15-11-2024 ore 20:37 | Cultura - Incontri
di Giulia Tosoni

'La paura fa 90'. Viaggio dall'Egitto all'Italia: Remon Karam inaugura il festival dei diritti

In una sala Ricevimenti gremita di persone, nella serata di giovedì 14 novembre, è stata inaugurata la diciottesima edizione del Festival dei diritti. Il primo dei 13 appuntamenti ha visto come ospite il giovane venticinquenne Remon Karam con l’incontro Nato due volte. “Sono morto durante la traversata nel Mediterraneo e sono rinato con l’arrivo in Italia”, così racconta. Egiziano e cristiano copto, a soli 14 anni decide di fuggire da solo, lasciandosi alle spalle i propri affetti famigliari, per scappare da un Egitto governato dall’Islam politico dei Fratelli Musulmani. Ora è attivista, mediatore culturale, garante degli studenti dell’Università Kore di Enna ed è in procinto di prendere la laurea magistrale in comunicazione.

 

La morte

“Più crescevo e più mi rendevo conto di appartenere ad una minoranza senza futuro”. Ramon decide di lasciare l’Egitto a seguito della morte del cugino, ucciso la notte di Capodanno per aver celebrato il 31 dicembre in chiesa. Grazie a dei contatti, riesce a organizzare il viaggio per l’Italia. Senza avvisare i genitori parte per Alessandria senza niente, solo speranze e la fotografia del fratello minore, tutt’ora custodita nel portafoglio. Giunto in città è stato sequestrato per cinque giorni e gli scafisti hanno minacciato il padre, chiedendogli di pagare quattro mila euro per la sua libertà. A somma pagata inizia il vero e proprio viaggio della speranza sui barconi, insieme a 150 persone, tra egiziani e siriani. “Avevo solo 14 anni e avevo immaginato il viaggio come una specie di crociera. Durante quei sette giorni di navigazione, continuavo a chiedere quando saremmo arrivati ma nessuno sapeva darmi una risposta perché il problema non era solo quando, ma se saremmo arrivati e sopravvissuti. Mangiavo riso cotto con l’acqua salata del mare in una vaschetta da condividere con altre 10 persone e bevevo l’acqua mischiata con la benzina nel tappo della bottiglia, serviva a farci venire meno sete. Immaginatevi la scena di tanti cani che mangiano nella stessa ciotola di alluminio. Siamo stati trattati come animali, ma eravamo esseri umani”.

 

La rinascita

Il 13 luglio del 2013 il barcone arriva nelle coste italiane, a Porto Palo in Sicilia. Lì passa due mesi nel centro di accoglienza, identificato dal numero 90, “nella tombola napoletana rappresenta la paura, e io ne avevo tantissima”. In quel centro conosce Marilena e Carmelo: una coppia che da anni cercava di adottare un bambino senza riuscirci. “A loro poco importava della mia età, lingua parlata, cultura o religione, mi hanno amato dal giorno zero”. Remon si è diplomato, laureato in lingue e culture moderne ed è in procinto di diventare dottore magistrale con una tesi dal titolo “Immigrazione: fra percezione e realtà”. La sua è una storia di riscatto sociale, capace di sottolineare quanto delle politiche di integrazione siano importanti.

 

Partire dall’istruzione

Secondo Remon, un percorso di integrazione per essere proficuo “deve puntare sull’istruzione. Tagliare i fondi per i corsi di italiano agli stranieri è sbagliato, la lingua è il primo elemento utile per inserirsi in una nuova società. Quello che si fa oggi è togliere questa possibilità, ghettizzando e emarginando ancora di più la persona immigrata. Bisogna sfruttare l’arma dell’istruzione per creare conoscenza, la scuola ti insegna a vivere a contatto con gli altri e ti permette di essere parte della società”.

 

L’accoglienza

L’incontro è stato organizzato dall’Arci Porto Sicuro e dall’associazione Il Canguro, in collaborazione con l’Ats Impronte Sociali e il comune di Crema. Il consigliere di Csv, Michele Gennuso, ha aperto la serata presentando l’ospite. L’assessore al welfare, Anastasie Musumary, ha portato i saluti istituzionali. Dopo essersi scusata per il notevole ritardo nell’apertura della sala Ricevimenti ha sottolineato come il Festival sia “un’occasione per mettere in risalto il volontariato e il terzo settore”. La serata è stata moderata da Valeria Moruzzi e Edoardo Vola, a loro volta protagonisti, insieme ad Alessio Maganuco, di una storia di accoglienza: quella di Arci Porto Sicuro, realtà che ad oggi accoglie 26 minori non accompagnati.

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