Reset 2022. La scritta all'ingresso accompagna il titolo dell'opera Covid 2020. Vortex, la prima personale del mecenate cremasco Umberto Cabini, è una parentesi ricca di emozioni contrastanti, raccontate con tecniche diverse: la pittura e la fotografia. “Le opere sono frutto della mia personale interpretazione di un tempo che appariva vuoto”. Sembra passato un secolo. Nel 2020 in città rimbombava il silenzio. E il vissuto ha preso forma concreta dal pennello. Il bianco della tela ha lasciato spazio a colori caldi e freddi. A vortici di vissuto. Dietro l'obiettivo, invece, era vivo il desiderio di raccontare la realtà, offuscata dalla nebbia mattutina o dal buio della notte. “Se sono uscito da questo loop? Io credo di sì, ma credo anche che ciascuno abbia vissuto una propria esperienza individuale di cui bisogna avere rispetto. C'è chi non ce l'ha fatta, ci sono i giovani che hanno sofferto e stanno soffrendo molto. E poi ci sono io che ho ritrovato nell'arte una valenza terapeutica.
La luce in fondo al tunnel
Non solo una passione da vivere attraverso i talenti altrui, ma anche un dono da coltivare. “Un mezzo per reinterpretare la realtà”. La pandemia, prima. E poi la guerra e l'esperienza personale della malattia. “Dipingere e scattare mi hanno aiutato a concentrarmi sull'attualità”. Un momento che non era perso, che meritava di essere vissuto. Nella sua totalità. Dalla paura ai sorrisi, dai silenzi cupi a quelli consapevoli. “Mi ha aiutato a ripartire quando tutto sembrava essersi fermato” in un vortice inatteso. E ora mi aiuta ad andare avanti. Perché è vero, le emozioni sono personali, ma nella vita non bisogna mai perdere la convinzione che alla fine del tunnel ci sia sempre la luce”.
Sana follia
Nella galleria Arteatro le emozioni non si nascondono. Al contrario, si palesano. Vanno accolte, non allontanate. Chiedono spazio, non intendono intimorire. “Le opere? Non sono tutta farina del mio sacco, mi sono ispirato ad artisti del Novecento, ma ho voluto raccontare il mio vissuto, la mia realtà”. All'inaugurazione un Cabini inedito stringe mani e scambia sorrisi. Da mecenate ad artista, con il desiderio di mostrarsi senza filtri. “Un imprenditore deve avere coraggio. Coraggio, creatività, incoscienza. In poche parole una buona dose di sana follia”. Con lui all'inaugurazione anche il presidente della Fondazione san Domenico, Giuseppe Strada: “con questa personale apriamo la stagione artistica e lo facciamo con il talento di chi, da presidente della fondazione, ha voluto tutto questo”. Per Luciana Groppelli l'esposizione “è un appuntamento con le emozioni”. Vere, palpabili, semplicemente vive. La mostra è visitabile fino al 30 ottobre nei seguenti orari: dal martedì al sabato dalle 16 alle 19, domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Ingresso libero.