10-10-2021 ore 18:37 | Cultura - Manifestazioni
di Gloria Giavaldi

Locatelli e Lanzoni, maschere autentiche piene di verità, 'ma siamo anche altro'

Anime della fiction Il milanese imbruttito, Germano Lanzoni e Laura Locatelli stanno insieme solo per finta. Solo oltre lo schermo. Lo chiariscono in apertura all'incontro che li vede protagonisti alla nona edizione dei Mondi di carta, incalzati da Monica Caio e Roberta Schira. Di persona sono altri. Lei, alta, bella, “timida, armoniosa”, esploratrice di emozioni. Lui fa ridere, sempre. È un comico, un attore, un musicista, uno scrittore. Abbraccia la comunicazione a 360 gradi. Lo fa con responsabilità. È anche un formatore, per l'appunto si occupa all'università Bicocca di responsabilità dell'azione comica, “una modalità comunicativa che abbassa le difese”. Quando le persone ridono abbandonano sovrastrutture. Sono autentiche. E, in quanto tali, vulnerabili. Laura e Germano sono diversi, ma simili. “Abbiamo scoperto di avere tanti tratti della personalità in comune” esordisce Laura. “Ormai sono sette anni che lavoriamo insieme” le risponde Germano. “Cinque, Germano” sospira e si rivolge al pubblico: “scusatelo, non si ricorda neanche gli anniversari”.

 

Origini cremasche

L'accento cremasco ancora si sente. Laura è nata e cresciuta a Crema. Ha mosso i primi passi di danza frequentando lezioni all'Acli. “Torno da Milano ogni fine settimana” ci confida al termine dell'incontro. “La mia famiglia abita qui”. “La cosa che mi manca di più di Crema? Le vasche ed i momenti di studio sotto i chiostri del Sant'Agostino”. Ovviamente, anche i tortelli cremaschi. “Quelli me li sogno di notte”. Laureata in scienze della comunicazione, Laura è diventata attrice tardi, “troppo tardi”, all'età di 30 anni. Prima lavorava dietro le quinte, nel settore della comunicazione, appunto. Poi ha spaziato dal teatro alla tv. Ora con Germano ha anche fatto un film. Uscirà prima di Natale e si intitolerà Mollo tutto e apro un chiringuito. Dal 2016 fa parte del cast del Milanese imbruttito: prima tipa, poi amante, ora moglie. “Ho inviato il curriculum scrivendo una lettera d'amore”. Mi hanno liquidata con un “grazie, le faremo sapere”. Poi si sono fatti risentire dopo mesi. “Per come eravamo strutturati inizialmente – confessa Germano – aveva un curriculum esagerato. Poi ci siamo consolidati ed appena è stato possibile l'abbiamo richiamata. Ora, eccola qua”.

 

Finzione è verità

Sorride, Laura. È armoniosa, appunto. “Da attrice ho la consapevolezza di indossare una maschera ed ho scelto questo mestiere proprio per questo. Quando posso scegliere i ruoli che mi vengono assegnati, cerco di sperimentare. Di dare vita a quei personaggi che sono lontani dal mio modo di essere, dal mio modo di vivere. Voglio esplorare. Non sono falsa, la recitazione non è mai falsa. Piuttosto è finta. Il bravo attore è vero, deve sempre svelare la verità”. Anche Germano chiarisce subito il suo pensiero sul punto “ogni personaggio ha tre impronte: persona, competenza e ruolo. L'obiettivo è far fruire tutto ciò per svelare una maschera autentica. Non siamo quello che facciamo, ma come lo facciamo. Ho cominciato a fare questo mestiere per gioco” continua Germano. “Certo non pensavo di poterci vivere. Continuo a credere che il ruolo di un artista sia prima di tutto quello di ricordare al mondo la bellezza del creato”. Speaker ufficiale del Milan, Lanzoni nel periodo di lockdown non si è fermato. “I teatri erano chiusi. Avevo tanto tempo libero dunque ho inciso un disco, dal titolo Tanto vale lasciarsi andare,  scritto un libro e fatto un film”. Con un obiettivo: “respirare”.

 

Aggiungere e scoprirsi

L'arte serve pure ad integrare. Meglio ad integrarsi “Il percorso di ciascuno – riprende Laura – è in continuo divenire. Nella vita quotidiana non dobbiamo modificarci, ma aggiungere, integrare il nostro essere. Non possiamo negare ciò che siamo. Rimaniamo alcune cose, ma siamo vasti. Siamo anche tanto altro. Siamo tante cose”. Spesso si tratta solo di scoprirlo. “Non deve esservi giudizio nei confronti di chi è diverso. Personalmente non mi piace essere aggressiva, piuttosto assertiva”. Fa attenzione alle parole, Laura. Le pesa, le maneggia con cura. Ragiona, ma ci mette anima. “Il problema oggi è che si fa comunicazione con poca consapevolezza. Si parla davanti ad un pubblico e non al pubblico. Non c'è un adattamento del contenuto, non si considerano le reazioni”. Non dovrebbe essere così: “ la comunicazione è tale quando passa anche l'anima”.

 

Prendersi cura

Il tempo della riflessione si intreccia in breve a quello della comicità, “veloce e lenta”. “Cosa apprezzo di Laura?” Germano ripete la domanda, ci pensa e poi ironizza: “Il lato Bello della vita”. Ride forte, in modo autentico. Scherzi a parte: “Laura mette ogni persona a suo agio, è questo il bello”. “Io, invece, di Germano apprezzo la cura che presta al lavoro, alle cose, ma soprattutto alle persone. Tranne quando si dimentica di inviarmi i testi” chiosa Laura. L'incontro è finito. Ha vinto la comicità. Di persona sono altri, ma si riconoscono, sono veri. Il pubblico è divertito. Le difese sono a terra. Il sorriso, invece, resta. Scolpito sulle labbra.

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