Il primo 'cronista' cremasco era un frate agostiniano: Bernardo Nicola Zucchi. La sua storia è stata ricostruita e raccontata da Nicolò Premi e Marco Nava, giovani filologi cremaschi. La scoperta giunge dalla biblioteca diocesana di Crema, dov'è conservato il manoscritto autografo: un minuzioso diario quotidiano sulle cronache della città murata all'epoca della dominazione veneziana. In tutto 42 anni di cronaca, dal 1710 al 1752. Circa 300 pagine ora tradotte in una pubblicazione che sarà presentata sabato 19 maggio alle 16.30 nella sala Cremonesi del museo civico di Crema.
Restituire opere alla letteratura
Nicolò è dottorando in filologia romanza all'università di Verona, Marco è laureato in filologia rinascimentale. Sono presidente e segretario della Società storica cremasca. Condividono "la passione per il testo" e la voglia di "scoprire opere inedite da mettere a disposizione dei lettori e restituire opere alla letteratura italiana". Così è stato per il manoscritto di Zucchi, riproposto "rispettando la grafia, con inflessioni, forme dialettali ed eventuali errori", spiegano. "L'opera è stata divisa in due parti: abbiamo iniziato dalla seconda, dal 1741 al 1752. È il decennio della maturità, in cui l'autore scrive in modo sistematico e approfondito". Il racconto s'interrompe poco prima della morte del frate.
Eresie, rivolte e 'fact checking'
I fatti narrati spaziano dai grandi accadimenti nazionali alla quotidianità spicciola di Crema e territorio, all'epoca sotto il dominio della Repubblica Veneta.Tra i più curiosi spicca la Controversia di Crema. "Una questione teologica che ha sfiorato l'eresia, divenuta di peso nazionale sotto papa Benedetto XIV". In alcuni casi la cronaca sconfina nel romanzo: "è il caso del Terrore di Crema, nome un po' forte per indicare una carestia che fece schizzare alle stelle i prezzi del grano. Generò una sommossa popolare verso un granaio pubblico". La faccenda ricorda la manzoniana rivolta del pane: "il caso cremasco fu molto più pacato, ma è interessante notare come Zucchi raccontò gli accadimenti premurandosi di recuperare documenti per confermare le voci. Il cosiddetto fact checking, insomma".
Un affresco della realtà
Zucchi traccia un resoconto minuzioso delle notizie di ordinaria utilità, dall'andamento dei raccolti ai dazi imposti dalla Serenissima. Descrive con attenzione il carnevale, le fiere, "allegrezze" e curiosità. "Sembra quasi un romanzo alla Manzoni, ma è tutta verità. Ne emerge un clima ben distante dall'idea comunemente legata al Settecento. Traspare allegria, uno spirito lieto tipico del tempo". Il tutto cercando di ricostruire fatti e luoghi: "nei secoli il tessuto urbano è profondamente mutato, molti sono difficili da identificare. Abbiamo cercato di orientarci inserendo un indice dei luoghi che possa essere utile agli studiosi o a chiunque vorrà immaginare una città ormai scomparsa".