10-05-2024 ore 20:38 | Cultura - Musica
di Annamaria Carioni

Mauro Repetto conquista il San Domenico: il superpotere è affrontare la vita con il sorriso

“Alla ricerca dell’Uomo Ragno”, lo spettacolo che segna il ritorno sulle scene di Mauro Repetto, ex 883, ha incontrato il favore del vibrante pubblico, accorso giovedì 9 maggio 2024 al teatro San Domenico di Crema. A sipario ancora chiuso, in attesa di applaudire l’artista, l’atmosfera è scivolata piacevolmente verso gli anni ’80: le note di Big in Japan degli Alphaville e di Take on me degli A-ha, diffuse in sala dagli altoparlanti, hanno predisposto gli animi degli spettatori al viaggio musicale, che stava per iniziare. In apertura di serata, Maurizio Colombi e Stefano Salvati, che hanno scritto e prodotto lo spettacolo, hanno intrattenuto e galvanizzato il pubblico, proponendo una serie di sondaggi per alzata di mano del tipo: “Quanti di voi sono di Crema? Quanti di voi sono fans degli 883?”. Poi, spiegando brevemente che si stava per assistere alla rappresentazione di una grande metafora, ricca al suo interno di tante altre metafore, hanno lasciato il palco all’Uomo Ragno, in veste di ballerino.

 

Once upon a time
Subito si è diffusa una sinfonia musicale, in stile film a cartoni animati della Disney: è parso l’inizio di una favola e forse lo è davvero la storia di due ragazzi di Pavia, che si sono incontrati al liceo e che per gioco hanno iniziato a scrivere canzoni in un garage o ai tavolini di un bar. Mentre scorrono le fotografie di Repetto, che, prima bambino, man mano cresce sino a divenire un adolescente dai lunghi capelli chiari, si riconoscono nell’arrangiamento le melodie dei grandi successi degli 883, per ora solo accennate, ma poi protagoniste assolute della serata.

 

L’intervista e l’I.A.
Quando l’abbiamo raggiunto telefonicamente una settimana fa, Mauro Repetto ci aveva assicurato che lo spettacolo sarebbe stato una scorpacciata di musica targata 883 e molto altro. Le promesse sono state mantenute e, anzi, il gradimento è andato ben al di sopra delle aspettative: assolutamente d’effetto l’idea di servirsi dell’intelligenza artificiale per far dialogare Flash (questo il soprannome di Mauro al liceo) con Max Pezzali adolescente e con se stesso adulto, generando dialoghi irriverenti e carichi di simpatica ironia.

 

Lei che sogno ha?
Il cantante si dimostra disinvolto, empatico e si rivolge al pubblico con familiarità, come si farebbe con gli amici in salotto o al bar, chiedendo quali sogni abbiano gli spettatori. Il pubblico sta al gioco, partecipa con entusiasmo: c’è chi desidera diventare calciatore, chi salire su un palco come il suo beniamino, chi raggiungere la pensione. “Sognare è come essere innamorati – spiega Repetto, rivolgendosi ai molti pluri cinquantenni presenti in platea – Alla nostra età anche i ricordi diventano sogni. Questa sera vi racconterò il mio”.

 

Alla corte di Cecchetto
Un black out avvolge la scena: sugli schermi ai lati del palco appare Parigi, dove Mauro vive attualmente con moglie e figli. La città è completamente al buio e poi arrivano le immagini di Pavia, senza una sola luce. Ecco la metafora: i due menestrelli Flash e Max si ritrovano in una sorta di medioevo alla corte del duca Claudio Cecchetto, che muove i fili della discografia e che è attorniato dal giovane Lorenzo Jovanotti, da ser Fiorello e tanti altri giullari. Questo è l’inizio di una storia, che vede due ragazzi pieni di talento rappare canzoni nuove, dallo slang giovane: Non me la menare, Sfigato, Tieni il tempo. “Una D e un uncino, dj Cecchetto, eravamo finalmente al suo cospetto – ricorda con emozione Mauro – noi ci provavamo sempre con il rap e anche con le ragazze”.

 

Una biografia musicale
Repetto racconta la sua verità e lo fa in modo genuino, credibile: interpreta indimenticabili successi come Nord sud ovest est, Sei un mito e Come mai, insieme al pubblico, che non si risparmia, anche grazie alla modalità karaoke, che fa scorrere le parole delle canzoni sullo schermo a fondo palco, e si muove a tempo con energia, recita, suona la chitarra. E’ la rivincita, se mai ce ne fosse bisogno, di un ragazzo che ballava in modo surreale tre metri dietro al suo compagno d’arte e che dimostra di essere un performer completo e carismatico. 

 

E l’Uomo Ragno?
Sul palco, oltre a Spiderman, ci sono anche Marco Guarnerio, chitarrista, arrangiatore e produttore di tutti i successi degli 883, e Angelon Célie, una splendida cantante soul, mezzo soprano, dalla voce potente e raffinata, che non ha nulla da invidiare alle grandi interpreti internazionali. Lei personifica l’amore, che Mauro ad un certo punto insegue invano e che cambia il corso della sua vita. “Se anche potessi riavvolgere il nastro – confida con tono intimo l’artista - non cambierei nulla. Nessuno può uccidere l’Uomo Ragno, perché è in ognuno di noi. Tutti abbiamo un potere da supereroe: il superpotere è affrontare la vita con il sorriso”. E via a cantare tutti insieme come in una catarsi liberatoria la famosa canzone sulla morte di Spiderman, una fake news, ora lo sappiamo con certezza.

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