Il palazzo comunale di Crema si appresta a compiere cinquecento anni. Lo storico cremasco Luigi Dossena, con il supporto di Bernardo Zanini per le fotografie, ne pubblica la storia, a puntate partendo dagli elementi architettonici dell’edificio. “Dal 9 di agosto 1488, il secondo Torrazzo si chiamava Arco di Piazza, quello che noi oggi possiamo ammirare è la terza torre in ordine temporale. Ebbene, il nostro monumento turrito per trent’anni e anche in seguito nei secoli successivi, veniva chiamato Arco di Piazza. Nel 1525 quando iniziarono i lavori, venne accettato quale fulcro architettonico a cui saranno innalzate le due ali del nuovo palazzo del comune”.
L’intuizione di Pietro da Terno
“Fu l’illuminata partenza di una limpida concezione urbanistica, plasmata da Pietro da Terno e dai suoi sodali nominati commissari dalla municipalità per disegnare un nuovo testo architettonico riformando de facto il consunto e l’angusto palagio del comune risalente alla fine del XII secolo. Dando vita così ad una riforma stilistica, verso una concezione spaziale che ancora oggi possiamo rimirare. Risultando lapalissiana la desiderata tutta rinascimentale di abbracciare idealmente, tutt’attorno al sacro tempio il (Duomo) di Crema, un nuovo equilibrio che fosse speculare si alle direttrici della Serenissima, ma soprattutto a quelle dettate dall’ordine morale e spirituale che ispirava e ispira la nostra piazza, così misurata e signorile”.
Artisti a servizio
“Non è pervenuto il nome dell’architetto che plasmò l’insieme della nuova costruzione, Corrado Verga sostiene ‘il predominio di paternità architettonica dell’opera del costruendo palazzo Comunale’. Illo tempore è ascrivibile a Pietro da Terno. Accanto a se volle tra gli altri soprattutto tre artisti, di cui aveva un rapporto amicale, forse i più insigni che le nostre contrade abbiamo mai dato alla luce: Agostino de Fondulis, Vincenzo Civerchi e Aurelio Buso de Capradossi.