12-09-2024 ore 11:25 | Cultura - Libri
di Angelo Piccolo

L'arte scultorea di Giovanni de Fondulis trova spazio nel libro 'Il fuoco sacro della terracotta'

Nella giornata di mercoledì 11 settembre, in sala Pietro da Cemmo a Crema è stato presentato il libro Il fuoco sacro della terracotta, realizzato con il contributo della Camera di commercio di Cremona e dell’Associazione popolare Crema per il territorio. Il volume nasce dalla ricerca appassionata dell’autore, Marco Scansani, e permette di riscoprire, su solide basi scientifiche, l’opera di Giovanni de Fondulis, uno dei maggiori protagonisti della scultura quattrocentesca, nato e formatosi a Crema. Lo scultore si specializzò nell’arte della terracotta, una tecnica ampiamente utilizzata ed apprezzata nell’antichità etrusca e romana ma totalmente dimenticata nel corso del Medioevo, che proprio nel Rinascimento, e specialmente nella Valle del Po, trovò consacrazione grazie alla sua versatilità venendo apprezzata soprattutto per i contesti sacri.

 

‘Un forte ruolo identitario’

“La valorizzazione dei beni culturali locali – ha dichiara Gian Domenico Auricchio, commissario straordinario della Camera di commercio di Cremona - è uno dei compiti principali affidati dal legislatore al sistema camerale, e la Camera lo persegue con convinzione e determinazione, consapevole del ruolo fondamentale dei patrimoni culturali, nei quali risiede la nostra identità più autentica, per rafforzare la coesione sociale e per stimolare la creatività e l’innovazione. Le terrecotte descritte nel volume costituiscono un importante itinerario che consente di valorizzare un patrimonio diffuso, talvolta dimenticato e misconosciuto, che se contestualizzato e messo in rete, può tornare ad avere un ruolo centrale nell’offerta culturale e turistica del territorio e rappresentare un forte elemento identitario per le comunità che lo custodiscono. Per questo ringrazio Marco Scansani che ha voluto dedicare molto del suo tempo di ricerca a ricostruire la vita e le opere di Giovanni de Fondulis”.

 

Riconnettere le opere ai luoghi d’origine

L’autore della monografia è Marco Scansani, laureato all’Università di Bologna, addottorato alla Scuola normale superiore di Pisa, assegnista di ricerca all’ateneo di Trento, impegnato nella mappatura degli artisti della terracotta e delle loro opere nella valle del Po. “A causa delle vendite incontrollate tra fine Ottocento e inizio Novecento – ha dichiarato Scansani - molte opere dell’artista sono state sottratte dalle loro chiese, dai loro altari per approdare in collezioni e musei prestigiosi: da Berlino a Parigi, da Chicago a Detroit, da Atlanta a Boston. Dopo la dispersione e il lungo oblio il libro consente finalmente di riallacciare il filo che lega le opere ai luoghi d’origine, ai documenti, alle committenze e alla vicenda biografica e artistica di chi le ha magistralmente realizzate”.

 

Le tracce di de Fondulis a Crema

A Crema e nei territori limitrofi, nelle chiese, negli oratori, nelle sacrestie, nei musei e sulle facciate dei palazzi si trovano, nonostante le alienazioni, ancora molte terrecotte quattrocentesche che permettono di ricostruire le radici della storia di Giovanni de Fondulis, le testimonianze della sua prima attività, l’impatto della sua esperienza sulle generazioni successive di artisti, primo su tutti il figlio, Agostino de Fondulis. “Siamo particolarmente soddisfatti – ha commentato Giorgio Olmo, presidente dell’Associazione popolare Crema per il territorio - di aver avuto la possibilità di sostenere la pubblicazione di questo volume che restituisce al pubblico con precisione e completezza un’importante figura appartenuta alla storia del nostro territorio. La cultura, l’arte e la storia locali rappresentano un patrimonio molto importante per ogni comunità. Oltre ad arricchire e precisare nel suo formarsi l’identità d’un territorio, le diverse manifestazioni della vita culturale rappresentano un collegamento dinamico con istanze e influenze provenienti dall’esterno e concorrono, insieme all’intraprendenza economica, a mantenere viva e vitale una collettività. È con questi presupposti che l’Associazione, fin dall’inizio dell’attività a favore del cremasco, ha dedicato una parte significativa delle proprie risorse a promuovere le espressioni e gli esiti prodotti in moltissimi ambiti della cultura locale”.

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