05-02-2023 ore 10:30 | Cultura - Incontri
di Boris Parmigiani

Il confine dimenticato: le cessioni territoriali alla Francia dopo il secondo conflitto mondiale

La sala Frate Agostino da Crema del museo civico cittadino ha accolto una conferenza storica sul ‘confine dimenticato’: le cessioni territoriali alla Francia dopo il secondo conflitto mondiale (1939-1945). Tale evento culturale è stato curato dal gruppo culturale l’ Araldo di Crema, in collaborazione con il Touring club italiano, con l’istituto storico del Risorgimento italiano, l’associazione nazionale dei volontari di guerra e l’ordine di Tarantasio del lago Gerundo.

 

La Contea di Nizza

Console del Touring club italiano, sezione di Crema, Anna Maria Messaggi ha esordito rimarcando l’importanza della tematica culturale e storica della conferenza. Mario Cassi, presidente del gruppo L’Araldo, ha ringraziato gli amici del Touring Club italiano per la costante e fattiva collaborazione in tali eventi ed ha invitato il pubblico presente in sala ad osservare un minuto di silenzio in memoria di Severina Donati De Conti, recentemente scomparsa: amica, collaboratrice, studiosa del mondo artistico, donna di profonda cultura. Il relatore Andrea Benzi, segretario generale dell’associazione nazionale volontari di guerra, ha introdotto l’argomento citando la Contea di Nizza: una contea facente parte del Ducato di Savoia, e, successivamente, del Regno di Sardegna. Durante l'epoca napoleonica la Contea di Nizza, quale Provincia, venne annessa all'impero francese. Nel 1847 il re Carlo Alberto la trasformò nella nuova divisione di Nizza, resa attiva nel 1848, in seguito alla fusione degli stati Sabaudi. La divisione fu creata unendo la vecchia Contea di Nizza ai territori liguri di Oneglia e san Remo.

 

Il Trattato di Torino

Con gli accordi di Plombières (1858) intercorsi tra Cavour e Napoleone III, il Regno di Sardegna promise la cessione di Nizza e della Contea dei Savoia alla Francia, in cambio di un sostegno militare per la creazione di un Regno dell’Italia settentrionale a guida Sabauda. Il Trattato di Torino del 1860 formalizzò tale cessione, seppur condizionata ad un plebiscito. Non tutto il territorio della Contea venne ceduto alla Francia: Vittorio Emanuele III si riservò la sovranità sulle valli della Tinea, Vesubia e Roia, comprese Tenda e Briga Marittima. Il Trattato di Torino generò la ferma opposizione di Giuseppe Garibaldi, nizzardo di nascita. L’evento è da ricondurre all’effetto che ebbe la sconfitta dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, con il conseguente Trattato di Parigi. L’Italia dichiarò guerra alla Francia il 10 giugno del 1940. Dal 1940 al 1943 venne riconosciuta l’occupazione militare francese, non l’annessione dei territori. Si trattò di uno scontro teso a contenere l’espansione della Francia nel Mediterraneo; i francesi vollero creare uno stato indipendente ed espandere i territori. La Francia, in seguito, decise di ritirare le truppe a seguito dell’intervento del presidente americano Truman.

 

Trattati di pace di Parigi

La sottoscrizione dei trattati fu preceduta da una conferenza di pace che si svolse a Parigi nel 1946. I trattati vennero firmati, da una parte, tra gli alleati vincitori del secondo conflitto mondiale: Urss, Usa, Regno Unito, Francia, Polonia, Jugoslavia, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia, Lussemburgo; dall’altra parte gli sconfitti, alleati della Germania: Italia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Finlandia. Il Trattato di Parigi comportò “l’amputazione dei territori”, la smilitarizzazione delle zone di frontiera e delle isole di Sicilia e Sardegna. L’Italia, oltre a restituire i territori francesi, jugoslavi e greci, cedeva tutte le sue colonie: l’acipelago del Dodecaneso passava alla Grecia; l’ex Libia italiana passava sotto l’occupazione britannica e francese; la Somalia italiana passava sotto l’occupazione britannica; l’impero d’Etiopia ritornava indipendente; l’Eritrea passava sotto il controllo britannico; l’Albania ritornava indipendente, nei confini del 1940.

 

Diritti umani e civili

La stipula dei trattati implicò l’inserimento di clausole di natura politica: le nazioni sconfitte si impegnarono ad adottare le misure necessarie per garantire ai popoli il godimento dei diritti umani e civili, senza alcuna distinzione di sesso, razza, lingua o religione, la libertà di stampa, espressione, culto, opinione politica; nessuna sanzione poteva essere comminata nei confronti di coloro che avevano appoggiato gli alleati o svolto azioni partigiane. Al termine della relazione dell’avvocato Benzi è intervenuto brevemente l’ingegnere Luigi Iperti autore del libro: Storie di frontiera, il secondo dopoguerra ai confini occidentali, integrando la conferenza con interessanti testimonianze anche personali.