01-01-2024 ore 19:23 | Cultura - Teatro
di Annamaria Carioni

Capodanno al Ponchielli tra risate e brindisi in compagnia di Gene Gnocchi e la sua band

Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi e Capodanno ... con te stesso. L'ultimo giorno di ogni anno segna un momento di passaggio importante, ci ricorda il trascorrere della vita, ci parla della fine di percorsi iniziati e della rigenerazione di idee, desideri e progetti. Di loro iniziativa la mente ed il cuore diventano ragionieri e riassumono in veloci pensieri o in approfonditi ragionamenti il bilancio di 365 giorni, ormai passati, durante i quali abbiamo preso decisioni vincenti accanto ad altre che, se potessimo, cambieremmo immediatamente, abbiamo incontrato persone, abbiamo viaggiato in aereo, in treno e in automobile o con la fantasia, comodamente seduti sul divano di casa. Nella colonna delle entrate ci scopriamo a registrare un nuovo amore, la nascita di un figlio, una promozione scolastica o lavorativa, l'ultima rata del muto; nella colonna delle uscite abbiamo dovuto annotare qualche amara sconfitta, alcune delusioni, un tradimento, promesse non mantenute, persone care che ci hanno lasciato.


Around the world
Il Capodanno si festeggia in tutto il mondo: si parte dall'isola di Kiribati in Oceania e si brinda per  24 ore, un fuso orario dietro l'altro. Nonostante la globalizzazione, ovunque continuano a perpetrarsi curiose tradizioni e scaramanzie: se in Italia indossiamo capi d'intimo rossi in Messico e in Cile si preferisce il giallo, mentre in Brasile il bianco; c'è chi raccomanda di mangiare lenticchie in quantità, che porterebbero soldi, chi consiglia di assaporare allo scoccare della mezzanotte dodici chicchi di uva o di melograno, per attirare la fortuna; gli innamorati si scambiano baci sotto il vischio, promettendosi amore eterno. La serata trascorre tra cenoni luculliani, balli sfrenati in discoteca, affollate feste in piazza o momenti più intimi con pochi amici nel tepore della propria casa.

 

Capodanno a teatro
Per chi cerca una proposta elegante, coinvolgente e divertente il teatro Ponchielli presenta lo Sconcerto Rock, scritto, diretto ed interpretato da Gene Gnocchi in scena con la sua band: in un caleidoscopio di musica, travestimenti, gags ed ospiti a sorpresa, che irrompono sul palco, come lo zampognaro che esegue con la ciaramella un successo dei Queen, il mattatore traghetta il nuovo anno con uno spettacolo magico ed irriverente, che sa conquistare il folto pubblico. Con uno stile casual, quasi dimesso, che stride con gli outfit luccicanti di paillettes di numerose signore in platea e nei palchi, il comico di Fidenza regala senza soluzione di continuità un'infinita serie di battute esilaranti: viene da chiedersi dove le trovi, come le inventi tanto sono assurdamente spassose. 


Domenica Gnocchi
“ Questa sera vi suoneremo il nostro ultimo album, che ha vinto il Festivalbar in Bulgaria”. A questa, come a tutte le altre trovate di “the legend” il pubblico ride di gusto, senza ritegno e l'artista rilancia riconoscente e beffardo:”Fatevi un applauso, siete un grande pubblico. Vi darei le prossime date della nostra tournée, ormai vogliamo solo voi”. Intanto, Diego Cassani, il virtuoso chitarrista, che “prima di salire sul palco si è fatto dieci dosi di Franciacorta”, suona la chitarra “ che gli alieni hanno regalato a Red Ronnie”. Non è dato sapere se Eugenio Ghiozzi, vero nome di Gene Gnocchi, vada a braccio o segua una scaletta predeterminata: il risultato è uno spettacolo folle e insieme geniale nella sua raffazzonata semplicità, voluta o spontanea. 


Buona fine e buon inizio
Tra battute e ilarità, manca poco alla mezzanotte. Gli addetti del teatro distribuiscono bottiglie di Pinot e calici ai presenti. Tutto è pronto per celebrare il rito di passaggio della notte di S Silvestro, tra luccichii di brillantini, botti di spumanti e messaggini di auguri. Parte il conto alla rovescia, guidato dall'artista sul palco e scandito dal coro degli spettatori. In dieci secondi sorrisi e lacrime, gioia e dolore, aspettative e paure si inseguono nella mente di ciascuno come immagini subliminali in un videoclip. Scocca l'ultimo secondo e con esso l'augurio più bello: che ogni battito del cuore possa ripetere “Io spero”.

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