12-06-2023 ore 18:43 | Cultura - Manifestazioni
di Paolo Emilio Solzi

Nietzsche, l’avversario di Vito Mancuso alla seconda serata di Crema del Pensiero 2023

Adversus Nietzsche è il titolo scelto da Vito Mancuso per il suo intervento su Friedrich Nietzsche a Crema del Pensiero 2023. Il relatore si attiene pienamente al titolo, spiegando che a ragion veduta non ha detto contra, come si fa con un nemico, ma adversus, come si addice a un avversario. Mancuso illustra il significato di questa preposizione dal punto di vista metodologico, diagnostico e terapeutico, dopo la premessa che non si tratta di una tattica militare che suggerisce di studiare il nemico, ma piuttosto del bisogno di cogliere il verso di marcia dell’avversario.

 

You say “God” and I say “Say10”

Per comprendere Nietzsche occorre imparare a pensare. È un maestro del pensiero perché è un avversario. Ciò significa “totale condivisione dell’interesse” e “concezione diversa nel modo di coltivarlo”. Con Nietzsche, Mancuso si sente a casa: entrambi sono cresciuti a Bibbia e liturgia, Bach e pianoforte, grecità e riflessione su natura, bellezza, uomo. Anche il relatore ama e a volte odia gli umani. La solitudine però non va intesa come isolamento, ma come concentrazione, “vita volontaria fra i ghiacci e le alture” (Ecce Homo), dove la filosofia è esercizio spirituale in cerca della verità. Questa è diventata per Nietzsche l’unità di misura, rispetto a cui l’errore non è cecità, ma viltà. Nietzsche odia Platone, ma la verità è un faro per entrambi.

 

The weak ones are there to justify the strong

I libri di Nietzsche sprigionano forza e onestà, come gli scritti di Marco Aurelio. Mancuso tuttavia sostiene che non c’è nulla di più importante del bene (inteso come giustizia, armonia, bellezza), mentre il filosofo tedesco squalifica tutto ciò come idiozia, perché per lui niente è più importante dell’essere e della forza che governa la natura (leggete Darwin e capirete). Il bene è una viscida invenzione dei deboli e dei malriusciti, che utilizzano il cristianesimo (morale degli schiavi) per contenere la forza degli uomini superiori (morale dei cavalieri), cioè dell’Oltreuomo. Per Nietzsche, il cristianesimo non è altro che il platonismo per le masse (Sant’Agostino, ispirandosi a Platone, ha formulato i primi dogmi cristiani).

 

Old-fashioned fascism will take it away

Mancuso fa notare che molte frasi deprecabili presenti nelle opere di Nietzsche sono state effettivamente scritte dal filosofo; non sono manipolazioni di sua sorella, come vuole una leggenda. Nietzsche tuttavia morì una ventina d’anni prima della fondazione del fascismo e del nazismo. E anche da vivo non avrebbe mai potuto abbracciare le dottrine nazi-fasciste: era un pensatore “troppo raffinato per tanta grossolanità, troppo intelligente per tanta stupidità”. Semmai Hitler e Mussolini erano nietzschiani. L’ebreo Primo Levi parlava di Nietzsche come ideale maestro di Hitler e non sopportava il suo tono oracolare.

 

Antichrist Superstar

Mazzino Montinari ha curato, insieme a Giorgio Colli, l’edizione critica delle Opere Complete di Nietzsche (in vita dell’autore questi libri contavano pochissimi lettori, oggi si contendono con Platone il primato delle letture filosofiche a livello mondiale). Nel libro Che cosa ha veramente detto Nietzsche (Ubaldini, 1975), Montinari avverte che Nietzsche è una malattia e porta alla morte. La morte è il nichilismo, il crollo dell’etica, la fine dei “pregiudizi morali”, come recita il sottotitolo di Aurora. Secondo Hegel, “la filosofia è il proprio tempo appreso col pensiero”. Nietzsche si sente “postumo”: sa di essere nato troppo presto, di anticipare i tempi. Oggi il suo tempo è venuto. La finanza è diventata più importante della stessa economia. Anche Shakespeare aveva intuito che la perversa passione del potere e del denaro conducono alla tragedia.

 

Time has come, it is quite clear our Antichrist is almost here

Mancuso, di fronte al nichilismo che ci abbandona a un vuoto, perché “manca lo scopo”, invita a rompere il cerchio che dice sempre “io”. L’eterno ritorno non è che un avvolgersi su se stessi, una sterile autoaffermazione del tutto vana se a dire “io” sono otto miliardi di esseri umani. Stefano Bolognini, primo presidente italiano dell’Associazione internazionale di psicoanalisi, confidò a Mancuso che anni fa le persone che si sdraiavano sul lettino dello psicanalista stavano male perché oppresse dal Superego; adesso stanno male perché non hanno più un Superego. L’individuo abbandonato all’Ego è sbandato, non ha freni, pensa che annientare gli altri sia legittimo. Nietzsche scrive in Genealogia della Morale: “la vita si adempie essenzialmente […] offendendo, facendo violenza, sfruttando, annientando”. Per paradosso la filosofia di Nietzsche, nata come aristocratica, è diventata ormai la più popolare. Nessuno vuole più passare per moralista.

 

The Beautiful People

Quel cerchio che si ripete sempre uguale andrebbe trasformato in una virtuosa spirale che sale verso qualcosa di più alto. Cos’è più elevato dell’io? Per Mancuso, non esiste una risposta puramente logica. Ciò che diciamo come filosofi dipende da ciò che siamo come uomini: i nostri concetti non godono di un fondamento logico, ma nascono da un’opzione etica. Al di sopra dell’io esisteva Dio. Ora possiamo chiamare questo Dio “natura”, “giustizia” o “amore”. Infine, all’avversario Nietzsche, Mancuso risponde nel libro Etica per Giorni Difficili (Garzanti, 2022) con le parole dell’imperatore Marco Aurelio, l’uomo più potente del mondo ai suoi tempi, quindi plateale smentita della tesi nietzschiana che riconduce l’etica alla debolezza: “Ama gli uomini tra cui ti è toccato vivere, ma amali veramente. Amali dal profondo del cuore e fa' loro del bene come se stessi facendo del bene a te stesso”. Non è un argomento razionale, ma chi lo pratica si sente bene con il più insidioso avversario: il proprio Ego.

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