15-02-2023 ore 18:20 | Cultura - Libri
di Paolo Emilio Solzi

Storie di spiriti e creature del Giappone, un dittico di Lafcadio Hearn e Benjamin Lacombe

Storie di Fantasmi del Giappone e Spiriti & Creature del Giappone (entrambi editi da L’ippocampo nel 2021) sono due libri di leggende del folklore nipponico, raccolte nel XIX secolo dal giornalista Lafcadio Hearn e illustrate da Benjamin Lacombe, apprezzatissimo disegnatore a noi contemporaneo.

 

Uno scrittore eccentrico e senza radici

Lafcadio Hearn prende il nome da Lefkada, l’isola greca dove nasce nel 1850. Figlio di un medico irlandese, a sei anni è trasferito a Dublino. Viene cresciuto da una vecchia zia dopo la morte dei genitori. Da adolescente perde la vista dall’occhio sinistro a causa di un incidente. Precocemente abbandonato dalla sua famiglia, viaggia in Inghilterra e in Francia, poi si stabilisce negli Stati Uniti, dove lavora come giornalista vivendo in estrema povertà. Presto si guadagna la fama di persona solitaria, romantica e tetra. Nel 1890 si sposta a Yokohama, invitato da un ambasciatore del Giappone. Sei anni dopo, sposa la figlia di un samurai e ottiene la cittadinanza giapponese, facendosi chiamare Koizumi Yakumo. Si converte al buddhismo e abita in diverse città, come Matsue, dove oggi si trova un museo a lui dedicato. Durante i suoi vagabondaggi trascrive storie e leggende tramandate oralmente per evitare che vengano dimenticate. Il suo lavoro di raccolta delle fiabe tradizionali è paragonabile a quello dei fratelli Grimm in Germania. Svolge un’importante opera di divulgazione della cultura nipponica in Occidente, che alla fine del XIX secolo conosce pochissimo il Paese del Sol Levante. La sua vita strana, dolorosa e nomade si conclude prematuramente nel 1904, quando muore d’infarto a Tokyo.

 

Un pittore nel Paese delle Meraviglie

Benjamin Lacombe, uno degli illustratori più importanti del mondo, nasce a Parigi nel 1982, dove vive ancora oggi con i suoi cani. Il progetto che presenta alla fine degli studi presso l’École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs è il suo primo libro per ragazzi. Da allora ha scritto o illustrato una trentina di opere, tradotte in tutto il mondo. Nel suo catalogo Curiosità (L’ippocampo, 2022) afferma che tutta la sua arte ruota intorno all’infanzia. Alcuni elementi ricorrenti nel suo immaginario sono legati a ricordi traumatici di quando era bambino. La fascinazione per il Giappone è dovuta ai cartoni giapponesi con cui è cresciuto. Ha sempre avuto una forte passione per la storia, che ama trasformare in arte. La natura e gli esseri viventi lo attraggono, mentre la tecnologia e gli elementi meccanici lo lasciano indifferente. Le forme naturali sono uniche, perché la natura odia la ripetizione. Spesso il suo stile è definito oscuro e gotico, ma il nero non è affatto la tonalità dominante. Le ombre gli servono a conferire un tocco tridimensionale ai suoi disegni, oltre a far risaltare, per contrasto, la luce. Al cinema è rimasto colpito da Freaks di Tod Browning; è palesemente stato influenzato dai primi film di Tim Burton, che parlano dei diversi e degli emarginati.

 

Spettri, teschi e gatti

Storie di Fantasmi del Giappone contiene storie sottilmente inquietanti, come Il ragazzo che dipingeva gatti e Sulla montagna di crani umani. Lo scopo di questi racconti, a differenza di quelli di Edgar Allan Poe, non è terrorizzare il lettore, ma esplorare il mondo degli Yokai. Matthias Hayek definisce queste entità come “tutte quelle specie di non umani che non sono […] oggetto di culti positivi e perciò non appartengono al mondo divino”. Incontriamo presenze spaventose come la Donna delle Nevi o patetiche come la ragazza che piange presso un fossato (difficile non pensare alla Llorona). Altro fantasma iconico è il Rokuro-Kubi, una testa fluttuante nella foresta. Le illustrazioni lugubri e oniriche di Lacombe hanno tinte blu, verde scuro, nero, viola o magenta.

 

Volpi, cedri e ciliegi

Spiriti & Creature del Giappone parla soprattutto di animali mitologici e alberi. Le anime degli uomini si reincarnano in esseri della flora o della fauna e viceversa. Una parte importante è occupata dalle volpi (kitsune), ingannevoli e trasformiste per eccellenza. La figura più popolare è il Kappa, uno spiritello marino che si aggira presso le foci dei fiumi, cercando di catturare coloro che indugiano ai bordi dell’acqua. Un’illustrazione dove vediamo una falena Sfinge Testa-di-Morto posata sulla bocca di un personaggio evoca la locandina del Silenzio degli Innocenti. Lo stile di Lacombe evolve a seconda dell’argomento, pertanto in questa seconda opera i colori sono più luminosi: arancione, verde brillante, marrone, giallo o bianco. I due libri di Hearn e Lacombe sono diversi come il giorno e la notte, sia per stile narrativo che per accostamenti cromatici. A conclusione di entrambi si trovano delle appendici con illusioni ottiche e giochi dedicati agli Yokai: quasi una versione orientale della Settimana Enigmistica.

1810