01-11-2013 ore 10:52 | Cultura - Storia
di Luigi Dossena

Historia et imago Cremae. Attorno al 200 a.C. la romanizzazione dell'Insubria. La morte di Amilcare Barca e la caccia di re Belloveso

Crema, 200 a.C., una località dell'Insubria. Se Pietro da Terno fu il cantore della prima storia compilata della città, lo storico dell'era moderna, Tolomeo scrisse e dipinse la storia del mondo, delle terre e dei popoli antichi: l'ecumene, ergo il mondo conosciuto. Un precursore come Pietro da Terno.

Il primo fu Tolomeo
Tolomeo citò l'Insubria, i villaggi e le tribù che popolavano l'area transpadana, indicando 8 mila villaggi, 1800 anni orsono e Tolomeo fu colui che citò per primo la nostra città, sebbene a quel tempo avesse un altro nome, Forum Jutuntorum. Tolomeo nacque e visse in Egitto, precisamente ad Alessandria nel secondo secolo dopo Cristo, si occupò di astronomia, geografia e molto altro. Le 27 carte geografiche, note come la Cosmografia, sono custodite in un codice nella biblioteca nazionale di Napoli.

Il fiume Po
La romanizzazione delle terre cremasche inizia nel 268 a.C. Roma inizia la colonizzazione partendo da lontano, da Rimini, piazzando 6 mila famiglie si accorge però che è distante dal punto centrale, dal fiume Po e nel 218 a.C. vengono fondate ex novo due nuovo colonie romane, Piacenza al di là e Cremona al di qua del Po. Sei mila persone sono la somma di una legione.

Amilcare Barca
Il primo a scrivere di quei fatti fu Catone, subito dopo Polibio in un tempo anteriore al 250 a.C. Fu però Polibio a sostenere che i primi abitanti della pianura padana, 3500 anni fa, furono gli Etruschi, seguiti dai Galli, innamorati di questi luoghi e provenienti dalla Francia. Quindi, furono i romani ad avere la meglio su tutte le tribù presenti. Memorabile fu il passaggio della grande storia, ovvero quando morì Amilcare Barca, assediando Pizzighettone che all'epoca si chiamava Acerrae. Seguendo le tribù che si nascondevano per il territorio, rimase ucciso in battaglia. Amilcare Barca non era un condottiero qualunque, era un condottiero cartaginese.



Re Belloveso
Fu al tempo di uno dei re di Roma, Tarquinio Prisco - 500 avanti Cristo - che iniziò la massiccia colonizzazione da parte di decine e decine di tribù celtiche. Il primo in assoluto a varcare le Alpi con un esercito non fu Annibale coi suoi elefanti, ma il fondatore di Milano, re Bellovesus, un giovane e gagliardo principe dei galli Biturgi, nipote di re Ambigato.

L'Insubria
Ormai anziano, indicò allo scalpitante nipote il luogo dove avrebbe potuto realizzare le sue ambizioni, cioè discendere verso la pianura padana, chiamata a quel tempo Padania Felix: là avrebbe potuto insediare il suo nuovo regno. Ebbene, a Belloveso si unirono varie tribù: gli Arveni, i Senoni, gli Edui, gli Ambarri, i Carnuti e gli Aulerci. Con carri, cavalli e tutto l'armamentario bellico, attraverso le pianure marsigliesi, scavalcò le Alpi, passò Torino e giunse in Insubria, la terra degli Insubri.

La fondazione delle città
Fin qui la storia, seguita dalla bella leggenda: Belloveso, giunto nei pressi di Milano, vide un'enorme scrofa-cinghiale semi lanuta che si nascondeva nella boscaglia e assieme ai suoi guerrieri la cacciò. La carne e la lana della bestia furono di grande conforto per la sua gente. In onore della scrofa lanuta Belloveso fondò la sua città, che all'oggi si chiama Mediolanum. E' in quei tempi che vennero fondate altre città: Pavia fu fondata dai popoli Levi e Marici, Lodi dai Galli Boi, Como e Bergamo discenderebbero dagli Oromobii.

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