Questa mattina, in sala Alessandrini a Crema, si è svolta la conferenza Lo sport che salva la vita con l’ex modella Ilaria Capponi. Le classi terze La e Ld e quarte La e Sa dell’istituto superiore Galileo Galilei hanno partecipato all’incontro, che rientra nelle attività di educazione civica coordinato dalla dirigente scolastica Paola Orini e dalla docente referente di educazione civica, Greta Stanga. La relatrice ha portato ai giovani studenti la sua personale testimonianza del sistema moda, toccando tematiche molto attuali con il bodyshaming e la body positivity.
Il potere delle parole
Ilaria è entrata a contatto con il mondo della moda da giovanissima. “Inizio a 13 anni a fare la modella per puro caso – ha raccontato – a quell’età, oltre a studiare, giocavo a pallacanestro. Sono stata scoperta da un talent scout per poi essere scritturata dalla più famosa agenzia di Milano. Cerco di conciliare in simultanea il lavoro, la scuola e il basket”. È proprio in quel periodo che Ilaria inizia a sviluppare un disturbo del comportamento alimentare. “All’età di 14 anni, un casting director a un provino ha commentato la mia persona: ‘bellina, ma ha le cosce grosse, sembrano dei tronchi”. Quel giudizio, urlato ad alta voce di fronte a centinaia di modelle e modelli, è stato il fattore scatenante della sua bulimia. Ma la storia di Ilaria Capponi non è solo questo, lei stessa ha confessato di aver impiegato del tempo per riprendere a mangiare e stare bene con se stessa. “Questo è il potere infinito di uno stupido commento ricevuto in un momento di fragilità. Ritrovare l’amor proprio è stato la mia salvezza, questo mi ha permesso di riprendere con lo sport, di arrivare in serie A”.
I social non sono la realtà
“Oggi nella moda – ha continuato si comunica la body positivity, un trend molto seguito questo periodo, specialmente sui social. Ma quando si comunica da professionisti qualsiasi cosa, è necessario appurarne l’esistenza. Siamo di fronte a un panorama dove regna il green washing, per pulirsi l’immagine e la coscienza”. Per questo motivo, ha invitato gli studenti presenti a fare una riflessione su quanto sia determinante l’immagine oggi, su quanto la vita digitale sovrasti quella reale.
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