“È la dimostrazione che ciò che facciamo conta”. Tutto l'amore, l'empatia che infondono e che viene restituito loro dalle persone che incontrano, dal desiderio di abbracciarle, di stringere le loro mani, di porgere una carezza, come potesse avere un effetto balsamico per le ferite dell'anima, è racchiuso nel loro sorriso dolce, nel loro sguardo complice e malinconico, nella mansuetudine e nella irriducibile tenacia nel proseguire il compito di far memoria. Andra e Tatiana Bucci Perlow sono sopravvissute all'orrore del campo di concentramento di Auschwitz Birkenau, al tentativo di cancellarne l'identità, le radici e gli affetti. A Crema, insieme allo storico Marcello Pezzetti, hanno vissuto una giornata intensa, nell'ambito della rassegna dell'amministrazione comunale, intitolata La storia siamo noi. Hanno regalato alla città un momento indimenticabile.
L'ultimo inganno
La sera hanno partecipato ad un intenso incontro in sala Alessandrini, mentre in mattinata hanno incontrato centinaia di studenti e raccontato da testimoni, da persone direttamente coinvolte nei fatti, la storia racchiusa nel film Kinderblock: un documento scioccante, che rende la memoria dei bambini barbaramente uccisi dai nazisti nel tentativo di nascondere le prove delle loro aberranti sperimentazioni. Tra i protagonisti di questa terribile vicenda c'è anche loro cugino Sergio De Simone. Un giorno, mentre si trovavano ad Auschwitz, nella baracca riservata ai bambini, Mengele chiese subdolamente: "chi di voi vuol rivedere la mamma faccia un passo avanti". Era una scusa: servivano bambini per effettuare test sulla tubercolosi. Per lui, bambino di sette anni, e per molti altri fu l'ultimo inganno. Furono usati come cavie ed eliminati con una brutalità disumana. Come scrisse Primo Levi in Se questo è un uomo, "se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre".