08-02-2025 ore 18:30 | Cultura - Teatro
di Annamaria Carioni

''Comincium la commedia'', il nuovo esilarante spettacolo di Ale e Franz da tutto esaurito

Dopo lo stop forzato, a causa della pandemia da Covid19, Ale e Franz tornano a calcare le scene dei teatri più importanti con il nuovo spettacolo intitolato "Comincium la commedia", una produzione di Enfiteatro con la collaborazione di Duepunti srl e la regia di Alberto Ferrari, coautore del testo teatrale insieme ad Antonio De Santis e ai due comici. Il duo artistico, formatosi nel 1994, frequentando i corsi ed i laboratori di formazione professionale del Centro Teatro Attivo di Milano, ha una brillante carriera alle spalle, costellata di programmi televisivi, palcoscenici e partecipazioni in pellicole cinematografiche.

 

La panchina
Una delle tappe del tour è il teatro San Domenico di Crema. Sul palco c'è solo una panchina, la panchina che li ha resi famosi a Zelig. Sulla quinta nera di fondo campeggiano le scritte a led "parco" e "albero" con "foglie". Ed ecco i due mattatori: il primo ad entrare è Francesco Villa, in arte Franz, seguito poco dopo da Alessandro Besentini, per tutti i fans Ale. La loro ricetta della comicità è essenziale, quasi scarna: per riempire lo spazio teatrale non servono orpelli, bastano le loro voci, la mimica facciale, la gestualità e i sapienti tempi comici. E poi le battute a raffica, che ti colpiscono, dirette come schiaffi, a volte rudi, altre volte sottili, ironiche e i doppi sensi, che non possono mancare.

 

Intimità tra sconosciuti
Francesco e Alessandro, nomi reali dei due attori e nomi della finzione scenica, sono due sconosciuti più che cinquantenni, che si incontrano per la prima volta al parco e siccome "è facile aprirsi con gli sconosciuti", iniziano a conversare con grande partecipazione l'uno per le vicende dell'altro. Si parla degli argomenti più disparati: cellulari, mancanza di campo e piani tariffari astrusi, come Humility, che costa 9 centesimi all'anno, ma ti schiavizza, di civiltà del passato, come quella degli antichi rumeni, di ricordi dell'infanzia e dell'amore, che mantiene giovani.

 

L'ironia della sorte
"Mi confido, tanto non ci vedremo mai più". Partendo da questa certezza, Franz rivela di aver vissuto una fugace relazione extraconiugale con Giulia, una giovane studentessa coetanea della figlia, mentre Ale racconta di avere una storia d'amore con una ragazza di 28 anni, molto più giovane di lui. L'empatia tra i due uomini, però, si incrina, quando si presenta al parco anche Alice e il pubblico scopre che proprio lei, figlia del primo e anche fidanzata del secondo, ha fatto in modo che i due uomini si incontrassero e si conoscessero per ottenere l'approvazione paterna alla sua relazione amorosa.

 

Il gioco degli equivoci
Questo inatteso svelamento dà il via al gioco degli equivoci, che continua per tutta la serata e che si infittisce ancora di più, quando si scopre che sia Elena, la moglie di Franz, sia le due giovani amiche sono incinte. In un intreccio di equivoci, fraintendimenti e bugie, in merito a chi siano i padri dei nascituri si giunge comunque ad un insperato lieto fine all'insegna dell'amore felice e duraturo come nelle migliori commedie.

 

Una comicità senza freni
I due comici lombardi sorprendono il loro affezionato pubblico con una vera e propria pièce teatrale: non sono sketch slegati, ma una storia che si dipana un po' strampalata e surreale tra gag e risate. È una comicità che non conosce freni e censure, dove è possibile raccontare le barzellette più scurrili e proferire parolacce al limite del sacrilegio. È lecito persino lanciarsi sputi e così vincere il "Covid di Donatello". I due istrioni tengono alto il ritmo: esilarante Ale quando fa il micio e il macio, insopportabilmente divertente Franz, quando vuole fare il sostenuto ed elargire sentenze morali, che per primo non rispetta. L'ipocrisia in ogni sua forma viene sottilmente condannata e con lei il perbenismo conformista.

 

Risate a raffica

Vincono la semplicità e la schiettezza, già presenti in quei due soprannomi, Ale e Franz, per nulla pretenziosi. Colpi di scena, battute a raffica e risate a profusione segnano il successo dello spettacolo: ingegnoso e perfettamente riuscito l'inserto di jingles famosi, come la sigla della soap opera "Beautiful" o del film "Lo squalo" a sottolineare i passaggi più epici della storia. Decisamente intonata con lo stile dei due artisti è l'interpretazione di Rossana Carretto e Raffaella Spina, che sembrano divertirsi, e non solo divertire, nei panni delle due co-protagoniste femminili, leggere, piene di energia e presenza scenica.

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