05-11-2013 ore 16:44 | Cultura - Arte
di Angelo Tagliani

Genova, Edvard Munch 150. A Palazzo Ducale 80 opere, dai primi volti al simbolismo: "l'arte è il sangue del cuore umano"

Genova è una delle tre città europee che quest'anno celebrano i 150 anni della nascita di Edvard Munch con una scelta espositiva che intende presentare al pubblico il cuore dell'opera dell'artista, le opere predilette, le tecniche preferite.

Ottanta opere, otto sezioni
Il percorso espositivo di Palazzo Ducale - fino al 27 aprile 2014 - racconta l'evoluzione artistica di Munch attraverso 80 opere e 8 sezioni. “Munch – spiega Marc Restellini direttore della Pinacotheque de Paris e curatore dell'esposizione – dipinge ciò che vede ma oltre le proprie paure ha anche una nuova visione dell'arte che è pura avanguardia e in questa mostra saranno esposte le sue opere più belle, sentite, amate e sofferte”.

Volti e paesaggi
Nella prima e nella seconda sezione sono esposte le sue opere giovanili nate sotto il segno della scuola: paesaggi talvolta naturalisti, talvolta di derivazione impressionista. I suoi volti veritieri, con una punta di austerità e una sorta di domanda trattenuta dagli sguardi fermi ma indagatori. I tratti di tutti questi lavori sono precisi. Nel tempo invece diventeranno mobili, veloci e impastati di colore o di dolenti segni grafici. Eppure anche in questi primi autoritratti si scorge l'intenzione di indagare la psiche, di sottoporre la propria immagine a uno scrutinio.

Vampiri e madonne
La terza sezione raccoglie le incisioni, vampiri e madonne di un solo istante, dagli occhi tragici, fissi, malinconici. I colori predominanti sono il rosso e il nero, ovvero la vita e la morte. I soggetti quelli della maturità, quando come profetizzava da giovane, inseguendo il suo futuro, “l'arte è il sangue del cuore umano”. Quando il pennello e l'olio diventano troppo leggeri, Munch esegue lo stesso soggetto, caparbiamente, attraverso la tecnica dell'incisione con cui trova la sua vera espressività.

Il simbolismo
La quarta sezione racconta il simbolismo che Munch conosceva bene e di cui si è servito in alcuni suoi lavori. Memore della lezione di Gauguin reinventa la natura che per lui “è l'opposto dell'arte; è il mezzo non il fine”. In queste opere saggia il potenziale di sperimentazione offerto dagli strumenti come l'alternanza tra opacità e trasparenza negli strati di colore, e aggredisce la materia scalfendola e raschiandola, fino a usare il colore stesso con la massima levità e a rendere liscia la superficie della tela, alla maniera degli impressionisti e dei postimpressionisti.



La luce dell'inverno a Lubecca
La quinta sezione raccoglie le opere della parentesi luminosa quando nel 1904 Munch trascorre gran parte dell'inverno a Lubecca presso la famiglia del dottor Max Linde. Dai Linde Munch trova un ambiente familiare che non gli è stato dato di conoscere fino a quel momento. Esegue il ritratto dei genitori e dei loro quattro figli. Schizza il giardino e la dimora dei Linde e le statue che la circondano. Ritrae i figlioletti singolarmente, e tutti e quattro insieme. Prova a essere un uomo e un pittore normale.

L'eremitaggio ad Ekely
La sesta sezione illustra l'opera di Munch durante l'eremitaggio nella sua tenuta di Ekely. Nel 1930 una malattia agli occhi lo conduce alla quasi cecità e in questo ultimo periodo lavora su molti autoritratti, come se cercasse di scoprire in primo luogo il senso della sua esistenza. In realtà in ogni ritratto uscito dalle mani di Munch vi è questa ricerca spasmodica perché nonostante le pose pacate di certi suoi modelli, la cromia violenta e il disagio esistenziale rammentano come tutto fluttua in un presente già in via di dissolvimento.

L'universo femminile
Le ultime sale illustrano l'universo femminile di Munch. La madre era castana, le sorelle bionde, come le sue ragazze sul ponte. Nei ritratti familiari le donne hanno mani raccolte sul ventre, hanno pose mansuete. Poi le donne della vita, le amanti, la fidanzata: donne rosse di capelli che paiono come serpenti, mani nascoste, busti in avanti a saggiare attraverso il nudo il rapporto tra le pose delle modelle e il colore. Recluso nella sua tenuta di Ekely continuerà a dipingere corpi femminili fino alla fine della propria
vita.

Warhol after Munch
In mostra anche 6 opere realizzate da Andy Warhol ispirate alla produzione dell'artista norvegese. Copiando e manipolando Munch, Warhol fa propria la sua arte: i colori abbaglianti trasformano la superficie proiettando echi decorativi e allegri degli angoscianti “originali”. I soggetti rappresentati sono la Madonna, l'Autoritratto, L'Urlo ed Eva Mudocci, l'amata violinista presente in tante sue opere. La speciale sezione racconta la connessione tra i due artisti: l'appassionato Warhol trasse ispirazione proprio dalle opere del periodo simbolista di Munch, quando l'incisione diventa strumento per sviluppare le sue meditazioni su ansia, mortalità e bellezza ideale.
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