14-07-2015 ore 19:48 | Cultura - Storia
di Severina Donati De Conti

Historia et imago Cremae. Gli eroi del Medioevo: i due conti omonimi Venturino Benzoni

Considerati i tempi burrascosi dei secoli XIII, XIV e XV, chiamarsi Venturino significò essere programmati in culla per una vita di guerre, eventi imprevisti e pesanti incarichi. Pesanti infatti furono le armature, impegnativi gli oneri d’appartenenza all’illustre famiglia Benzoni di Crema e gravosissimi i fatti storici che garantirono tempi duri per i giovani rampolli. Due furono i conti Venturino Benzoni di Crema, entrambi valorosi: il primo visse a cavallo dei secoli 1200 e 1300 ed il secondo visse nel 1400. Oggi parleremo del primo cavaliere Venturino storicamente chiamato “il vecchio” per distinguerlo dall’altro che visse in tempi successivi. In verità il nostro cavaliere non diventò mai vecchio. Dopo una vita trascorsa in gran parte lontano da Crema, coperto di fama e di onore, nel 1312 fu ucciso dai ghibellini suoi concittadini.

 

"L’uomo per più titoli glorioso"

A Milano, nel contesto storico di lotta contro Matteo Visconti, si verificò l’avvento al potere della famiglia Torriani. Si rese quindi necessaria l’investitura di un valoroso comandante a difesa del nuovo assetto politico. Fu così che, nel 1303, Venturino Benzoni fu eletto Capitano del popolo milanese, un incarico prestigioso con il quale gli fu conferito il comando di tutte le armate a tutela del territorio milanese. Troviamo Venturino nominato nella Biografia Cremonese del Lancetti e definito “uomo per più titoli glorioso”.

 

Venturino Gonfaloniere della Santa Sede

L’antichissima e nobile famiglia Benzoni di Crema, tradizionalmente di parte guelfa, generò talenti nel mestiere delle armi. Non a caso Venturino fu nominato Gonfaloniere Papale (in latino Vexillifer Ecclesiae) per i suoi meriti cavallereschi, con riferimento a colui che aveva pieno titolo nel portare i vessilli papali affiancati al proprio stemma. Essendo un'investitura concessa dallo Stato Pontificio, tale riconoscimento era generalmente affidato a personaggi di altissimo rango. Essere Gonfaloniere della Chiesa racchiudeva l’alto significato di incarico prestigioso originato dapprima nel contesto bellico militare e successivamente allargato alla sfera politica, divenendo quindi una vera e propria attribuzione appartenente al cerimoniale di Stato. Alcuni sovrani furono Gonfalonieri della Chiesa, a dimostrazione che tale carica rappresentò il più elevato riconoscimento che i papi potessero concedere a un laico, un conferimento che pertanto riguardò solo personaggi insigni e, soprattutto, degni difensori del Papa. Ne consegue che la famiglia Benzoni di Crema (a sinistra lo stemma della famiglia nel Palazzo Benzoni Martini Donati), già in tempi antichissimi, rivestì importanza non solo nei territori di Crema e Milano ma in tutta l’Italia, allora dilaniata e divisa negli innumerevoli Comuni e centri di potere.

Venturino non solo in Italia..

Le impegnative imprese belliche lo portarono sempre altrove, in Italia e fuori. Fu un personaggio d’armi per il quale il papa Clemente V nutrì grande fiducia. Visse anche in Francia accanto alla corte papale avignonese con il conseguimento di importanti incarichi politici. Nel 1307, durante il secondo anno del suo pontificato, il Papa Clemente V donò a Venturino un palazzo in Avignone con la dispensa dal pagamento delle decime, valida per l’intera famiglia ed i suoi discendenti. Questa elargizione indicò l’intenzione precisa del Papa di voler accanto alla propria persona il coraggioso Venturino e la sua cavalleria a tutela della propria incolumità nel difficile periodo in cui il Pontefice, francese lui stesso, lasciata Roma, trovò rifugio in Francia.

 

La fine: l’eroico combattimento

Nel 1310 Venturino de’ Benzoni fu costretto, suo malgrado, a sottomettere la signoria di Crema all’imperatore Arrigo VII. Per la fiera opposizione l’imperatore ordinò che Venturino fosse bandito da Crema con tutti i suoi seguaci guelfi. Rifugiatosi a Cremona presso Guglielmo Cavalcabue, capo della fazione guelfa locale, progettò con l’alleato cremonese di conquistare Soncino ed ebbe successo nell’impresa. Tuttavia il generale imperiale Guarneri d'Omberg cinse d’assedio la città accampandosi fuori le mura. Venturino Benzoni (a lato un dipinto di Paolo Uccello) e il Cavalcabue, abbandonati dai seguaci, decisero di affrontare coraggiosamente l’esercito imperiale. Venturino cadde prigioniero e, nonostante l’eroico combattimento, fu consegnato ai Ghibellini di Crema. Questa fu la sua fine. Era l’anno 1312. Fonti: Vincenzo Lancetti, Biografia Cremonese, 1820. Marino Sanudo, Diarii. Racchetti, Storia di Crema. Terni, Historia di Crema. Ludovico Antonio Muratori, Annali d’Italia. La Storia, Comune di Crema. Dizionario Universale di Geografia, Storia e Biografia. Severina Donati, Palazzo Benzoni Martini Donati. Rubrica a cura di Elisabetta Dossena.

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