Concilio Vaticano II, 51 anni fa l'apertura. Voluto da Giovanni XXIII, papa Francesco richiama oggi la Chiesa alla sua vera missione: la misericordia e la tenerezza
La chiesa celebra venerdì 11 ottobre la festa liturgica del beato papa Giovanni XXIII, non nel giorno del dies natalis, com'è tradizione ecclesiale - 3 giugno 1963 - ma nel giorno in cui ha inaugurato il Concilio Ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962. Nuova pentecoste del secolo XX, è stato definito questo evento inaspettato e inatteso, tanto che lo stesso papa, il giorno in cui l'aveva annunciato, 25 gennaio 1959, di fronte ai cardinali riuniti nella basilica di San Paolo fuori le mura, in Roma, aveva annotato nel suo diario personale di aver trovato volti "molto incerti e distaccati dalla notizia comunicata".
Aggiornamento
Dopo tre anni di lavoro intenso, che aveva visto arrivare in segreteria di Stato desideri e richieste espressi dai vescovi di tutto il mondo e da tante altre persone, religiose e laiche, interpellate in merito, la parola che il papa ha voluto offrire come sintesi è stata "aggiornamento, con lo scopo di fedeltà alla tradizione autentica della chiesa e con uno sguardo di attenzione benevola all'uomo contemporaneo".
Le fonti della fede
La tradizione richiamata avrebbe portato i padri conciliari a riscoprire le fonti della fede quali la bibbia, i Santi Padri e la liturgia, sorgenti sempre feconde del cammino della chiesa, dimenticate da un'eccessiva interpretazione filosofica, soprattutto tomista, del mistero cristiano. Si trattava invece di rinverdire le radici di una fede non ridotta a cultura occidentale, ma incarnata in tutti i popoli della terra.
Segni dei tempi
Papa Giovanni era molto legato a questa tradizione, sia per l'esperienza in oriente come per il suo studio sulla storia della chiesa; ma era anche sensibile verso i problemi dell'uomo, da lui chiamati "segni dei tempi". Lo sforzo del Concilio era proprio legato a questa duplice fedeltà: alle radici della fede e all'uomo che chiedeva una parola di verità su tutti i problemi che il pontefice aveva individuato in tre: promozione della donna, elevazione della classe operaia, liberazione dei popoli di colore da ogni forma di colonialismo.
Gaudet mater ecclesia
Quel mattino di 51 anni fa, il celebre discorso Gaudet mater ecclesia - gioisce la madre chiesa - aveva indicato le direttive all'evento conciliare: la misericordia come unica medicina offerta dal Vangelo all'uomo e non più condanne o scomuniche come si era verificato nei venti concili ecumenici precedenti tanto che definì questa assise "pastorale" e non dogmatica.
Le contestazioni
Questa definizione non è stata accettata da tantissimi contestatori, soprattutto di stile conservatore come i seguaci di monsignor Lefebre perché ritenevano che un Concilio vero debba essere definitorio, portare delle definizioni precise con relative scomuniche. Papa Giovanni invece molto sensibile e vicino alla fatica dell'uomo intendeva invece presentare un messaggio cristiano, certamente completo nella sua esposizione senza riduzioni o concessioni facili, ma molto vicino al cuore dell'uomo, quanto mai bisognoso di calore, affetto e di comprensione.
L'aurora di papa Francesco
Se oggi papa Francesco manifesta con chiarezza il cuore misericordioso e tenero di Dio Padre, papa Giovanni è stato certamente il primo che dopo i drammi delle guerre mondiali e delle successive povertà inaugurava l'aurora di un giorno che avrebbe poi continuato a illuminare la chiesa e l'umanità intera.