09-12-2014 ore 21:07 | Cultura - Storia
di Simone Riboldi

Crema, museo civico. La breve storia del Sant’Agostino: dai frati agostiniani al centro culturale, passando per Napoleone

L’attuale sede del Museo civico di Crema e del Cremasco nacque come convento nel 1439, quando venne edificato per ospitare una comunità di frati agostiniani, esponenti dell’Osservanza di Lombardia. Caratterizzata da una forte attenzione alla cultura umanistica ed allo studio fu una delle protagoniste del rinnovamento della Chiesa nel corso del Quattrocento: non per niente il convento cremasco ospitava una ricca biblioteca, andata purtroppo dispersa ai tempi delle soppressioni napoleoniche.

 

I frati agostiniani

Il convento venne articolato su due chiostri, su cui insistevano le varie pertinenze, la più importante delle quali è di sicuro il refettorio, oggi salone Pietro da Cemmo, che ospita i pregevoli affreschi realizzati nel 1507 dall’omonimo pittore bresciano. Il convento ospitò i frati agostiniani fino al 1797, quando, in concomitanza con le leggi emanate da Napoleone che miravano a limitare la diffusione degli ordini religiosi, con il contemporaneo incameramento dei beni degli enti soppressi da parte dello Stato, anche la comunità monastica agostiniana venne soppressa.

 

La caserma ed il telegrafo

Iniziò così la seconda fase della vita dell’edificio, che passò dai fasti conventuali alla mesta trasformazione in caserma, destinata ad ospitare prima le truppe francesi, poi i soldati asburgici ed infine le truppe del Regno d’Italia fino al 1945. Una volta diventato caserma il convento subì numerosi rimaneggiamenti, il più evidente dei quali, intorno al 1830, fu la demolizione della chiesa annessa al convento. Peraltro già nel 1811 ne era stata abbattuta la cupola perché ostacolava il buon funzionamento del telegrafo ottico attivo fra Milano e Soresina.

 

Crema, il centro culturale Sant'Agostino (foto © Cremaonline.it)

Il centro culturale

Negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale è divenuto rifugio dei poveri della città ed è stato destinato agli usi più svariati; nel 1953 l’ex convento fu acquisito al demanio comunale e fatto oggetto di una significativa campagna di restauri a partire dal 1959 che portò alla scoperta, grazie alla contessa Winifred Terni de Gregorj, degli affreschi del salone da Cemmo, fino ad allora coperti da uno strato di catrame, intonaco e calcina, ed alla trasformazione dell’ex caserma, grazie all’architetto Amos Edallo, in centro culturale sede della biblioteca e del museo cittadini.

 

Bibliografia

Chi volesse approfondire le secolari vicende dell’ex convento di S. Agostino può consultare: Insula fulcheria, 43 (2013), Crema patria dell’Osservanza agostiniana di Lombardia; Maria Luisa Fiorentini e Laura Radaelli, L’ex convento di S. Agostino, in Insula fulcheria, 20 (1990), pp. 9-127; Mario Perolini, La soppressione del convento di S. Agostino in Crema, Crema, Al grillo, 1972.

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