08-04-2014 ore 19:24 | Cultura - Usanze
di Paola Adenti

Urgnano: un intero pomeriggio per presentare agli addetti ai lavori le novità al Museo e Villaggio Africano. Porte aperte alla tecnologia nel rispetto delle tradizioni

Un Open Day lungo un pomeriggio, quello dello scorso 6 aprile, organizzato con il contributo della Regione Lombardia per presentare una nuova sala arte, le attività e le nuove applicazioni tecnologiche all'interno del Museo Africano sito in località Basella ad Urgnano, in provincia di Bergamo. Rivolta principalamente agli addetti ai lavori, organizzatori di attività all'interno di Centri Ricreativi Estivi, Grest e scuole, ma aperta anche ad amici e sostenitori, la giornata si è svolta all'insegna delle novità, della tecnologia e della festa.

 

La nascita

Il Museo, oggi conosciuto in tutta Italia, ha una storia lunga 30 anni. Nel 1984 a Calcinate, all’interno del convento dei Missionari Passionisti, venne aperto al pubblico il “Museo d’arte e cultura africana Pio XI”. Il materiale etnografico raccolto dagli anni ’60 ai primi anni ’80 nei viaggi nelle missioni in Kenya e Tanzania e proveniente da donazioni private, fu esposto da padre Fulgenzio Cortesi in due sale della struttura: una dedicata alla sezione artistica e l’altra alla didattica. L’esposizione degli oggetti d’uso quotidiano avrebbe avuto il compito di conferire dignità alle culture dell’Africa subshariana. A cinque anni di distanza venne inaugurato il “Villaggio Africano”, un’esposizione “en plain air” di diverse tipologie di abitazioni africane appartenenti a popolazioni dell’Africa Occidentale e Orientale. In seguito la sala didattica fu destinata ad ospitare mostre temporanee legate alla vita quotidiana nel continente, dai giocattoli dei bambini agli strumenti musicali.

 

Museo e Villaggio Africano (foto © Cremaonline.it)

 

Il trasferimento

Dopo la cessione a privati del Convento ospitante, fu necessaria una reimpostazione degli allestimenti in funzione della costruzione di una nuova sede, a Basella di Urgnano, all’interno della casa provinciale. Nel 2000 Franco Monti, vice presidente dell’Associazione Internazionale di Studi Etnografici, per andare incontro alla difficoltà che i Passionisti stavano affrontando per mantenere in vita il Museo, decise di consegnare in comodato d’uso per un periodo di dieci anni 33 opere della sua vasta collezione raccolte nei suoi numerosi viaggi effettuati sin dagli anni '50 in Africa.

Si sarebbe creato un Museo Africano dedicato all’esposizione dell’arte dell’Africa del passato e dell’Africa contemporanea con una particolare attenzione rivolta alle tematiche interculturali che l'avrebbero fatto diventare Centro di ricerca sull’arte e sulle culture africane.

 

Nuova collezione, nuova guida

Il Museo è stato tra i primi a dotarsi di percorsi audio visivi presentati anche per mezzo della lavagna interattiva multimediale ed oggi la guida è disponibile sui tablet presenti in loco e fruibile attraverso i dispositivi personali dei visitatori come iPhone, iPad, smartphone grazie alla rete wi-fi nelle sale. I contenuti della guida, aggiornati ad ogni collezione, sono consultabili anche sul sito del museo. Altra novità esclusiva è l'interazione con il Museo e tra visitatori attraverso una sorta di blog in diretta.

 

Museo e Villaggio Africano (foto © Cremaonline.it)

 

La giornata

L'Open Day è stata una giornata intensa che si è aperta con il saluto delle autorità. Padre Giuseppe Cortesi, Direttore del Museo, ha ringraziato lo staff dei collaboratori che permettono alla struttura di vivere e di accogliere ogni anno migliaia di visitatori. Ha salutato i convenuti anche Padre Danilo Mazzoni, Superiore Provinciale, nell'abito dell'Ordine dei Passionisti. Presente in rappresentanza dell'Amministrazione Comunale, del Sindaco e dell'Assessore alla Cultura, il consigliere Pietro Saltalamacchia che ha definito il Museo Africano un valore aggiunto all'offerta storica, artistica, ambientale e culturale del territorio di Urgnano. La signora Luisa Lavazza, collezionista, ha dato al Museo ben 300 pezzi in comodato d'uso: la nuova collezione in esposizione. Ha elogiato il rapporto esclusivo ed interessante che la struttura ha saputo instaurare con i giovani frequentanti le scuole di vario ordine aiutandoli a rapportarsi con il Continente Africa. Fine conoscitrice del Continente dove ha vissuto e lavorato per anni nell'area Centro Occidentale, ha condotto il pubblico in un viaggio virtuale fra storia, arte e geografia parlando della collezione, frutto di passione, nata a partire dagli anni '70.

 

La scuola

Flavio Pessina, responsabile della sezione didattica, scuole ed esperto culturale, ha presentato ulteriori aperture alla tecnologia. La pubblicazione della guida su dispositivi permette una navigazione completa in tutta la collezione, è supportata da immagini molto dettagliate, comprende testi, filmati, traduttore in diverse lingue in previsione dell'Expo 2015 ed è fruibile anche dagli ipovedenti. È comunque presente una guida cartacea, agilmente consultabile anche dai più piccoli. Ogni anno il Museo di Urgnano conta 12/15 mila presenze. Si tratta di bambini e ragazzi a partire dalla scuola dell'infanzia fino alla secondaria di secondo grado, centri estivi e grest provenienti da tutta la Lombardia, il Nord Italia e dalla Svizzera. Ha riferito il responsabile che il Museo è inoltre in contatto con varie Università per l'attuazione di particolari progetti. La struttura sarà straordinariamente aperta le domeniche di maggio per visite, su prenotazione, di gruppi e famiglie. Il pomeriggio è proseguito con la visita guidata alla nuova collezione, illustrata dalla signora Lavazza, e con la libera partecipazione dei presenti ai vari laboratori.

 

Museo e Villaggio Africano (foto © Cremaonline.it)

 

Afrospettacolo fra i colori

Spazio alla fantasia, ai colori e alla tecnica con il laboratorio di batik con i tamponi su stoffa intrisi di cera liquida dalla simbologia ghanese e il laboratorio tingatinga, dal nome del pittore ideatore della tecnica. Nata in Tanzania, quest'ultima permette di dipingere in modo non convenzionale e al di là degli schemi, animali e paesaggi con vernici dai colori basici. La visita al villaggio africano riprodotto in dimensioni reali permette un viaggio fra attività lavorative e capanne in un ideale gioco di ruolo che appassiona i bambini ed affascina gli adulti. Ogni visita prevede la partecipazione attiva ad un afro spettacolo in compagnia del coinvolgente Manicongo, nome d'arte per una pluridecennale presenza al Museo: l'attore, scrittore, mediatore culturale Pègas Ekamba. Tre i laboratori da lui condotti: musicale, espressivo, narrativo.

 

       Wake up - Vite parallele

Pègas Ekamba è certezza di divertimento e coinvolgimento all'interno delle attività laboratoriali. Primo di 13 figli, è originario del Congo, dove si è diplomato all'Istituto Nazionale d'Arte e di Spettacoli di Kinshasa, e vive da anni in Lombardia. Nutrito il suo curricolo in campo artistico. Ha recitato in svariate produzioni cinematografiche nelle quali ha lavorato, fra gli altri, con Carlo Vanzina, Stefano Sollima, Diego Abatantuono, ha preso parte alle serie "La nuova squadra" e "Vento di ponente" ed è stato ospite di testate e reti televisive soprattutto per i vari progetti legati all'Africa nei quali è coinvolto. Ha pubblicato da poco "L'Africa che fa!!!" e sta ultimando il suo primo lungometraggio: "Wake up - Vite parallele". È un progetto in cui crede molto e nel quale ha investito molte energie. Un padre, un figlio, due generazioni, vite parallele in un turbinio di emozioni scaturite da riflessioni sulla nuova realtà socioculturale, economica, sull'emigrazione e sulle nuove generazioni. Un mondo nel quale emergono anche i ricordi e i  vissuti di Pègas bambino, la vita in Congo, la nonna, il mondo degli spiriti e dei saggi.

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