01-01-2024 ore 13:30 | Cultura - Proiezioni
di Paolo Emilio Solzi

Donne e motori nel nuovo film di Michael Mann sulla vita dell’imprenditore italiano Enzo Ferrari

Michael Mann è uno dei maggiori registi della storia del cinema. A partire dagli anni Ottanta ci ha regalato opere come Manhunter, L’Ultimo dei Mohicani, Heat, Insider, Alì, Collateral, Miami Vice ed altri ancora. Con Ferrari, attualmente nei cinema italiani, Mann ritorna sul grande schermo dopo otto anni di assenza, durante i quali si è dedicato prevalentemente alla scrittura del libro Heat 2, sequel del suo film Heat del 1995 (con Al Pacino e Robert De Niro). Ferrari è un biopic su uno degli imprenditori italiani più importanti del Novecento, Enzo Ferrari, che il 12 marzo 1947 fondò a Maranello – in provincia di Modena – la casa automobilistica che porta il suo cognome.

 

Annus horribilis

Ferrari non racconta l’intera vita dell’ingegnere, che prima di diventare imprenditore fu meccanico, collaudatore e pilota. Il film è ambientato in un anno ben preciso, il 1957, che fu molto difficile per Enzo Ferrari. La sua azienda era in difficoltà e anche il suo matrimonio era in crisi per via di amanti, litigi con la moglie (che era anche sua socia) e morte per malattia del figlio Dino a soli 24 anni. Il protagonista è diviso tra due donne, la moglie e l’amante principale, e due figli: uno legittimo scomparso prematuramente e uno extraconiugale Pietro Lardi, all’epoca non riconosciuto. Nel 1957 la Ferrari aveva bisogno di attirare nuovi investitori e vendere più automobili. Per farlo, doveva vincere la Mille Miglia, una gara di velocità sulle strade italiane con partenza e arrivo a Brescia, in cui i concorrenti arrivavano fino a Roma. Il nome della gara deriva dalla lunghezza del percorso (1600 chilometri, equivalenti a circa mille miglia imperiali).

 

La tragedia di Guidizzolo

Nel 1957, anno dell’ultima edizione della Mille Miglia, si verificò l’incidente di Guidizzolo. Nel pomeriggio del 12 maggio, una delle Ferrari, condotta dal pilota spagnolo Alfonso de Portago e dal copilota statunitense, percorreva un lungo rettilineo in campagna, dove le automobili superavano i 250 km/h. Si trattava della fase finale della gara, che portava verso il traguardo a Brescia. L’improvviso scoppio di una gomma fece sbandare la Ferrari, che falciò il pubblico assiepato sul ciglio della strada. Oltre ai due occupanti della vettura, morirono nove spettatori (tra cui cinque bambini) e molti altri rimasero gravemente feriti. Dopo la tragedia, Enzo Ferrari subì un processo mediatico e un processo penale, alla fine del quale venne assolto. Le corse automobilistiche furono però fortemente limitate sull’intero territorio del Belpaese.

 

La realizzazione di un sogno

Michael Mann sognava di girare un film su Enzo Ferrari da più di vent’anni. La parte del protagonista era stata affidata a Christian Bale, che nel 2016 dovette rinunciare per motivi di salute. In seguito si pensò anche a Hugh Jackman. Alla fine, il ruolo fu affidato al talentuoso Adam Driver, che risulta credibile (anche per merito del trucco) nella parte di Enzo Ferrari, malgrado sia più giovane di un sessantenne. Adam Driver è un po’ ingessato, ma ha il fisico e l’espressività giusta. Ferrari è quasi un one man show, ma fra gli attori co-protagonisti ricordiamo Penélope Cruz come moglie di Enzo Ferrari e Patrick Dempsey che interpreta il pilota Pietro Taruffi. Vediamo anche una fugace apparizione di Gianni Angelli, con orologio sopra il polsino bene in evidenza ed erre moscia ai limiti dell’imitazione macchiettistica. Ferrari ha deluso chi si aspettava un biopic che avrebbe raccontato l’intera vita dell’ingegnere. Non è il nuovo Rush, ovverosia un film incentrato sulle corse automobilistiche. Soprattutto la prima parte, paragonata dai critici a una soap opera, si concentra sulla vita privata di un essere umano, con tutti i suoi difetti, le sue debolezze e contraddizioni. Insomma, Ferrari non è nemmeno un’agiografia. Il montatore, l’italiano Pietro Scalia (noto per le collaborazioni con Ridley Scott), spiega che il film è stato girato a Modena, Maranello, Reggio Emilia e Brescia nell’estate del 2022.

 

Il cinema di Michael Mann

Michael Mann è un artista clamoroso, incapace di fare un film brutto. Sul rettilineo che porta a Guidizzolo, possiamo ammirare un magnifico Effetto Vertigo. Mann è conosciuto per la sua precisione ed è innamorato del suo lavoro. A ottant’anni dimostra ancora l’energia di un ventenne, almeno secondo i suoi collaboratori. Qualche critica è stata mossa a Ferrari per via dei cali di ritmo nel primo atto. Senza dubbio gli anni d’oro del regista sono finiti, ma nessun film di Mann viene ricordato per essere particolarmente emozionante. Il cinema del Maestro americano si distingue più per la forma che per la sostanza, e vive soprattutto di bellezza estetica, sonoro e montaggio sonoro, messa in scena grandiosa e ottima recitazione di attori famosi, magistralmente diretti. Insomma, niente di nuovo sotto il sole: a ben riflettere, Mann è sempre stato un regista di enorme talento più che un narratore eccellente. Parlando di musiche, non si può omettere un’autocitazione: il brano Sacrifice con la voce profonda e lacrimosa di Lisa Gerrard, proveniente dalla colonna sonora di Insider, accompagna la disperazione dopo l’incidente di Guidizzolo. Questo sì che regala forti emozioni ai fans di Michael Mann!

 

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