02-03-2014 ore 17:25 | Cultura - Teatro
di Paola Adenti

Prime prove generali per lo spettacolo del laboratorio condotto dal regista Pietro Arrigoni. Fëdor Michajlovič Dostoevskij per Crema in scena al Teatro San Domenico

È giunto alla sesta edizione il festival di teatro amatoriale presso il San Domenico denominato Crema in scena. Andato negli anni diversificandosi, comprende ad oggi tre sezioni distinte: una rassegna dedicata alla prosa, una alla danza ed una alla musica. Anche in questa stagione i prodotti dei laboratori condotti presso il teatro della città, confluiranno in Crema in scena 2014 dal 24 aprile al 4 maggio. Sono dodici i giovani di età compresa fra i 13 e i 21 anni che quest'anno, al termine del percorso laboratoriale, porteranno in scena in maggio un testo di Fëdor Michajlovič Dostoevskij sotto la sapiente guida del regista bresciano Pietro Arrigoni.

 

Il laboratorio

Per nove ragazzi il palcoscenico sarà un emozionante ritorno, frutto di una passione che il regista/docente di teatro è stato in grado di trasmettere nel corso degli anni mentre per tre di loro sarà una vera prima teatrale. Il progetto e la regia, affidati a Pietro Arrigoni, sono coadiuvati dalla collaborazione drammaturgica di Marco Viviani e dall'assistenza di Davide Branchi; il testo è curato da Guglielmo Saerri e Claudia Locatelli mentre i costumi e la scenografia sono realizzati con la consulenza dell'Accademia delle Belle Arti "Santa Giulia" di Brescia. Claudia Locatelli e Silene Rosin, che lavorano con il regista da ben 5 anni, condividono l'amore per questa avventura sul palcoscenico con Gianmaria Camozzi, Gabriele Cincinelli, Gilberto Cincinelli, Vittoria Gelati, Filippo Mariani, Diego Poletti, Laura Rizzi, Guglielmo Saerri, Beatrice Stabile e Margherita Tedoldi.

 

Prove generali

Da alcune settimane Pietro Arrigoni, dopo aver dato alcuni suggerimenti sul palco del teatro, scende in platea e segue con attenzione ed un pizzico di apprensione, il gruppo dei "suoi" ragazzi alle prese con le prime prove generali in costume.

 

Perchè la scelta di un autore complesso come Dostoevskij?

“Dopo il lavoro intrapreso lo scorso anno con Ice B Erg ho notato la positiva ricaduta che ha la riscrittura di un testo di un certo tipo sui giovani. Un ottimo esercizio, una buona palestra mentale”.

 

Che feeling si è instaurato con i ragazzi?

“Fantastico. Hanno capito che l'intento del mio laboratorio non è quello di far nascere attoruncoli, meri ripetitori di parole atte ad esercitare la memoria. Il lavoro che conta è quello di analisi e di approfondimento di un autore e di un testo. È importante trasmettere la differenza fra le parole all'interno di un testo teatrale e di un romanzo. Una bella responsabilità, soprattutto nei confronti dei più giovani. Una sfida iniziata lo scorso anno che ha trovato continuità”.

 

La scelta è caduta su I fratelli Karamàzov, canto del cigno di fine '800 dell'autore, dal testo drammatico

“Sì, è la sfida, appunto. Il testo è stato riscritto dai ragazzi. Lo scorso anno ho lavorato con loro su monologhi, in questo laboratorio abbiamo affrontato dialoghi all'interno di una tessitura drammaturgica più complessa. È stato il mio progetto a rischio. Semaforo verde alla libertà di sperimentare e di poter sbagliare. Il mio ulteriore sogno nel cassetto è l'idea di stampare il testo dei ragazzi e di distribuirlo come libretto di sala al pubblico, la sera della rappresentazione”.

 

Molto lavoro a tavolino?

“Moltissimo. Per me è oggi un orgoglio vedere in scena la fatica di giornate passate a tavolino, la fatica del pensare, sperimentare, lo studio sulle parole. Sono stati momenti di condivisione di pensieri”.

 

Marco Viviani per il secondo anno ha collaborato alla drammaturgia

“Sì, ha dato un valido aiuto all'approfondimento del romanzo. Interessante è stato il suo suggerimento di lavorare sulla parte legata al Tribunale, di circoscrivere l'angolo di lettura e focalizzare l'attenzione sulla parte finale del romanzo, il processo. I frequenti flash back al suo interno servono così da raccordo per un risultato più fruibile dal pubblico”.

 

I costumi sono molto curati

“Continua la collaborazione con l'Accademia delle Belle Arti "Santa Giulia" di Brescia. Gli studenti del corso di scenografia e costumi hanno disegnato e realizzato entrambi”.

 

Come ci si trova a stretto contatto con il "pianeta" giovani?

“Benissimo, sono fortunato. Conduco vari laboratori e ogni volta incontro freschezza, volontà, impegno, rigore, capacità di riflessione. Chiedo loro un grande atto di responsabilità e non mi deludono. Sanno che non voglio un saggio finale, ma l'esercizio della complessità, della messa in gioco di se stessi in un clima di continua ricerca e condivisione. Ripeto ai miei ragazzi "Siate maestri di voi stessi" e con loro percorro un tratto di vita al di là del palcoscenico”.

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