13-12-2023 ore 20:37 | Cultura - Incontri
di Patrizia de Capua

I primi vent’anni del Caffè filosofico di Crema raccontati da Luca Lunardi nel Quaderno n.20

C’è fermento al Gallery. Si festeggia il Ventennio… forse meglio: il ventennale del Caffè Filosofico di Crema. Atmosfera magica da Santa Lucia. Quasi Natale: brindisi e panettone attendono i fedelissimi che si tratterranno fino al termine della serata. Luca Lunardi presenta La Crema del Caffè Filosofico II. Venti anni dopo. Il secondo decennio 2014-2023, Quaderno numero Venti (guarda un po’) della collana iniziata a Natale 2004. La prima parte di La Crema del Caffè Filosofico. Idee, dibattiti, protagonisti 2003-2013 fu ugualmente opera di Lunardi, ex presidente dell’Associazione. Ma oggi si dice past President. Il present President Marco Ermentini usa parole di giustificato orgoglio, informando che la storia di questo gruppo ha visto susseguirsi ben 172 incontri… Va bene, lo dico una volta per tutte: userò il linguaggio a cui attualmente siamo assuefatti (ed anche il tipo di scrittura, soffrendo in silenzio per l’abuso di maiuscole). Dunque 172 eventi. Il tono di Ermentini è come sempre frizzante e leggero, calviniano, non nel senso di Giovanni, e tanto meno Di Giovanni, ma nel senso di Italo.

 

Venti anni e non li dimostra

Lunardi illustra come sia stato convinto a farsi carico della composizione del libro, e con quali criteri abbia proceduto. Tralasciando il primo punto, rispetto al secondo afferma di aver evitato, come già dieci anni orsono, un mero elenco di nomi, date, locandine, per privilegiare una sintesi da cui risulta che il Caffè è davvero Filosofico. Ha infatti indagato argomenti molto diversificati, dalla logica all’etica, dal metodo scientifico alla linguistica, dallo yoga alla religione. Su tutti spicca la Politica, intesa non nel significato di schieramento partitico, ma come Filosofia Politica, o Filosofia della Politica. E qui ci sarebbe da proporre un corso universitario non semestrale, ma annuale, per sviscerare le differenze. Tuttavia il Caffè Filosofico rifugge da trattazioni accademiche, pur apprezzando l’Accademia. Nell’antica scuola fondata da Platone, infatti, gli ascoltatori si stringevano attorno al maestro per ascoltarlo, proprio come il pubblico del Caffè, e come al Caffè avevano la possibilità di esprimere osservazioni personali o perfino critiche. È pur vero che uno studente fu tanto radicale nelle critiche da finire con l’uscire dalla scuola per fondarne una tutta sua, ma ai fondatori del Caffè questo non darebbe noia, se lo studente si chiamasse Aristotele. Peraltro, da parte sua Platone non era stato un modello di obbedienza cieca verso il maestro se, quando Socrate gli chiese di non prendere appunti e diffidare della scrittura, ebbe la sfrontatezza di ricordarsi a memoria ogni sua parola. Nacquero così i Dialoghi per cui Platone non pagò i diritti d’Autore, avendogliene gli Ateniesi tolto l’incomodo. Ma come tutti i vecchi sto divagando. Lunardi conclude il discorso con una notazione interessantissima: nel suo libro sono incastonati dialoghi creati con OpenAI, grazie a cui Austin può intrattenersi con Ricoeur, Socrate con Agostino e Tommaso, e così via. Proprio all’Intelligenza Artificiale si pensa di dedicare qualche appuntamento nei mesi futuri.

 

Prove di autobiografia filosofica

Tocca a Tiziano Guerini, Presidente onorario, ricordare l’impegno profuso dal Caffè per Crema del Pensiero, nato da una sua personale intuizione, e in qualche modo creatura dello stesso Caffè Filosofico, affiancato e sostenuto da Giovanni Bassi e Miranda Maini. Dopo aver inviato un augurio all’amico Piero Carelli, assente giustificato per motivi di salute, Guerini ne spiega l’iniziativa di dar vita anche qui, come ad Anghiari, a una scuola di autobiografia. In fondo, sostiene Guerini, il libro di cui si parla altro non è che il primo esempio di autobiografia filosofica che il Caffè dedica ai propri affezionati frequentatori. Chissà se potranno seguirne altre.

 

La Smorfia promette bene

Il past President Gabriele Ornaghi, malgrado la felpa indossata sperando di non essere chiamato a parlare, comunica di avere consultato la Smorfia, noto testo della Filosofia Napoletana, da cui risulta che 172, il numero degli eventi fin qui promossi, significa “messaggio importante per il futuro”. Una volta tanto, saremo superstiziosi e proveremo a prestar fede al numerologico auspicio.

 

Adelfia del Caffè Filosofico

Esauriti i Presidenti, un graditissimo intervento di Franco Gallo lusinga i presenti lodando l’opera di promozione di cittadinanza attiva sviluppata dal Caffè nel corso degli anni. Negli incontri al Gallery dice di essersi sentito a suo agio, fra amici attenti, condizione oggi tutt’altro che scontata. Ha ragione. Qui si è accomunati in una sorta di adelfia: fratelli affetti dalla stessa passione filosofica. Quando gli sguardi si incontrano, anche se non ci si è mai scambiati nemmeno una parola, viene spontaneo un “ciao” più simile a un affettuoso saluto da Romagna solatia che a un formale “buongiorno” da lombardi immersi nel grigiore delle nebbie. Quanto ai cugini francesi, a cui va riconosciuto il merito di inventori di questo fenomeno culturale, il loro Café des Phares dove Sautet fondò il moderno Caffè filosofico, si riunisce la mattina e prelude a un pranzo in cui magari ci si scorderà di filosofeggiare. Al contrario, il nostro serale Caffè preannuncia una notte in cui continuare a rimuginare filosoficamente.

 

Intelligenza Artificiale e Stupidità Naturale

Infine Ermentini conferma che prossimamente ci si occuperà di Intelligenza Artificiale e Stupidità Naturale, e per festeggiare i primi quarant’anni del Caffè Filosofico convoca tutti il 9 novembre 2043: ovviamente, secondo lunedì del mese. La serata chiude in bellezza e bontà fra dediche, brindisi e panettone. Mi attende una notte come preconizzato nell’intervento di Franco Gallo: brulicante di pensieri, parole, poche opere e molte omissioni.

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