Il lago Gerundo è mai esistito o è una bella leggenda? Il drago Tarantasio era una creatura in carne e coda o erano le solite dicerie causate dalla madragola e dalla solita mancanza di cibo? In questo racconto cercheremo l'ennesima verità. La geologia ufficiale del nostro territorio certifica zone di sprofondamento e di sollevamento del suolo, sin dai tempi remoti, i
Pianalti di Romanengo, il Dosso di Soncino, sino al
Dosso di Isola Doverese sono ancora lì a testimoniare.
L'area del lago GerundoQuesta era l'area del lago Gerundo, anche se brevemente, prendiamola alla lunga, partiamo dalla solita fine dell'era glaciale, 10 mila e 300 anni fa, il cosiddetto Olocene. Ebbene, la sinuosa e ondulata pianura cremasca è incisa dalla valle del Serio, dalla valle dei Navigli e punteggiata dalle esuberanze cristalline dei fontanili, spalmata da ghiaia, sabbia, limo e argilla.
Il Moso nell'OttocentoEra altresì divisa in tre grandi fasce, l'alta pianura ghiaiosa, la media pianura idromorfa e la bassa pianosa sabbioso/limosa. Fino al 1800 esisteva il Moso, che deriva dal termine limo; era la maggior palude cremasca, nei momenti di massima piovosità, ad ottobre, raggiungeva 7-8 chilometri di lunghezza e 3-4 di larghezza. Col tempo l'uomo ha estratto tutta la torba dalle paludi e livellato un gran numero di dossi.
Le bonificheNel contempo, con le bonifiche, si è impedito che le acque vagassero liberamente. Il Pianalto è lungo almeno 10 chilometri e largo 4, come quello di Romoanengo e si innalza fino a 13 metri. I Dossi hanno un'altezza di sei metri, ad esempio, a Soncino, Soresina, Cavatigozzi e Costa S.Abramo. Esisteva anche il paleoalveo di Genivolta, che si sviluppava dalla Moscona fino ad Annicco. Da qui s'inarcavano i due rami che raggiungevano Paderno Ponchielli e Farfengo.
I frati cistercensiCome racconta Pietro da Terni a metà del Cinquecento, "
il lago Gerundo che già si stendeva tra Chieve e Lodi, era scomparso, si vuole per l'imbrigliamento delle acque dell'Adda, gli ultimi resti erano quei vasti acquitrini che ancora tra il 1100 ed il 1200 ricoprivano la zona di Cadilana e Abbadia Cerreto, ad opera dei frati cistercensi. In seguito all'insediamento dell'abbazia, iniziarono le bonifiche, liberando definitivamente il terreno dalle acque".
Ai piedi del colle EghezzoneCosì veniva descritto invece il lago Gerundo, "che accarezzava l'Insula Fulcheria, il cremasco. Ai piedi del colle Eghezzone si scorgevano un tempo cinque torri a guardia del porto per coloro che navigavano sul mare Gerundo". Di simili torri, un'altra sorgeva svettando fra il lussureggiante fogliame presso Rivolta Secca, la nostra Rivolta d'Adda. Un'altra ancora si stagliava possente nei cieli azzurri presso Pandino. Sul limitare del Cremasco sappiamo che la villa di Chieve -
Clivus - era adagiata come una bomboniera in riva al lago e che nella zona si ritrovarono certe colonne di legno di rovere con enormi catene di ferro, a cui, nel remoto passato si legavano, dopo l'attracco, le imbarcazioni.
La costa del lagoSe Chieve era posta sulla riva di Levante e il colle Eghezzone a Ponente, il lago Gerundo si estendeva per circa 7 miglia. La costa del lago inizia in prossimità della chiesa di S.Maria della Vittoria, a Pandino e da nord a sud discende serpeggiando per Palazzo Pignano, Monte Cremasco, Vaiano, Bagnolo, Chieve, Casaletto Ceredano, Credera, Rubbiano, Moscazzano, Montodine e Cascina Saragozza. Indi, attraverso Gombito e Formigara si appiattisce fino a scomparire nei prezzi di Pizzighettone.
La bontà delle acquePer la bontà delle acque, nel lago vivevano moltissimi pesci: tinche, carpe, alboresse, anguille, bose, lamprede, cavedani, barbi, lucci, trote e temoli che mangiavano le
pagliuzze d'oro, che si trovano tutt'ora nella sabbia del Serio. Le acque irrigavano e
rendevano fertilissimi i terreni e, racconta il Terni, tra l'inizio del 1500 ed il 1550
è tanto forte la trasformazione in atto che "
gli argini del fiume Serio sono stati alzati di quindici braccia". Nella zona al confine col Bergamasco, quindi tra Sergnano, Mozzanica, e Barbata, c'erano molte isole di buona grandezza, il tutto sormontato da due lembi di terra del tutto simili a due corna.