mondiale vive lungo le coste e il 20 per cento in zone balneabili, entro il 2050 queste aree saranno destinate a sparire e assisterete alla più grande emigrazione mai vista dall’umanità”. Si prosegue poi con la modifica della circolazione atmosferica, l’aumento degli eventi piovosi estremi e di siccità in durata ed intensità. Infine vi è la modifica del regime delle precipitazioni, “basta pensare ai recenti avvenimenti. Ora su 100 temporali la percentuale di quelli cattivi è arrivata al 50 per cento, sono la metà”.
Il nucleare
“Per delimitare l’aumento della Co2, ad oggi si pensa a due possibili azioni: alla decarbonizzazione con l’impiego di energie rinnovabili come la solare, l’eolica e l’idroelettrica o all’adattamento, con l’uso di automobili elettriche, la coibentazione di edifici e il ridimensionamento dell’agricoltura”. Secondo Giuliacci, entrambe le soluzioni sono “limitate, in ritardo, discutibili e populiste”. Per evitare il punto di non ritorno “servirà ricorrere al nucleare da fissione di quarta generazione nel 2030. A molti le parole ‘fusione nucleare’ spaventano, invece non c’è nulla da temere, altro non è che la reazione che avviene sul sole. Un’energia pulita, rinnovabile e presente nelle acque di tutto il mondo”.
Il futuro delle nuove generazioni
Alle future generazioni, il colonnello vuole dare un barlume di speranza, nonostante la critica situazione climatica. “Mi dispiace dire ai giovani che dovranno passare una fase, di circa un decennio, in cui dovranno combattere per avere un clima migliore. Nei prossimi 10 anni ne vedremo di cotte e di crude. Preparatevi ad un mondo, dal punto di vista climatico peggiore, sperando che l’uomo riesca a farvi vivere meglio. Ci sono delle scelte drastiche da fare: il nucleare, che in futuro arriverà, ne sono certo. Questo è il mio messaggio di speranza: sopportate e sperate”.