08-11-2013 ore 15:28 | Cultura - Storia
di Luigi Dossena

Historia et imago Cremae, l'impianto di illuminazione della città, dalla Serenissima ai 67 fanali a olio di Bortolo Bortolli

Crema, piazza Duomo. Se il Duomo è l'anima della città, piazza Duomo è il cuore e la materia grigia, pulsante di Crema e dei cremaschi. Da sempre è la piazza maggiore; Crema fu divisa in 27 vicinìe già sul finire del XII secolo e il centro cittadino era chiamato 'vicinìa della piazza'.

La piàsa magiore
Pietro Da Terno, nella sua 'Storia di Crema' la definita la piàsa. Talvolta aggiungeva 'la piàsa magiore'. Nelle carte, negli stradari, nella toponomastica, piazza Duomo assurse a varie nominazioni. Nell'estimo del 1685 è 'la piazza grande', nel 1704 viene ascritta dal cartografo Mortier alla francese, Grand place. Bolzini, il cartografo cremasco, nel 1736, nella sua opera la mette come Piazza d'Arme, retaggio di quanto sino al 1600 si allestiva con tratto militare e in gran pompa fra disfide, giostre, tornei e altre giocolerie.

Piazza del Mercato dei Grani
Nella pianta stampata nel 1813 del Bellati è indicata come piazza Duomo, nel 1857 il cartografo Donati la posiziona come 'piazza maggiore'. Nel 1867 si legge nello stradario che piazza Duomo viene divisa addirittura in tre parti: piazza del Vescovado, piazza del Duomo a sera e piazza Maggiore a mezzodì del Duomo. La parte afferente al Vescovado in passato era indicata quale piazza del Mercato dei Grani, fino al 1842, quando le granaglie e i sensali furono dirottati sotto le ampie arcate del mercato coperto di piazza Trento e Trieste.



E luce fu
Nel 1870 altro cambio. Dopo tre anni viene steso un ennesimo stradario e piazza Duomo torna divisa in due: piazza Vescovado e piazza Duomo: il 22 aprile 1930 il podestà di Crema con una delibera sentenzia che piazza Duomo è solo e solamente piazza Duomo. Prosit. E luce fu. Crema, anno del Signore 1802. A causa delle frequenti risse, tumulti, omicidi che accadevano in città durante le ombre della notte, il presidente della comunità cremasca Luigi Massari stava per invitare i cittadini a munirsi di un lume per il tragitto cittadino dopo le ore 2, come era costume sotto il governo della Serenissima, pena l'arresto immediato.

Dai fanali a olio all'elettricità
La soluzione a questo disagio, per la municipalità arrivò da tal Bortolo Bortolli, bergamasco di Bergamo, che su ordine del comune di Crema fabbricò 67 fanali a olio e li posizionò per il borgo, così si ebbe, pur attraverso molte difficoltà la prima pubblica illuminazione, che durò fino al 1868, sostituita poi da quella a petrolio. Nel 1873 il petrolio andò in soffitta, bypassato dall'illuminazione a gas, ricavata dal carbone fossile. Passarono 12 anni e nel 1885 arrivò in riva al Serio il primo impianto elettrico e così d'incanto per le vie della città, chiarore notturno fu.
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