01-07-2023 ore 15:35 | Cultura - Proiezioni
di Paolo Emilio Solzi

Indiana Jones e il Quadrante del Destino, quinto capitolo della saga iniziata da Lucas e Spielberg

Al termine di una storia produttiva lunga quindici anni, è arrivato nei cinema Indiana Jones e il Quadrante del Destino, quinto capitolo della serie iniziata nel 1981 con I Predatori dell’Arca Perduta. La fortuna della saga dell’archeologo-avventuriero si deve alla regia di Steven Spielberg, alle musiche di John Williams e al mitico George Lucas che, oltre ad essere l’ideatore di Star Wars e ad averne diretto i primi quattro episodi, è anche autore del soggetto di Indiana Jones. Subito dopo l’uscita nel 2008 di Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo, Lucas aveva iniziato a cercare spunti per una nuova trama. Nel 2012 però la Lucasfilm fu acquisita dalla Disney, che decise di concentrarsi sulla trilogia sequel di Star Wars prima di realizzare un quinto film su Indiana Jones. In tale maniera, complice anche la pandemia del 2020, il progetto è stato rallentato ed è costato quasi 300 milioni di dollari: non solo il più caro della serie, ma anche una delle pellicole più onerose di tutti i tempi.

 

Nuova regia, musiche tradizionali

Indiana Jones e il Quadrante del Destino è diretto da James Mangold, già regista di Wolverine: L’Immortale (2013) e Logan: The Wolverine (2017). Si tratta del primo film di Indiana Jones senza un soggetto di Lucas e senza Spielberg alla regia. Visti i tempi di lavorazione così lunghi, i due veterani del cinema figurano solo come produttori esecutivi. Le musiche invece sono state composte anche stavolta dall’intramontabile Williams. Nel 2022 l’autore di colonne sonore più famoso di Hollywood aveva dichiarato che il film di Mangold sarebbe stata l’ultima sua collaborazione: la fine di una carriera iniziata negli anni Cinquanta, durante la quale Williams ha vinto cinque Oscar e quattro Golden Globe. Dobbiamo credergli? Anche il recente The Fabelmans doveva essere il suo “canto del cigno”, ma non è stato così. Sia come sia, nel frattempo siamo felici di risentire la Raiders March (il tema principale di Indiana Jones).

 

Grandi attori che ritornano e giovani talenti

Il vecchio Indy, come direbbe lui stesso, ormai “dovrebbe stare in un museo”. Eppure Harrison Ford è ancora in ottima forma, malgrado i suoi ottant’anni. Tornano alcuni attori storici della saga, ad esempio Karen Allen (la moglie di Indiana Jones) e John Rhys-Davies (l’ex scavatore egizio Sallah). Appaiono anche volti nuovi, quali Antonio Banderas, Toby Jones e Thomas Kretschmann, che interpreta spesso ufficiali tedeschi. Molto convincente e carismatica la giovane Phoebe Waller-Bridge nella parte della figlioccia di Indy. Mads Mikkelsen, specializzato in ruoli da cattivo gelido e calcolatore fin dai tempi di Casino Royale (2006), è il perfido Jürgen Voller, un nazista che assomiglia al personaggio di Ronald Lacey nei Predatori dell’Arca Perduta.

 

Giorni di un futuro passato

Dopo un prologo ambientato nel 1944 (con Harrison Ford ringiovanito dagli effetti visivi), il resto di Indiana Jones e il Quadrante del Destino si svolge nel 1969, al momento dello sbarco sulla Luna dell’Apollo 11. Indy sta andando in pensione. Non è più quel professore affascinante che faceva sospirare le allieve durante le sue lezioni. È un anziano che si lamenta degli adolescenti del piano di sotto perché ascoltano i dischi dei Beatles a volume troppo alto. Le citazioni della trilogia originaria sono parecchie (i fans si divertiranno a coglierle): i serpenti temuti da Indiana Jones, gli insetti del Tempio Maledetto, un ragazzino che ricorda Shorty. I nazisti – tradizionali nemici dell’archeologo americano – sono come sempre a caccia di manufatti esoterici e tesori miracolosi: stavolta non cercano l’Arca dell’Alleanza o il Santo Graal, ma la Lancia di Longino, che trafisse Gesù al costato durante la crocefissione, e il Quadrante del Destino (utile a chi viaggia nel tempo), inventato dal matematico Archimede di Siracusa. Infatti il film di Mangold è in parte ambientato in Sicilia. Indiana Jones e il Quadrante del Destino nel complesso è più vicino allo stile della trilogia degli anni Ottanta rispetto al quarto episodio del 2008. Sarà davvero la conclusione della saga? Harrison Ford ha voluto chiudere con il personaggio di Han Solo, ma è talmente affezionato a Indy che non esclude di tornare ad interpretarlo in futuro.

 

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