Crema. Coppia d'assi per il nostro dialetto: Sacchi e Geroldi in cofanetto
L’appuntamento è per sabato prossimo 16 novembre alle 17.30, nella sala Pietro da Cemmo al Sant’Agostino, per la presentazione di un pregevole cofanetto dedicato al dialetto cremasco. La pubblicazione, edita da Leva Artigrafiche in Crema, raccoglie due volumi di particolare interesse culturale: il Vocabolario del dialetto di Crema con premessa morfologica di Luciano Geroldi e il Profilo della produzione poetica contemporanea in dialetto cremasco (dal Pesadori ai giorni nostri) di Carlo Alberto Sacchi.
Agli amanti ed ai cultori
Alle spalle dei due autori, però, ideatore e deus ex machina dell’operazione è stato Filippo Rota, il “ragioniere” imprenditore prestato alla politica cremasca d’altri tempi che, con questa iniziativa, ha voluto ricordare (con una sobria dedica) la figlia Marianna nel quarto anniversario della scomparsa e nello stesso tempo ha inteso fornire “ai cultori e agli amanti del nostro dialetto, nuovi strumenti di consultazione e di approfondimento” nel solco di opere fondamentali come il Folclore cremasco di monsignor Francesco Piantelli e i Poeti dialettali cremaschi di ieri e di oggi del maestro Vanni Groppelli.
Per i giovani
Nel suo progetto Rota ha coinvolto, oltre ai due prestigiosi autori, una nutrita serie di collaboratori, fra cui piace segnalare in particolare la biblioteca comunale e numerosi istituti scolastici cremaschi, a testimonianza di una destinazione privilegiata rivolta ai giovani perché, se è vero che il dialetto rimane un’esperienza trasversale rispetto alle generazioni, sono tuttavia quelle nuove a risentire maggiormente del suo inesorabile declino (al mé dialèt, póre bagài, che ’l è lé che ’l mór, annota Sacchi) e a necessitare di una sua conoscenza non superficiale accompagnata da una memoria rigorosa.
Geroldi: il Vocabolario
Già noto a schiatte di studenti, oltre che a tutti gli appassionati del nostro dialetto per due opere imprescindibili come Il dialetto cremasco: morfologia descrittiva del 2001 e il Vocabolario del dialetto di Crema del 2004, il professor Luciano Geroldi ha ritenuto opportuno riunirle entrambe in questo nuovo volume essenzialmente per tre motivi.
Quanto è bene sapere
I primi due sono di natura squisitamente pratica e rispondono da un lato alle esigenze del pubblico che, essendo tanto l’una quanto l’altra pubblicazione ormai esaurite da tempo, non è più in grado di ritrovarle in libreria; inoltre è parso opportuno “raccogliere in un unico volume una parte significativa di quanto è bene sapere sul dialetto di Crema prima che scompaia del tutto”, agevolando in tal modo la consultazione da parte dei lettori.
Edizione “riveduta e aggiornata”
Il terzo, sostanziale motivo è che il lavoro oggi proposto non è una semplice ristampa di quanto già visto, letto o consultato una decina d’anni fa, bensì una nuova edizione “riveduta e aggiornata” di entrambi i testi: “ampiamente rinnovato” il primo (la sezione morfologica) “dopo la messa a punto di problemi linguistici che ha comportato differenze rispetto a cose da me dette o scritte in precedenza”, ricco il secondo (la parte lessicale) non solo di un centinaio di lemmi in più rispetto alla prima edizione ma anche di molte voci rivedute e ampliate.
Sacchi: il Profilo
Carlo Alberto Sacchi, altro docente illustre delle nostre scuole e di cui è nota la competenza nel campo della critica letteraria nonché la passione per la poesia dialettale, con questa suo “viaggio” molto personale nella nostra letteratura vernacolare del Novecento ha realizzato invece un saggio sostanzialmente nuovo, aggiornato e piacerebbe dire anche completo.
Consultare agevolmente le fonti
Se non che è lo stesso Sacchi ad avvertirci di essersi posto un obiettivo che è anche un limite: l’essersi cioè servito “esclusivamente delle opere pubblicate in volume, tralasciando le composizioni apparse sui vari periodici e sui quotidiani locali, nonché quelle che hanno partecipato ai numerosi concorsi e quelle che sono rimaste solo manoscritte, dattiloscritte o ciclostilate”, allo scopo di permettere che “il lettore possa agevolmente consultare le fonti” e per “rispondere a un criterio formale di completezza”.
Una vera e propria letteratura
Il risultato sono 270 poesie di 37 poeti, raccolte in un testo tutto da “gustare e assaporare”, dissentendo magari su alcuni ingredienti, ma attraverso il quale inevitabilmente e sorprendentemente si rivelano le caratteristiche di “una vera e propria, nonché ricca – per quanto piccola – letteratura”. Da segnalare poi, in appendice al volume, una dozzina di pagine che, sotto il titolo “Il dialetto cremasco: una lingua per la poesia”, distillano una preziosa serie di valutazioni e consigli particolarmente utili a chi voglia dedicarsi a comporre versi in dialetto.