Alvaro Dellera abita a Crema, fuori dalle mura venete, poco distante dalla sede del Pd, a ridosso del Centro di incremento ippico, polmone verde della città. Si alza che è ancora buio. Controlla il corpo della Nikon e i tre obiettivi: un cannone da 300 millimetri per gli uccelli in volo e altri due meno ingombranti per le macro. Prende il treppiede di carbonio e il binocolo. Poi il resto dell’attrezzatura del birdwatcher and wildlife photographer necessaria per scattare fotografie buone per Airone, quando era in vita e il National Geographic, ma che lui pubblica su Cremaonline e sui libri che scrive. Carica il materiale sulla Panda 4x4. Se è inverno, indossa berretta di lana, gilet in pile e piumino verde e beige di Goretex. D’estate, pantaloni leggeri multitasche, camicia kaki e cappellino. Scarponcini da trekking per tutte le stagioni. Qualche volta utilizza una bicicletta elettrica, accessoriata con due borse per metterci gli strumenti per il lavoro, comprese le mappe assai dettagliate del nostro territorio. Iniziano in questo modo le escursioni di Alvaro nel Cremasco, con puntate anche oltre il confine della repubblica del tortello.
Divulgatore ambientale del cremasco
Memoria storica dell’ambientalismo locale, è il verde per eccellenza, certificato da un pedigree che comprende Wwf, militanza politica ed esperienza amministrativa in consiglio comunale a Crema. Guardiano e difensore del territorio, svolge il ruolo con coerenza e calma olimpica. Gentleman dell’ambientalismo, Alvaro utilizza la pazienza e la diplomazia per convincere gli interlocutori a salvaguardare il territorio. A non inquinarlo. A non ferirlo. A non distruggerlo. Forte e intransigente, mai sopra le righe, Alvaro non urla. Educato e preciso, spiega. Documenta. Insegna la cultura del rispetto per l’ambiente. A differenza dei militanti di Sea Shepherd, la sua bandiera non è la Jolly Roger dei pirati, ma quella arcobaleno della pace. Distante dall’arroganza dell’idealismo esasperato del protagonista di Into the wild, splendido film di Sean Penn, Alvaro non è rigido e arrogante. Non è dogmatico e assiomatico. Non è pasdaran dell’ambientalismo supponente e fanatico. Al contrario, è pronto al confronto e disponile al dialogo. E la dialettica prevale sullo scontro frontale.
L’antologia ‘Aquarius’
Impegnato nella diffusione della cultura del rispetto del territorio, Alvaro occupa un posto di rilievo nella pattuglia dei divulgatori ambientali di casa nostra che, come lui, si sono battuti e si battono per una missione che a molti fa comodo definire impossibile. Pattuglia che comprende, per citarne due, il defunto Franco Giordana e Valerio Ferrari. Il primo coautore dell’Atlante corologico della flora vascolare della provincia di Cremona, pietra miliare per gli studiosi e gli appassionati della materia, redatto con un metodo da lui inventato. Il secondo, ideatore del bosco didattico di Cremona e tra i promotori del progetto Il territorio come Ecomuseo. Non acqua fresca. In questo humus si colloca Aquarius, antologia del cremasco, ultima pubblicazione, fresca di stampa, di Alvaro. È – come recita il sottotitolo - la natura tra acqua terra e cielo del Cremasco. Una raccolta di testimonianze, tradizioni, fotografie e giornalismo, con annesso un erbario. Un volume di 350 pagine, curato nella grafica e nell’impaginazione da Paolo Losco. Raccoglie oltre ottanta articoli della rubrica Un fatto d’ambiente, che dal febbraio 2016 Alvaro tiene su Cremaonline. Pezzi che non invecchiano. Note che, considerato l’argomento trattato, possono essere definite, evergreen senza timori di smentite. Sempreverdi: se la situazione descritta è mutata restano una testimonianza precisa, dettagliata, qualche volta minuziosa, di un ambiente che si è perso. Un j’accuse contro la stupidità e la miopia di coloro convinti di trarne un vantaggio. Se è stabile, costituiscono uno stimolo per conoscerla e apprezzarla. Se è migliorata dimostrano agli scettici che le lacerazioni ambientali si possono curare.
Una guida per scoprire il territorio
Come si legge nella prefazione “In Aquarius, Alvaro paragona il cremasco a una zattera galleggiante sull’acqua. La descrive. La viviseziona. Ne rivela le origini. Svela la storia. Una guida baedeker per scoprire dove viviamo. Per apprezzare le meraviglie nascoste della nostra terra. Per appassionarsi delle proprie radici. Per innamorarsi di una chiatta galleggiante un tempo selva paludosa”. Lo stile semplice, favorisce la lettura di Aquarius che può anche essere inteso una guida per coloro che vogliono scoprire il nostro territorio. Non è necessario seguire la scansione dei capitoli. Come per una baedeker si può scegliere la meta del viaggio e informarsi sulle caratteristiche le peculiarità della destinazione. Se si è curiosi c’è l’aquila realeinfastidita dal nibbio nel cielo cremasco. Se si è attratti dalle sorprese ecco ibis e frosoni, incontri insoliti nel nostro territorio. Se si è attratti dai fossili viventi, c’è lo spinarello. Se si è appassionati di storie forti ecco il cormorano cremasco, gregario e predatore tra adda, Oglio e Serio. Se Clint Eastwood è l’attore preferito la taccola dagli occhi di ghiaccio è una chicca imperdibile. Consigliare un libro è sempre un azzardo. Con Aquarius non si corre questo rischio. Aquarius è una certezza. Aquarius è ubiquitario. Sta a meraviglia nella libreria di coloro che amano il nostro territorio. In quella di coloro che credono la salvaguardia ambientale sia una priorità. In quella coloro che non pensano che tutto sia già noto. In quella di coloro, per dirla con Jannacci, che alla mattina alle sei, freschi come una rosa si svegliano per vedere l'alba che è già passata. Aquarius, più di un libro. Uno scrigno prezioso. È acquistabile presso le librerie della città: Mondatori, Ubik e Cremasca.