Historia et imago Cremae, il primo tribunale della città. Nel 1721 l'arrivo dei tre inquisitori veneziani a palazzo Toffetti-Sangiovanni
Quello che all'oggi dei cremaschi è conosciuto come palazzo Crivelli ha una storia davvero singolare. Nasce come palazzo Toffetti-Sangiovanni, a quanto risulta dai cartelli, intorno al 1663. Nel 1721 la Serenissima dominava Crema ed il Cremasco, ultima propaggine, ultimo baluardo del Serenissimo Governo delle Venezie, posto ad argine, a confine col potentissimo Ducato di Milano, comandato prima dai Visconti in seguito dagli Sforza.
I tre inquisitori
Nel 1721 il Doge invia a Crema tre inquisitori "pel buon governo della terraferma". Questi tre inquisitori si chiamavano Michele Morosini, Alvise Zan Mocenigo, Pietro Grimani. Fu quest'ultimo a scegliere di installare il tribunale nel palazzo Toffetti, nell'odierna piazzetta caduti sul lavoro. La Serenissima si reggeva su una magistratura istruita dalla Repubblica ed era il sindacato dei tre inquisitori che legiferava su mandato del Doge.
La condotta dei rettori
Il senato di quando in quando, da Venezia mandava tre patrizi, col nome di inquisitori, incaricati di visitare le città scandagliando così la condotta dei rettori e il contegno dei sudditi, ascoltare le querele, sottoporre se necessario i magistrati a processo con facoltà di giudicarli e condannarli. Figuratevi lo sgomento dei potentati locali. Fu un fuggi fuggi generale, cercando di riparare le ingiustizie perpetrate, il malaffare e le malefatte inflitte dall'amministrazione locale alla legge civile e penale ai danni dei cittadini non coperti dai mammasantissima del contado cremasco.
Il cartello
Il 25 maggio 1721 entrò in Crema sua eccellenza Pietro Grimani con sua moglie, il suo bimbo e la sua corte, comprensiva della Compagnia di Schiavoni e alloggiò nel palazzo Toffetti-Sangiovanni. Fu appeso alla facciata del palazzo un cartellone con scritto: "Denonzie segrete contro il podestà, assessori, potentati, oppressori, bravazi, chi falsifica, corrompe e impedisce la giustizia. L'ultimo Toffetti-Sangiovanni fu Lorenzo. Nel 1828 il palazzo fu venduto al ricco Camillo Schiavini, che divenne collezionista d'arte e podestà di Crema.
Il Partenone
Nel 1840, durante un viaggio a Costantinopoli, fece tappa ad Atene e lì prelevò un pezzo di cornice del Partenone ed un pezzo di pavimento. Tornato a Crema li fece collocare sopra il portone d'ingresso del suo studio. Il 17 dicembre 1929 il palazzo fu venduto all'avvocato Guido Crivelli, noto giudice del foro di Milano.