14-05-2024 ore 20:35 | Cultura - Musica
di Annamaria Carioni

'L'organo fa vibrare l'aria che respiri': il reel del cremasco Ruggero Pilla spopola sui social

L’organista cremasco Ruggero Pilla, da anni ben noto sulla scena musicale europea per la sua selezionatissima attività concertistica, che si è sviluppata nel corso dell’ultimo decennio, in particolare tra Italia, Francia, Germania e Svizzera, si racconta con naturalezza in un'intensa e sorprendente intervista. Di recente la sua prestigiosa attività lo ha condotto anche in Portogallo per un nuovo progetto musicale ancora in fase preparatoria. Due settimane fa, proprio nel sontuoso Mosteiro de São Bento da Vitória, uno dei principali edifici di culto della città di Porto, è stata filmata amatorialmente una prova del maestro in occasione del suo incontro con il monumentale organo storico del 1716: un momento ordinario nella vita professionale di qualsiasi organista, che ha però avuto un'inaspettata, quanto importante risonanza mediatica sui social.

 

Nell'arco di pochi giorni il tuo video è stato visualizzato in tutto il mondo quasi tre milioni di volte. Che effetto ti fa?
“E' una risonanza che non avrei mai immaginato. Credo che alla base ci sia l'impatto visivo dello strumento e poi anche il repertorio. L'organo è uno strumento visivamente impattante, è una bestia dorata di 14 metri di altezza, che attira l'attenzione e fa da catalizzatore” spiega soddisfatto il concertista cremasco. Nel filmato, che dura pochi secondi, lo si può ascoltare, mentre esegue una delle variazioni della celebre Passacaglia dalla Suite in Sol minore n. 7 di Georg Friedrich Händel con una spettacolare visuale privilegiata su uno dei grandi tesori dell’architettura barocca europea. “Händel era definito dalla letteratura dell'epoca ed in particolare da Bach il maestro delle emozioni -  spiega il concertista con vivace competenza -  La sua musica ha un carattere che si avvicina molto al pop contemporaneo, usa delle progressioni armoniche estremamente attuali e quindi per me non è una sorpresa che proprio suonando la sua musica sia arrivato questo successo in termini di ascolti”.

 

Un capolavoro patrimonio dell'Unesco
L’organo in questione è uno dei pezzi di arte organaria più emblematici del Portogallo: opera del monaco Fra Manuel di S. Benedetto, è stato inaugurato nel 2001, dopo un attento restauro a cura dell’officina Pedro Guimarães e conserva intatti tutti i suoi registri di flauti, trombe, corni e persino voci umane, che si uniscono a tante altre timbriche nel suo magnifico apparato di balconi e torrette in legno dorato, arricchito anche dalla pittura policroma delle canne, coronate da uccelli fantastici, cupole e stemmi. Questo strumento sarà ufficialmente dichiarato patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2025 insieme ad altri organi della città, attirando musicisti di assoluta caratura da tutto il mondo. 

 

Tu sei molto attivo sui social. Che cosa vuoi comunicare a chi ti ascolta?
“L'intento è quello di divulgare il più possibile l'esistenza di un'attività sull'organo, perché nell'opinione comune questo strumento esaurisce la sua funzione nell'accompagnamento alla liturgia della messa, invece esiste un repertorio profano ed anche un'intensa e diffusa attività concertistica. A Parigi, per esempio, si tengono concerti meravigliosi, in cui vengono proiettati cieli stellati sulle volte delle chiese. C'è una dimensione innovativa, in cui gli edifici sacri sono intesi anche come luoghi, in cui si fa arte”.

 

Da dove arriva questa passione così radicata ed intensa?
“La mia passione per l'organo è nata una domenica mattina nella chiesa parrocchiale di Ombriano: ero piccolissimo, avevo quattro anni, posso dire di essere un organista nativo. Con l'organo si crea un rapporto ambientale, che fa vibrare l'aria che respiri. E' uno strumento che ha un grande bisogno di essere divulgato. perché qui non è conosciuto”. Il maestro spiega che all'estero c'è una cultura organaria completamente diversa, come nella città di Porto, dove l’interesse locale per gli organi storici produce regolarmente iniziative musicali di respiro globale. “Siamo felici di inserirci con passione e dedizione - spiega Ruggero Pilla - io ed altri colleghi saremo presto impegnati in lavori discografici, che potranno portare all’attenzione pubblica questo ed altri importanti strumenti, che da secoli sono officine della più elevata arte musicale”.

 

Che rapporto hai con lo strumento che ami suonare?
“L'organo è architettura, è uno strumento che non si sposta, è scoperta, perché ti impone di andare da lui e immergerti in un luogo, che magari non conoscevi prima e che ti richiede raccoglimento. L'organo è viaggio: non lo porti con te, come potresti fare con altri strumenti musicali, ma devi andare da lui. Io sto un po' violando questa prassi: sto finendo di costruire un organo digitale, che gira su un processore a campioni, che ho già suonato una volta nella basilica di santa Maria della Croce. Si adatta all'ambiente con l'amplificazione, a seconda che il concerto si svolga all'aperto o in sale di diverse dimensioni. Ci sono solo la consolle, che gira su un computer molto potente, assemblato appositamente, i pedali e le tastiere, non c'è altro, ma il risultato è spettacolare”.

 

Possiamo sperare di poterti ascoltare qui a Crema?
“Ho un forte legame con Crema, che è la mia base, anche se da molti anni la mia attività si spinge in tutta Europa, dove ormai sono un artista affermato. Io sono sempre disponibile per le realtà locali e ci tengo a tenere le mie radici qui: Crema ha uno spirito, che merita una rinascita”. 

 

 

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