04-02-2025 ore 10:25 | Cultura - Storia
di Antonio Agazzi

I libri sulla figura di Matteotti a cento anni dalla morte. Dalle lettere alla moglie al ruolo politico

L'anno che da poco ci siamo lasciati alle spalle, complice il centenario del delitto Matteotti (10 giugno 1924) si è caratterizzato per una rinnovata attenzione nei confronti della figura del deputato socialista, sul versante politico e istituzionale ma anche da parte di valenti studiosi. Proprio alcune recenti pubblicazioni monografiche, tutte disponibili presso la Biblioteca dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, hanno il merito di restituirci, con metodo e rigore storiografico, un profilo più integrale e realistico di Giacomo Matteotti. Gianpaolo Romanato in Giacomo Matteotti. Un italiano diverso si concentra sul ruolo che il segretario del partito socialista unitario ebbe nella politica del tempo e sul suo lato umano, poco conosciuto. La sua biografia prende le mosse dal corpus epistolare tra Giacomo e l'amata moglie Velia. Matteotti si rivela uomo duro, intransigente, mai disponibile al compromesso, politico spesso settario che non faceva sconti a nessuno, neppure a se stesso, che suscitava scarse simpatie anche nel suo partito, probabilmente amato soltanto dai poveri contadini polesani dei quali aveva sposato la causa.

 

Conosciuto per il suo assassinio

"A trasformare il deputato rodigino in un protagonista assoluto della storia italiana fu ciò che accadde a Roma nel pomeriggio del 10 giugno, poco dopo le ore 16, quando fu aggredito sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, caricato a forza su un'automobile e, con tutta probabilità, selvaggiamente assassinato poco dopo all'interno del veicolo. Da quel momento egli è diventato il "delitto Matteotti", le cui conseguenze, come sappiamo, hanno cambiato la storia del nostro Paese avviando la svolta che, con il varo delle leggi cosiddette fascistissime, ha aperto la strada alla dittatura". Federico Fornaro, in Giacomo Matteotti. L'Italia migliore, con uno sguardo forse più rivolto alla dimensione pubblica del personaggio, si propone di colmare grosso modo la stessa paradossale lacuna; il fatto, cioè, che, a dispetto dell'importanza della figura di Matteotti per la storia italiana, la sua memoria sia ancora legata solo al suo assassinio per mano dei fascisti e che, a parte la toponomastica, poco sia stato tramandato nel nostro immaginario collettivo dell'uomo di pensiero e d'azione, del suo riformismo, della sua idea di politica, di giustizia sociale, di libertà e di avversione alla guerra.

 

Politico scomodo

A cento anni dalla morte, "in un contesto politico nel quale si fa sempre più strada, pericolosamente, una certa strisciante relativizzazione della dittatura fascista di Mussolini", Federico Fornaro scrive la biografia completa e aggiornata di un politico scomodo, dai suoi esordi nel Polesine fino al suo tragico epilogo, per analizzarne il pensiero e la statura morale, andando oltre la sterile celebrazione del martire. Ne esce un ritratto a tutto tondo, capace di restituirci i lineamenti del suo impegno politico e il valore del suo pensiero, messi in ombra proprio dal Matteotti eroe e martire antifascista. In 'L'antifascista. Giacomo Matteotti, l'uomo del coraggio, cento anni dopo (1924-2024). Con una scelta di scritti di Matteotti e una cronaca di Andrea Caffi sui dieci giorni dell'assassinio', di Massimo Salvadori ritorna più centrale il delitto Matteotti. Giacomo Matteotti condusse una opposizione intransigente nei confronti del fascismo, la cui natura e pericolosità aveva acutamente compreso e denunciato per tempo. Fu l'uomo del coraggio. Per questo il fascismo volle che fosse consegnato alla tomba, così da farne tacere la voce”.

 

Andare oltre il ‘martirio’

Per finire, ‘Matteotti e Mussolini. Vite parallele. Dal socialismo al delitto politico’ di Mimmo Franzinelli. Anche questo lavoro intende andare oltre Matteotti “icona del martirio”, reindirizzando l’attenzione sul vero Matteotti: il politico animato da un intransigente progetto riformista, il coerente assertore di una lungimirante visione internazionalista, il leader che si espone anche per i tanti compagni defilatisi quando la lotta diviene senza esclusione di colpi. Il libro ricostruisce fin nei dettagli la figura di Giacomo Matteotti nella dimensione familiare, nell'affermazione sulla scena nazionale quale implacabile oppositore dell'illegalismo fascista e, prima ancora, del massimalismo socialista. In parallelo illustra i significativi intrecci personali e politici con l'itinerario di Benito Mussolini, dall'iniziale collocazione in area socialista e dalle comuni pulsioni antimilitariste, alle diversificazioni dinanzi alla grande guerra, con una contrapposizione costante e irreversibile sino al tragico epilogo. La ricostruzione di Franzinelli va ben oltre l'arco temporale della vita di Matteotti: segue infatti le tracce degli assassini, approfondisce personalità e ruolo di esecutori e complici, individua i solerti depistatori ed esamina la (momentanea) disgregazione del blocco mussoliniano provocata dallo sdegno per il delitto, spiega le modalità di superamento della più grave crisi politica del Ventennio e porta alla luce il persistente legame tra il duce e il gruppo criminale cui commissionò l'eliminazione di quel suo nemico giurato.

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