15-06-2024 ore 18:43 | Cultura - Incontri
di Giulia Tosoni

Se il dottore lascia il lago per la pianura padana. Andrea Vitali ospite dei 'Manifesti di Crema'

Centinaia di persone si sono riunite alla CremArena per assistere alla prima serata dei Manifesti di Crema. Ad aprire la dodicesima edizione della rassegna culturale lo scrittore Andrea Vitali in dialogo con Giovanni Bassi, nell’incontro intitolato L’arte di narrare. Più che una lezione, come suggerisce il titolo stesso, si è parlato di Eredi Piedivico e famiglia (Einauidi), l’ultimo libro scritto dall’autore, definito da molti come “l’erede di Camilleri”, uno dei più grandi narratori popolari d’Italia. 

 

Dal lago alla pianura

Il libro, ambientato tra gli anni Venti e Sessanta del Novecento, è una saga familiare di campagna. C’è però un elemento di novità nella narrativa, che si distacca dagli oltre 80 romanzi pubblicati da Vitali: l’ambientazione. Si perché l’autore ha sempre fatto girare le sue storie intorno al panorama del lago, ma con Eredi Piedivico e famiglia tutto cambia, ci si sposta nella bassa pianura padana, più precisamente a Manerbio, in provincia di Brescia. L’autore scherzando confessa di non saper neanche indicare il paese su una mappa. “Ho deciso di ambientare la storia in pianura e abbandonare il lago di Como, non fisicamente ma spiritualmente. Fin da giovane la pianura mi ha sempre affascinato, anche grazie ad autori come Guareschi”, ha raccontato al pubblico. 

 

Il veterinario di paese

Un altro elemento di novità, distaccato dal suo stile narrativo, è la presenza di un elemento – se così vogliamo definirlo – autobiografico: il veterinario Oreste, uno dei protagonisti della prima parte del libro. Oreste Piedivico, classe 1901, proveniente da una famiglia di notai è il veterinario di Manerbio. In sella alla sua Benelli, sfreccia da una cascina all’altra per visitare e curare gli animali da stalla. “Da giovane conobbi un veterinario che mi affascinò. Grazie a lui maturai l’idea di iscrivermi alla facoltà di veterinaria dopo il liceo, ma alla fine mi iscrissi a medicina. Ho lasciato la carriera con gli animali a mio fratello”. Nonostante la carriera da dottore, Vitali ha raccontato di un piccolo aneddoto: “una volta mi è capitato di far partorire una pecora, le ho pure fatto una flebo di ossitocina”.

 

La dinamica famigliar popolare 

L’intervistatore Bassi ha ripercorso nomi, persone e avvenimenti clou della prima parte del romanzo, no spoiler per la seconda parte della storia perché “per sapere come va a finire dovete leggere il libro”, ha detto scherzosamente al pubblico. É arrivato il turno di presentare Lidovina, figlia dell’allevatore. In una cornice per niente romantica: la castratura di un cavallo, Oreste la incontra e se ne innamora a prima vista. Sotto consiglio del padre, la giovane decide di sposarsi con lui e diventare “la moglie del dottore”. Il loro sarà un matrimonio tumultuoso: la nascita del gracile e fragile Felicino, la depressione di lei e, come se non bastasse, la morte di Oreste in un incidente in moto. Il resto della storia? Non si sa, o meglio, la si conosce solo se si è letto il libro, perciò non vi resta che compralro per togliervi l'aura di mistero del finale.

 

Frate Indovino

Un altro elemento tipico di Vitali sono i nomi dei personaggi, molto particolari e non di comun sentito nei nostri giorni. “Da piccolo i miei genitori mi mandavano dalle zie per passare i pomeriggi, una di loro in casa aveva il calendario di frate Indovino. Oltre ai vari aneddoti, per ogni giorno del mese c’erano segnati vari nomi di beati. Non mi sorprende non siano mai diventati santi, come puoi chiamarti Irmengarda e pensare di diventare santa con quel nome – ha esclamato ridendo – l’almanacco mi è stato d’aiuto nella ricerca dei nomi più particolari e desueti”. 

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