Un presepe per costruire relazioni. In occasione del Natale, la Caritas diocesana ha avviato con gli ospiti della casa di accoglienza Giovanni Paolo II un laboratorio artigianale per costruire il senso di comunità anche tra le persone più svantaggiate. L'idea è stata suggerita dal vescovo Daniele Gianotti, che dopo il pranzo con i poveri organizzato in occasione di san Martino riapre le porte del palazzo vescovile alla cittadinanza.
La cascina-presepe contro la solitudine
La capanna è ispirata a una cascina cremasca, per fondere lo spirito del Natale alle tradizioni locali. L'intera struttura è stata realizzata a mano con l'aiuto di Arnaldo, Mauro e Tiziano, tre esperti presepisti che hanno coordinato il lavoro. Gli autori sono cinque residenti del centro di via Toffetti, uomini maturi che vivono in situazione di fragilità e solitudine. In passato molti di loro hanno lavorato come artigiani, trovando in questa iniziativa lo spunto per ripartire dalle proprie capacità e dalla collaborazione con il prossimo.
Dal laboratorio alle borse lavoro
Il presepe s'inserisce tra le iniziative di Avvento della diocesi, destinate a finanziare progetti di sostegno e affiancamento al lavoro. Tra queste, la raccolta fondi per finanziare borse-lavoro semestrali del valore di 2 mila euro l'una, che consentiranno l'impiego temporaneo di persone bisognose presso aziende del territorio cremasco. Venerdì 8 dicembre alle 16.30 la cascina-presepe sarà esposta in piazza Duomo, poi collocata nel cortile della Curia, che in via eccezionale rimarrà aperto alla cittadinanza fino all'Epifania. Un modo come un altro per ritrovarsi e ricordare che il vero Natale è non essere soli.