Una sala ricevimenti gremita di persone ha accolto il giornalista Paolo Berizzi, giunto in città per presentare il suo ultimo libro Il ritorno della bestia. Come questo governo ha risvegliato il peggio dell’Italia, in dialogo con Marco Duranti e Massimiliano Saccone, presidenti dell’Anpi di Soncino e Vaiano Cremasco. La serata è stata organizzata dall’Anpi di Crema, presieduto da Paolo Balzari e ha visto la partecipazione del presidente provinciale Giancarlo Corada, del sindaco Fabio Bergamaschi e dell’assessore alla cultura Giorgio Cardile.
La bestia è uscita dal recinto
Il ritorno della bestia, questo il titolo. Sicuramente un termine che enfatizza ma cos’è realmente la bestia? Per Berizzi il libro racconta “una migrazione, la bestia non sta più all’interno di un recinto, è uscita ed è passata a un livello più alto: quello del governo italiano. A settembre del 2022 la destra trionfa alle elezioni e ciò spalanca degli scenari impensabili. Già ai tempi affermai che quel governo permise agli eredi del movimento sociale italiano di prendersi una rivincita. Dal ‘45 ad oggi, i successori di quella storia politica continuano a fare quello che Giorgio Almirante ritenesse necessario fare: i fascisti in democrazia”.
Un nuovo virus
“Non sta tornando il regime di camicia nera, del fez e del manganello, nessuno pensa al ritorno della marcia su Roma – ha proseguito Barizzi - Tuttavia, sono convinto ci sia un fascismo nuovo, lo stesso Primo Levi scrisse ‘Ogni tempo ha il suo fascismo’. Nel mio libro parlo di fascismo pop, da discount, à la Vannacci. È quasi inconsapevole, ma si confonde con un senso comune eternamente fascista. È un fascismo che si esprime nei modi più beceri, cioè con la discriminazione e l’intolleranza, bastona tutti i nemici. La bestia è tante persone, fatti e cose, sono storie che prima rimanevano nell’ombra, ma con questo governo il senso del pudore è venuto meno nel tempo. La bestia non è un regime che ritorna, è un virus nuovo.
‘Vedi fascisti ovunque'
“Dicono – ha continuato Berizzi – che vedo fascisti ovunque, che ne sono ossessionato. Io rispondo: li vedo nelle curve degli stadi, nelle piazze, nei cortei e nelle parate neofasciste che tornano a fare, nei loro saluti romani. Dieci anni dopo ho iniziato a vederli anche ai concerti nazirock, un circuito musicale identitario che nel nostro Paese prospera spesso all’ombra e nell’indifferenza generale. Negli ultimi dieci anni li ho visti in tutti questi posti e anche sul web, tra l’altro molto bene organizzati, con una capacità di azione e occupazione della rete quasi militare. E allora, quando oggi di nuovo mi chiedono dove io continui a vederli, questi fascisti, la risposta è diventata molto più semplice: al governo”.
‘Noi non tradiremo'
L’autore ha terminato l’incontro commentando la parte finale del libro, dove viene riportato un dialogo tra Gianfranco Fini, ai tempi segretario di Msi, e Giorgia Meloni, presidente di Gioventù nazionale. Fini rivede pubblicamente alcune sue posizioni ideologiche, fino a dichiarare che per essere una destra moderna, bisognava riconoscersi appieno nei principi antifascisti della Costituzione. In continuità con questo ragionamento, chiese a Meloni di dichiararsi antifascista. “Giorgia Meloni fa cadere questo monito – ha spiegato Barizzi – e fa esattamente l’opposto. Una volta ottenuto il potere, torna indietro nel tempo per dare spazio a tutti coloro che per anni non hanno potuto definirsi fascisti. Quando venne eletta presidente del consiglio, nel suo discorso aggiunge la frase ‘noi non tradiremo’. Un chiaro riferimento a Fini che invece tradì, denunciando gli errori del fascismo a Israele nel 2023”.
Una riflessione per la città
Giancarlo Corada, presidente provinciale Anpi ha espresso la “massima solidarietà a Berizzi per la persecuzione che sta subendo”. L’autore dal 2019 vive sotto scorta per le sue inchieste sui gruppi di estrema destra, è l’unico giornalista in tutta Europa a essere sotto questo regime. “Opere come queste sono importanti per tante ragioni, prima tra tutti l’esistere. Tutto il libro è una cronistoria dell’Italia, che dimostra come il fascismo sia ancora profondamente inserito nel Paese”. Il sindaco Bergamaschi ha voluto ringraziare l’Anpi per avere offerto una “preziosa occasione di riflessione alla città. I valori costituzionali sono ancora oggi il faro della mostra società”. L’assessore Cardile si è dichiarato “speranzoso verso il futuro, specialmente per le nuove generazioni. Ora la paura di definirsi fascisti non c’è più e io ho il timore di queste persone. Tutti noi abbiamo il compito di richiamare le parole di Paolo questa sera”.