08-04-2024 ore 17:33 | Cultura - Musica
di Annamaria Carioni

Cinque giorni da trent'anni: emozionante concerto data zero di Michele Zarrillo a Crema

Il teatro San Domenico è sold out per la data zero del concerto Cinque giorni da trent'anni: non si vede una sola poltrona vuota, sono anche state aggiunte alcune sedie. Michele Zarrillo si fa aspettare come una sposa e il numerosissimo pubblico è impaziente di vederlo e di sentirlo cantare. Le prime file sono occupate dai fan club del cantautore: gli aficionados sono arrivati da Roma e da diversi altri luoghi d'Italia solo per lui. Accanto a me sono seduti Lele e Roberta, fan appassionati del cantante: vengono da Monza e hanno trascorso la giornata in giro per la città. Mi dicono che il centro storico è molto suggestivo e che si sarebbero fermati volentieri qualche ora in più. Aspettiamo insieme l'inizio del concerto, chiacchierando piacevolmente di tortelli cremaschi e di musica.


Musicisti di altissimo livello
Finalmente, alle 21.30 si apre il sipario e Michele Zarrillo fa il suo ingresso sul palco, accompagnato da un boato di approvazione e da un eccezionale team di musicisti di altissimo livello: Roberto Guarino e Andrea Valentini alle chitarre, Andrea Rongioletti alle tastiere, Danilo Fiorucci al basso, Pino Vecchioni alla batteria e con loro il violinista Andrea de Luca. Anche il cantante dimostra di essere un esperto musicista, chitarrista, pianista e persino percussionista. E' un ensemble affiatato, energetico, che si propone con semplicità e maestria, coinvolgendo fin da subito il pubblico.

 

Dinamico e romantico
Zarrillo ha alle spalle una discografia importante ed una carriera altrettanto solida, iniziata come solista con la vittoria al Festival di Castrocaro nel 1979 e proseguita senza interruzioni fino ad oggi: i suoi capelli sono candidi, ma la sua energia ed il suo entusiasmo sono quelli di un ragazzo. “Domani spoglieremo i pensieri e potremo toccare la pelle”. Con questo verso del brano Domani inizia il concerto: i testi sono vera poesia, le strofe sono metafore, che richiamano immagini di vita vissuta e rincorrono emozioni. “Prenderemo dal cuore degli altri quello che oggi il nostro cuore ci toglie” continua la canzone  ed è già magia. Dinamico e romantico l'artista romano canta le emozioni di tutti e il pubblico canta con lui.

 

L'empatia con il pubblico
“C'è sempre questa situazione particolare quando si parte con un tour – spiega Michele, divertito e sorridente – qui c'era questa nicchia, in questo posto così storico meraviglioso per mettere in piedi due ore di emozioni e di musica. Un applauso da parte mia a tutti voi per l'accoglienza. Sono veramente felice e non so come dirvi quanto sono grato per tutto questo. Stiamo passando molti anni insieme e questo è meraviglioso. Ogni volta che ricomincia un tour è come un ripasso mentale, un ripasso emozionale, un ripasso di vita”. Una voce grida dalla sala “Vai, Michele!”. L'affetto del pubblico è palpabile.

 

Passione e tormento
Il concerto prosegue con un ritmo sostenuto, snodandosi tra momenti gioiosi o intensi, molto diversi tra loro sia per il contenuto dei testi che musicalmente: il pezzo L'acrobata, suonato al pianoforte da Zarrillo, commuove e fa riflettere sull'immagine della vita simile ad un trapezio, appeso al quale ogni uomo si mantiene in equilibrio precario, ma con il cuore pronto a rischiare, Mani nelle mani e L'amore vuole amore fanno risuonare nel teatro e nel profondo di ogni spettatore il sentimento più bello e più potente di tutti, impastato di ricordi, di passione e di tormento. Arriva anche il momento giusto per dedicare al compianto amico paroliere Giampiero Artegiani un ricordo, che “scivola via come una foglia sul fiume” per poi virare verso sonorità jazz.

 

Una sfilata di successi
Zarrillo si toglie la giacca blu e resta in scena con una candida camicia, che assorbe il colore delle luci e il calore degli applausi, poi imbraccia la chitarra elettrica per un assolo mozzafiato da rockettaro doc e subito dopo la chitarra acustica per scandire i ritmi calienti del brano Aiutami, aiutami. La serata vola sempre più in alto: è il momento di interpretare i più grandi successi: Una rosa blu, Ragazza d'argento, La notte dei pensieri. Il pubblico duetta dalla sala con il cantante, che mostra di gradire questa partecipazione e la incoraggia. Ora la camicia aderisce madida alla schiena: Zarrillo sta donando ogni respiro insieme alla voce piena, precisa e limpida. Non c'è distanza con le interpretazioni registrate nei dischi e nei cd. È una voce che esplode potente dal centro del suo petto e della sua anima. I presenti rispondono con ovazioni ed interminabili applausi.

 

Cinque giorni da trent'anni
Il concerto si chiude con due capolavori intramontabili: L'elefante e la farfalla, quasi una moderna sinfonia, che racconta la favola di un amore impossibile, in cui il cantante sembra dirigere un'orchestra immaginaria di musica, acqua e cielo tra la commozione generale e la famosa canzone Cinque giorni, che compie trent'anni,  dopo essere stata cantata per la prima volta nel 1994 al festival di Sanremo e che dà il nome al tour 2024. E' una carriera costellata di numeri significativi: 13 partecipazioni al festival della canzone italiana, più di 30 compilation, più di 2 milioni di dischi venduti e lui che resta il numero 1 nel cuore dei suoi fan e di tutte le persone che amano emozionarsi e che non hanno paura di entrare in intimità con quella musica e quella poesia, che sanno trasformare il cuore.

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