05-03-2024 ore 18:04 | Cultura - Proiezioni
di Paolo Emilio Solzi

Arriva nei cinema l’attesissimo Dune 2 di Denis Villeneuve, tratto dal romanzo di Frank Herbert

Appassionati di fantascienza di tutto il mondo, unitevi! Dopo tre anni di attesa, è uscito nei cinema Dune, parte 2 (sequel di Dune, parte 1), basato sulla seconda parte del primo libro del Ciclo di Dune, una serie di romanzi scritti da Frank Herbert fra il 1965 e il 1985. La saga si svolge prevalentemente sul pianeta desertico Arrakis, chiamato anche Dune, dove viene raccolta la Spezia, un minerale che rende possibili i viaggi interstellari, oltre ad essere una sostanza psichedelica che dona la preveggenza. Il tema della droghe allucinogene che “aprono la mente” e “spalancano le porte della percezione” è un classico degli anni Sessanta e Settanta. La galassia del Ciclo di Dune ha una struttura feudale, con al vertice un imperatore, sotto di lui varie famiglie nobiliari o gilde commerciali, e ancora più in basso i popoli. I protagonisti appartengono alla dinastia Atreides; gli antagonisti sono gli Harkonnen, che ambiscono al dominio del pianeta Arrakis. “Chi controlla Dune controlla la Spezia. Chi controlla la Spezia controlla l’universo”.

 

Le influenze su Lucas e Lynch

I libri di Herbert hanno influenzato la letteratura e il cinema di fantascienza dei decenni successivi. George Lucas ha dichiaratamente sfruttato il Ciclo di Dune per ideare la saga di Star Wars. Le somiglianze sono evidenti: l’impero galattico che allude ai nazisti, i pianeti desertici con due soli, l’ordine dei Jedi che ricorda la sorellanza esoterica delle Bene Jesserit… Nel 1984 David Lynch diresse un film basato sul primo romanzo della serie. Si tratta di un’opera molto onirica e visionaria – una pellicola in tipico stile lynchano – che ha sicuramente dei difetti e lasciò insoddisfatto lo stesso Lynch (al quale i vincoli imposti dalle grandi produzioni hollywoodiane stavano stretti), ma che divenne un cult amatissimo dai fans. Quasi quarant’anni dopo, Denis Villeneuve – forse il miglior regista di fantascienza della sua generazione – vorrebbe portare sul grande schermo l’intero Ciclo di Dune.

 

Un cast stellare

Dune, parte 2 inizia appena dopo la fine di Dune, parte 1. Paul Atreides (Timothée Chalamet) e sua madre Lady Jessica (Rebecca Ferguson) sono entrati in contatto con la popolazione dei Fremen, i misteriosi abitanti del deserto di Arrakis. Devono integrarsi nella loro cultura, superare prove d’iniziazione – in primis cavalcare gli enormi vermi delle sabbie – e organizzare una ribellione dopo l’attacco degli Harkonnen. Alcuni Fremen credono che Paul sia il Lisan al-Gaib, il Messia che trasformerà Arrakis in un paradiso. Dune, parte 1 aveva un cast stellare. In Dune, parte 2 rivediamo Zendaya, Javier Bardem, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Dave Bautista e la mitica Charlotte Rampling. Si aggiungono altri grandi attori: Anya Taylor-Joy, Léa Seydoux, Florence Pugh e il leggendario Christopher Walken nei panni dell’imperatore (che avremmo voluto vedere più a lungo sullo schermo). Per creare il look di Austin Butler nel ruolo dell’antagonista principale, i truccatori si sono ispirati alla figura della Morte nel film Il Settimo Sigillo di Ingmar Bergman. Il sound designer Mark Mangini ha ottenuto il rumore degli ornitotteri (gli elicotteri a forma di libellula) rielaborando il suono di gatti che fanno le fusa.

 

Il talento di Villeneuve e il rinascimento di Zimmer

Villeneuve, già famoso per film immersivi come Arrival e Blade Runner 2049, ha un talento visivo sconvolgente. Le sue immagini maestose sono uno spettacolo incredibile. L’ambientazione, le scenografie, i costumi – proprio come in Dune, parte 1 – sono talmente curati che sembrano veri e trasportano il pubblico nel bel mezzo del deserto di Arrakis. La regia di Villeneuve, tecnicamente perfetta, è accompagnata dalle musiche imponenti di Hans Zimmer. All’inizio di questo millennio, lo abbiamo adorato per le colonne sonore del Gladiatore e dei Pirati dei Caraibi. Tuttavia, il musicista era rimasto prigioniero dei suoi maggiori successi. A lungo Zimmer ha riproposto poco più che variazioni stanche sulle vecchie melodie, ma di recente è riuscito a reinventarsi. Con Blade Runner 2049 è entrato in una nuova fase creativa, per offrire qualcosa di totalmente diverso: melodie viscerali e orchestrazioni monumentali, che fanno sentire gli spettatori minuscoli come granelli di polvere nell’universo (in sintonia con lo stile di Villeneuve). Citando l’indimenticabile monologo di Jürgen Prochnow nel Dune del 1984: “Un uomo ha bisogno di nuove esperienze, esperienze che gli restino dentro, arricchendolo, e gli consentano di crescere. Senza cambiamenti, qualcosa si addormenta dentro di noi e raramente si sveglia”.

 

Fantascienza matura, raffinata ed epica

Si sentiva davvero il bisogno di un’opera come Dune, parte 2. Parliamo di fantascienza adulta, più elegante e meno commerciale di Avatar o Star Wars. Il centro del film non sono gli effetti visivi, talmente realistici che quasi non si notano, e che in ogni caso passano in secondo piano rispetto ai dialoghi e a temi profondi (ad esempio la religione usata come instrumentum regni). Il viaggio dell’eroe di Paul Atreides continua e, man mano che procede, Villeneuve esplora l’animo umano – non solo quello del protagonista – sempre più in profondità. Paul potrebbe essere addirittura il Kwisatz Haderach, ossia il risultato del millenario programma di selezione genetica delle Bene Gesserit. La narrazione di Dune, parte 1 e Dune, parte 2 è portata avanti soprattutto tramite immagini, senza retoriche voci narranti o spiegoni interminabili. Le pellicole di Villeneuve sono paragonabili, per epicità, alla trilogia del Signore degli Anelli di Peter Jackson. Alcune riprese di Dune, parte 2 sono state effettuate in Italia, presso il Memoriale Brion, un complesso funebre a San Vito, in provincia di Treviso. Il finale è ovviamente aperto. E si spera con tutto il cuore che, nei prossimi anni, Villeneuve riesca a completare questa meravigliosa saga cinematografica, mantenendo sempre altissimo il livello qualitativo.

 

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