Intima, non elitaria, alla portata di tutti. Nel weekend la poesia è rimasta appesa in piazza Duomo per “essere strappata”. I pannelli raccoglievano oltre 120 testi di 60 poeti. Diversi gli stili, diversa la forma, uguale l'obiettivo: divulgare. O meglio, trasmettere emozioni. “Come accadeva un tempo. Per consentire alle persone che lo desiderano di farsi un'antologia personale”. Il tema scelto quest'anno è quello del bacio. Balza all'occhio un componimento che riproduce con la disposizione delle parole due labbra che si sfiorano. Alberto Mori si è fatto trovare ancora lì con il Circolo poeti correnti dopo 27 anni, “perchè la poesia ha un valore sociale. Questa manifestazione colma le distanze. Gli autori si raccontano e restano nelle mani di chi legge”. Un testo non ha “un'interpretazione unica. Conta l'emozione che può donare a ciascuna persona colga quella parola”.
Condivisione
Ai pannelli si sono aggiunti banchetti con i libri e momenti di incontro e di presentazione. Open mic, attimi dedicati alla musica, all'arte, alla poesia. Un focus è stato dedicato alla narrazione del tema del bacio in Spagna e in Italia. Linguaggi diversi, tante sfaccettature per dare forma concreta ed espressione ad un gesto che è da sempre e per sempre sinonimo di cura ed attenzione. O di amore. “Il riscontro che abbiamo ottenuto in queste giornate – riprende Mori – è buono. Come sempre. Perché quella della poesia a strappo è ormai una tradizione viva che merita di continuare”. I pannelli hanno catturato l'attenzione. E le emozioni. “Non è un'esperienza finalizzata ad un premio, è pura condivisione. Il premio sta nell'aver conquistato un lettore che tiene quel foglio tra le mani e se lo porta con sé”. Come a rappresentare un tratto importante del cammino. Condiviso.