08-03-2023 ore 18:07 | Cultura - Mostre
di Paolo Emilio Solzi

Dopo il Botto, una mostra del fumettista Zerocalcare alla Fabbrica del Vapore a Milano

Presso La Fabbrica del Vapore a Milano, in via Procaccini n.4, è possibile visitare fino al 23 aprile la mostra Dopo il Botto del fumettista Michele Rech, in arte Zerocalcare. Amato, controverso, radicale, è una delle voci di denuncia più popolari dell’attualità. Nipote di una pittrice francese, cresciuto nel quartiere romano di Rebibbia (dove abitò anche Pier Paolo Pasolini), dopo aver visto Jurassic Park da ragazzino decide che da grande farà il paleontologo, ma cambia idea quando capisce che c’è troppo da studiare. Resta segnato dall’esperienza al G8 di Genova nel 2001. Un anno dopo disegna La Nostra Storia alla Sbarra, il suo primo fumetto (composto da sole sei tavole) destinato a finanziare la difesa legale di alcuni manifestanti arrestati per devastazione e saccheggio. In seguito collabora come illustratore con il quotidiano Liberazione, la rivista Wired, i settimanali L’Espresso e Internazionale, gli editori BeccoGiallo e Bao Publishing; realizza copertine di album e locandine per concerti punk, volantini e striscioni per cortei contro lo sgombero di case occupate, fino a diventare il più influente fumettista italiano contemporaneo.

 

Il portavoce della generazione dei millennials

L’esposizione alla Fabbrica del Vapore racconta soprattutto la frammentazione sociale all’indomani del Covid. L’assessore alla cultura Tommaso Sacchi scrive nel catalogo di Bao Publishing: Zerocalcare, un millennial classe 1983, “è considerato il portavoce dissacrante e ironico della sua generazione”. Dopo il Botto “è una mostra che, con oltre 500 tra tavole originali, video, bozzetti, illustrazioni […], permette ai visitatori di intraprendere un viaggio all’interno dell’universo zerocalcaresco. Una città immaginifica e post-apocalittica, emblema delle cicatrici lasciate nella società” dalla pandemia, “è l’allestimento scelto per questo percorso espositivo lungo il quale incontreremo le diverse anime di Zerocalcare”: quella più introspettiva e quella “legata ai grandi temi sociali e politici”.

 

La pandemia come l’impatto di un meteorite

Maria Fratelli, direttrice della Fabbrica del Vapore, spiega: “Il messaggio di fondo è un anelito alla resistenza, una ribellione silenziosa […] all’indifferenza, alla rassegnazione all’ineluttabile catastrofe che il Covid ha annunciato con il suo botto deflagrante”. La curatrice della mostra Giulia Ferracci aggiunge che in Dopo il Botto “si snodano i poli tematici di Zerocalcare con centinaia di fumetti riferiti alle ingiustizie sociali, agli eventi politici nazionali, alla popolazione curda, alla realtà punk e ai movimenti autonomi”. L’altro lato zerocalcareo “racconta in maniera divertita il mondo intimo dell’autore, le storie di tutti i giorni, gli eventi biografici, i personaggi buffi e le grandi icone pop dei cartoni degli anni Novanta. Al centro dell’esposizione campeggia il disegno di un meteorite in caduta libera, che simbolicamente evoca […] la metamorfosi irreversibile delle relazioni sociali e le conseguenze che ne derivano. Il meteorite è un pretesto narrativo […] per raccontare il vuoto lasciato dalla pandemia”.

 

Viaggio nell’immaginario di Zerocalcare

Dopo il Botto ripercorre le violenze al G8 di Genova, l’uccisione dell’antifascista Davide “Dax” Cesare, le traversie del movimento No-Tav e dei lavoratori che protestano per ottenere condizioni di vita più dignitose. Le opere di Zerocalcare traboccano di rivolte nelle strade, assalti alle carceri, barricate, molotov e manganelli, antagonisti dei centri sociali che si scontrano con neofascisti o poliziotti in tenuta antisommossa. Osserviamo ritratti di persone realmente esistite quali Ljudmila Pavličenko, cecchina simbolo dell’Armata Rossa, o i cantanti Joe Strummer e Kurt Cobain; di personaggi dei cartoni animati (Robin Hood, Paperino, Obelix, i Cavalieri dello Zodiaco), di Star Wars, del Signore degli Anelli, dei fumetti Marvel e DC: Iron Man, Thanos, Hulk, Spiderman, Venom, Captain Marvel. Incontriamo spesso l’armadillo, voce della coscienza di Zerocalcare che ricorda il Daimon di Socrate. Non manca nemmeno il T-Rex di Jurassic Park, tanto amato dall’artista nella sua adolescenza. All’uscita, una scritta saluta i visitatori: “Questa mostra esiste grazie a chi l’ha curata, montata, installata, imbullonata e a chi ha animato le esperienze collettive che io ho potuto disegnare. Fuori dalla collettività c’è solo la mitomania”.

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