La sala espositiva della Pro loco oggi pullula di sorrisi di donne orgogliose di potersi riconoscere in uno scatto. “In un ritratto perfetto, perché colei che l'ha scattato ha voluto, prima di tutto, ascoltarci. Ha voluto conoscerci davvero”. Per aiutarle a riconoscersi in un'immagine vera, che racconta la bellezza di essere. La bellezza di esserci in ogni frammento di città. Dalla campagna, alla periferia, fino al centro e ai luoghi della cultura, le Donne di Crema “sono quelle che oggi costruiscono la città. Siamo quelle che a Crema restano legate. Siamo diverse, uniche, proprio come i sorrisi. Ma così forti, insieme”. Siamo. “Noi, tutte. Insieme”. Bastano le parole di Cecilia Gipponi a presentare la mostra allestita dalla fotografa Monica Antonelli “per raccontare il valore delle donne nella società contemporanea, oltre i clichè”.
Cambiare prospettiva
L'obiettivo è impresso nero su bianco all'ingresso. “In realtà questa è una piccola selezione” spiega Monica Antonelli. Il progetto non è ancora concluso, “voglio raggiungere quota cento ritratti”. Cento storie, cento donne che si sono spogliate della paura del giudizio. Hanno fatto i conti con la loro sofferenza indossando solo il loro sorriso migliore. “Sabato 18 settembre vi sarà un'altra anteprima presso palazzo Zurla De Poli, poi nel 2022 verrà allestita una mostra con un grande evento, realizzato in collaborazione con Luca Severgnini e, mi auguro, il coinvolgimento di tutta la città. “Spero questa iniziativa possa aiutare a vedere le donne da un altro punto di vista: non siamo solo vittime, non siamo mai inferiori. Abbiamo il coraggio di essere noi stesse ogni giorno. Di cadere, rialzarci”. Ricominciare, proseguire. Ammaccate, ma mai ferme. Mai più zitte.
Riconoscersi
Sempre luminose. Con gli occhi che brillano come stelle. Di luce propria. E i sorrisi che nascono spontaneamente. Senza filtri. “Con il ritratto fotografico Monica aiuta le donne a guardarsi dentro. A riscoprire ciascuna la propria forza”. Porta in superficie, “quella tenacia con cui le donne, se solo lo volessero, potrebbero spaccare il mondo” ironizza Luca Severgnini. Ma le donne non vogliono fare a pezzi. Le donne amano costruire con delicatezza. Rimettere insieme i cocci è spesso necessario. Per tornare a ridere di gusto. A sorridere alla vita autenticamente. Proprio come le donne di Crema. Così diverse ed unite, sorridenti e misteriose, indissolubilmente legate “ad una città accogliente”.
Tornare a brillare con coraggio
Per il presidente della Pro loco Vincenzo Cappelli “la mostra, oltre a ribadire l'importanza del contrasto alla violenza sulle donne, porta a riflettere sul valore dei volti. Sul desiderio di queste donne di conoscersi e riconoscersi, in una città a misura di ciascuno”. Questo aspetto di convivialità “viene notato anche dai turisti”. I ritratti possono “comunicare, rinsaldare le relazioni e aiutare gli abitanti di Crema a creare solidi legami”. Per tornare ad essere vicini. E a riflettere, insieme. Ché essere donna è una sfida. Lo ha raccontato bene Emanuela Granata, recitando un monologo dal titolo Chiamatemi strega, dedicato a Franca Rame. I visitatori si fanno spazio con gli occhi al cielo ed il naso all'insù. Fissano i sorrisi. Raccolgono la forza. “Ho cercato di raccontare le persone, le donne, fatte di tenacia e fragilità. E ho raccontato la loro voglia di brillare. Ché, anche al buio – chiude Monica- c'è sempre una scintilla”. Si chiama coraggio. Il coraggio è donna. La mostra sarà visitabile fino al 9 settembre secondo i seguenti orari: tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Ingresso con green pass.