Le fotografie parlano. “Soprattutto a chi non vive quotidianamente una disabilità visiva. L'inclusione passa anche dalla conoscenza”. E la conoscenza fa rima con verità. “La mostra fotografica Io ti vedo così, curata da Beatrice Pavasini e allestita presso la scuola secondaria di primo grado di Ombriano fino al 12 dicembre, vuole mettere nero su bianco la percezione visiva di persone cieche o ipovedenti”. Vuole “creare un po' di consapevolezza attorno al mondo della disabilità. Non è una condizione di pochi, interessa tutti”. Per la presidente della sezione cremonese dell'Unione italiana ciechi ed ipovedenti Flavia Tozzi “è utile a capire che cecità non è buio. Ipovisione non è una cosa lontana”. La mostra è stata inaugurata oggi. Sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18. Riproposta a Crema per il secondo anno consecutivo, è inserita nel Festival dei diritti, la manifestazione voluta dal Csv Lombardia sud che si terrà anche in città fino al 12 dicembre. Per il dirigente scolastico Pietro Bacecchi "è un'opportunità per calarsi nei panni dell'altro. Per comprendere la condizione vissuta dalle persone cieche ed ipovedenti con empatia, alla vigilia della Giornata internazionale delle persone con disabilità che si celebra domani, venerdì 3 dicembre".
'Un alone che circonda la realtà'
Come spiegato dalla Tozzi, accompagnata durante l'inaugurazione da Mimmo Iuzzolino, le opere sono “fotografie modificate dall'artista Pavasini, dopo aver ascoltato le percezioni e le sensazioni di alcune persone con disabilità visive”. Così si vedono volti sfocati, visioni parziali, tratti non perfettamente delineati, aloni perenni. “E' il nostro modo per far capire come ci sentiamo a chi spesso fa finta di non comprendere o davvero non comprende. Penso possa servire a smontare anche alcune credenze popolari: la cecità non è buio. È un alone perenne che circonda la realtà”. Flavia convive dalla nascita con la retinite pigmentosa: “da piccola distinguevo le luci dalle ombre. Poi ho capito che la situazione era peggiorata perché, spegnendo la luce in una stanza, non percepivo più alcuna differenza: quell'alone era perenne. Come una nebbia con cui oggi ho imparato a convivere. Ma non siamo tutti uguali: questa è la mia personale esperienza”. Le persone ipovedenti, invece, “spesso non vengono adeguatamente incluse perché non vengono credute”. Poi c'è chi si trova a fare i conti con i primi sintomi legati alle malattie degli occhi: “ queste persone fanno finta di niente, li ignorano. Ecco credo che questa esposizione possa essere d'aiuto”.
In viaggio per gettare semi
Un'esposizione che è, prima di tutto, un'esperienza. Un insieme di storie di chi ha scelto di raccontarsi senza filtri. Partita dalle sensazioni delle persone non vedenti ed ipovedenti dell'ospedale Bufalini di Cesena ,ha raggiunto varie città italiane. Nel tempo è diventata itinerante, con l'obiettivo di gettare semi. A Crema, dopo l'esperienza dello scorso anno in via santa Chiara, fa tappa in una scuola, dove il presente si coltiva per dare forma ad un futuro migliore. Un futuro che sappia guardare con gli stessi occhi anche chi non vede. Senza più far finta di niente. Ché inclusione è prima di tutto questione d'equità.