03-12-2023 ore 19:26 | Cultura - Musica
di Annamaria Carioni

Cremona, che bel rumore: Fiorella Mannoia e Danilo Rea in tour portano 'Luce' al Ponchielli

Il sipario è aperto: un pianoforte a coda nero e centinaia di candele accese, che formano una scia tutto intorno, attendono l'inizio del concerto insieme agli spettatori, che arrivano alla spicciolata e prendono posto. C'è aria di intima attesa, lo si percepisce, siamo tutti al Ponchielli per lei, per Fiorella Mannoia. Le luci in sala si spengono e le fiammelle si illuminano su uno sfondo blu come la notte; entra Danilo Rea, tra i migliori pianisti jazz italiani, unito alla cantante da una solida amicizia di lunga data, si siede al pianoforte tra le piccole luci, che danzano tremule.

 

La sinfonia jazz di Rea

Le dita del musicista scivolano virtuose sui tasti e rapiscono il cuore e la mente di chi ascolta assorto: in un medley interminabilmente incantevole e sontuoso si intrecciano motivi, che hanno fatto la storia della musica e che lo spettatore gioca a riconoscere nel flusso musicale. Senza soluzione di continuità l'artista suona la melodia di Parole di Mina, sfumandola nella colonna sonora di Tutti insieme appassionatamente, per poi accennare a Il Pescatore e Bocca di Rosa di Fabrizio de Andrè in una personalissima sinfonia jazz, che si chiude sulle note di Cheek to cheek di Fred Astaire, interpretata anche da Frank Sinatra. L'artista ha scaldato ed esaltato il pubblico, le quinte si tingono di rosso velluto. Ora può fare il suo ingresso la prima donna.

 

La dea guerriera della musica

Nel suo abito rosso, che lascia le spalle scoperte e scivola lungo i fianchi, la cantante si offre in tutta la sua attraente sensualità: non si dovrebbe rivelare l'età di una donna, ma i suoi quasi settantanni (li compirà il 4 aprile del prossimo anno) le infondono una potente consapevolezza, che convive felicemente con uno spirito ed un corpo perennemente giovani. L'empatia con il pubblico è profonda, immediata: le sue braccia candide, così toniche, quasi nerborute si muovono intorno a lei a tratti energiche, a tratti morbide e si rivolgono spesso verso il pubblico come in un inchino, come a voler dire che non c'è distanza tra il palco e la platea. E' un invito a vivere questo incontro senza barriere in nome della musica. Il pubblico lo coglie e canta, canta come un coro disciplinato e competente, con la padrona di casa che lo dirige e commenta più volte: “Il maestro dice che siete bravi ed intonati”.

 

Un concerto a più voci

Fiorella è la protagonista indiscussa, ma il suo non è un concerto da solista: Rea è uno splendido comprimario ed è proprio nel continuo gioco di rispecchiamento tra la musica suonata e la melodia cantata che ogni parola e ogni nota trovano la loro forza: la Mannoia scandisce i preziosi testi con lo stessa precisione virtuosa del compagno di musica al piano. L'effetto è un'esecuzione unica, irripetibile, che si svela nel momento presente e che mai più potrà essere ripetuta uguale. Le canzoni proposte sono pietre miliari e i testi pura poesia: la voce scultorea, quasi maschile della cantante attacca con Oh che sarà e subito dopo Come si cambia, gli unici successi del suo repertorio, insieme a Quello che le donne, proposto tra i bis. Fiorella modifica le parole e “ti diremo ancora un altro sì” diventa un forse o anche un no “perchè se una donna dice no è no”.

 

La preziosa musica dei cantautori

Fiorella dialoga con i presenti in modo genuino, convinto, accorato: “La cosa più preziosa che abbiamo è il tempo, ma noi gli diamo il giusto valore quando ce ne resta poco, quando gli orizzonti si avvicinano e passiamo al setaccio la nostra vita”. C'è tempo di Ivano Fossati apre una scaletta di brani immortali, che l'artista canta come se fossero suoi, rendendoli ancora più struggenti delle versioni originali: La donna Cannone di Francesco de Gregori “tutta sola nel suo cielo nero nero” vola sul pubblico, La cura di Franco Battiato materializza gli amori della nostra vita, Felicità di Lucio Dalla ci ricorda, con velata nostalgia, che ci sono treni che passano in fretta e non si fermano mai, Io vivrò senza te di Lucio Battisti commuove fino alle lacrime. “Sono felice di avervi portato nelle pieghe di queste parole meravigliose, di queste canzoni oggi non se ne scrivono più. Per me è un enorme piacere e anche un dovere proporle e anche voi, a casa, cantate, fatelo, cantatele ai vostri figli quando sono ancora piccoli, perché quello che gli fate sentire entra nel loro cervello e nel loro cuore. E' un patrimonio immenso”.

 

Il gioco dei bis

Tra il pubblico e l'artista è ormai condivisione totale, tanto che la Mannoia può scherzare ricordando ai presenti la prassi dei bis: “Ora noi usciamo, voi gridate che ci volete di nuovo sul palco e noi torniamo. Si sa, è così”. Gli spettatori non si tirano indietro, come non hanno fatto per tutta la serata, accogliendo ogni brano con ovazioni e lunghi applausi. Margherita di Riccardo Cocciante suggella il patto con un pubblico estasiato, che canta all'unisono l'intramontabile brano al posto della cantante. Infine, la Mannoia regala al suo pubblico il ricordo di un aneddoto personale, la passione del padre per l'opera: “Non mi raccontava le favole, ma le trame delle opere liriche più famose. Mi cantava anche le arie ed ora io ve ne dedico una, a modo mio”. E lucevan le stelle evoca l'intensità ed il pathos della Tosca pucciniana.

 

L'omaggio a Cremona

L'inchino rivolto più volte al pubblico è anche per la città di Cremona, omaggiata dall'artista in diversi momenti, sia all'inizio del concerto, quando la Mannoia esordisce dicendo: “Ogni volta che torno qui mi sento a casa”, sia prima di interpretare Insieme di Mina, quando confida: “E' con grande emozione che canterò qui questa canzone”, sia verso la fine della serata, quando modifica la chiusa di Sally di Vasco Rossi:  “Senti che fuori piove... Cremona… che bel rumore”. Un ultimo pensiero a Gino Strada e alla condanna della guerra, con la canzone Il disertore di Ivano Fossati, con cui si chiude un concerto essenziale, in cui ogni orpello è stato tolto e sono rimaste la splendida e graffiante voce di Fiorella e la musica struggente ed esaltante di Danilo Rea. Chapeau.

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