01-03-2024 ore 18:05 | Cultura - Teatro
di Annamaria Carioni

II calamaro gigante: una favola moderna tra sogno e realtà con Angela Finocchiaro

Il teatro alle Vigne di Lodi presenta lo spettacolo “Il calamaro gigante”, tratto dall'omonimo libro di Fabio Genovesi, che ne cura l'adattamento insieme ad Angela Finocchiaro, splendida interprete, accanto all'attore Bruno Stori. Nel buio della sala, un gruppo di marinai irrompe a sorpresa con le lampade accese tra le mani. Inizia così un viaggio tra presente e passato, in cui le leggende del mare si misurano con i sogni che ciascuno custodisce nel profondo del suo cuore. La protagonista di questa avventura, che coinvolge gli spettatori con momenti leggeri e sorridenti, intrecciati ad altri toccanti e commoventi, è Angela, un'assicuratrice ansiosa e logorroica, che si trova bloccata nel traffico dell'autostrada A1 all'altezza di Roncobilaccio, proprio nel giorno in cui deve assolutamente arrivare in orario a Milano ad una cena di lavoro, da cui dipende la sua carriera. Incastrata tra le auto dei vacanzieri di ritorno dal mare, in preda al panico ed alla frustrazione, li maledice, augurando loro di sparire dalla faccia della terra. Ed ecco che un'onda anomala travolge la lunga coda di automobili e scaraventa la donna tra le acque tumultuose di un mare in tempesta.

 

Alla ricerca del Kraken

Angela viene salvata da Montfort (l'eclettico Bruno Stori), uno scienziato esploratore, che ha dedicato la sua vita alla ricerca del mostruoso animale marino, terrificante protagonista dei racconti dei vecchi lupi di mare: il Kraken o calamaro gigante, che vive negli abissi e che per molti è soltanto una leggenda. Con la sua nave e con la sua ciurma multietnica, il capitano solca i mari, filosofeggiando sulla vita e sull'importanza dei sogni e dei desideri. Dalle sue parole la naufraga angosciata apprende di trovarsi in un luogo non meglio precisato tra Dunkerque e l'isola di White nell'anno 1809. Ancora incredula, la protagonista inizia un viaggio per mare e per terre straniere, che apre i cassetti della memoria e la fa tornare bambina: Angelina ricorda il papà, che la prende per mano e la porta a fare un giro intorno al tendone rosso del circo, la nonna Beppina, che vive sola e parla con il marito defunto, la suora del catechismo, che la considerava una bambina strana. Rammenta anche che da piccola il suo animale preferito era proprio il calamaro, che aveva disegnato sulla lavagna a scuola tra le risate di scherno dei compagni e dell'insegnante.


I sogni son desideri

Navigando per mare in compagnia di Montfort, l'ansia e lo sgomento iniziali lasciano spazio alla volontà di riappropriarsi dei desideri abbandonati. Madame Calamara, questo il nuovo nome che le ha assegnato il compagno di ventura, riscopre che "il cuore fa qualunque cosa per sopravvivere” e che non esiste una polizza assicurativa che possa proteggerlo da ogni rischio: si deve guardare nell'abisso, nel mistero. Il viaggio per mare diventa così occasione per un percorso personale di crescita, di accoglimento della propria stranezza, che viene riletta, trasformandosi in un pregio, in una originalità, della quale essere fieri. Angela diventa capace di ritrovare i propri sogni e tornare a coltivarli, come promessa di felicità. Il boccone amaro, che aveva incastrato in gola all'inizio della storia, si sgretola, lasciandole la libertà di assaporare l'idea che “i sogni è importante averli, anche se non si realizzano”.


Realtà o fantasia?

Uno schermo sullo sfondo del palco, durante la narrazione, proietta le immagini dei tentacoli del calamaro gigante, ma la creatura mostruosa esiste davvero oppure è frutto di un sogno? Il visionario e coraggioso Montfort chiuderà tragicamente la sua esistenza, annegando nell'alcool la disperazione di non essere creduto da imparruccati luminari della scienza. Per lo spettatore, tuttavia, c'è la possibilità di credere ancora nei sogni? Le storie sono importanti e prendono senso nel momento in cui le racconti. Cosa sognano i sognatori? Cosa sanno che gli altri non sanno? Se spariscono i sognatori chi descriverà nuove isole? Con queste domande il coro della ciurma sembra voler consegnare al pubblico la libertà di rispondere.


Tuffarsi nella vita

Lo spettacolo si chiude con un'attenta riflessione, con un invito a credere che, se il calamaro gigante è realtà, allora ogni sogno può realizzarsi, ogni amore non è impossibile, ogni impresa è percorribile. I marinai, otto istrionici performers, cantanti, ballerini e giocolieri, che all'inizio dello spettacolo hanno dato al pubblico il loro “benvenuti a bordo”, ora rivolgono ai presenti un ultimo invito: “Bello sarebbe rivederci a bordo, perché non ci tuffiamo?”. Cala il sipario, accompagnato dagli applausi scroscianti degli spettatori, che dimostrano di aver apprezzato il ritmo della narrazione scenica e la capacità del regista Carlo Sciaccaluga e della scenografa e costumista Anna Varaldo di ricreare sul palco le onde del mare, le vele della nave e i luoghi visitati con abili giochi di teli e tiranti. D'effetto anche la scelta di far apparire la nonna e altri personaggi come disegni sullo schermo a fondo palco.

 

La verve di Angela Finocchiaro

Angela Finocchiaro si rivela poliedrica interprete delle età e delle emozioni della protagonista, dimostrando di possedere e padroneggiare solide tecniche di recitazione ed una profonda empatia con il pubblico. Nata e cresciuta a Milano da una famiglia originaria di Catania, l'attrice, che inizia il suo percorso artistico negli anni settanta, partecipando a varie performance dalla comicità originale e stralunata della compagnia sperimentale Quelli di Grock, raggiunge il successo nel 1979 con il film Ratatatplan di Maurizio Nichetti, che le dà notorietà presso il pubblico e l'anno seguente con la pellicola Ho fatto splash, sempre dello stesso regista, in un sodalizio, che proseguirà anche negli anni successivi. Si cimenta in programmi televisivi, spettacoli teatrali e di cabaret: è tra le protagoniste della trasmissione La TV delle ragazze, condotta su Rai 3 da Serena Dandini e di alcune miniserie televisive, tra cui Dio vede e provvede. Seguono collaborazioni cinematografiche con importanti registi del calibro di Daniele Luchetti, Marco Risi, Alberto Sordi, Sergio Castellitto e Cristina Comencini, ottenendo anche premi prestigiosi, come il Nastro d'Argento e il David di Donatello. Nonostante l'intensa attività per il piccolo e grande schermo, Angela Finocchiaro non abbandona mai il palco e anche in questa pièce esprime la sua verve, la sua inimitabile mimica facciale, la capacità di ingaggiare il pubblico con leggerezza e simpatia.

1986