28-11-2023 ore 16:45 | Cronaca - Crema
di Denise Nosotti

Caso Bacecchi: i dirigenti lombardi si appellano al governo e chiedono l'intervento di Mattarella

Il ‘caso’ Bacecchi raggiunge i tavoli delle più alte cariche dello Stato. Il dirigente scolastico, mandato forzatamente in quiescenza, ha deciso di sottoporre la questione al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e al ministro all’Istruzione e merito Giuseppe Valditara affinché prendano in mano la questione a livello politico. Bacecchi non agisce da solo: hanno infatti firmato la lettera inviata a Roma, anche altri nove dirigenti ‘messi a riposo’ dopo oltre due mesi dall’inizio della scuola. Complessivamente rappresentano 16 istituti di regione Lombardia.

 

L’iter che ha portato al pensionamento

Pietro Bacecchi con i colleghi, ha illustrato l’iter che ha portato a scrivere la lettera chiedendo il reintegro a scuola. I dirigenti allegano le motivazioni per cui rivendicano la legittimità sul provvedimento di trattenimento in servizio concordato a fine anno scolastico 2023 e valevole per tutto il 2024. La prima riguarda “l’intempestività della decisione della sezione regionale della Corte dei Conti ad anno scolastico largamente avviato; la diversità con cui era stata trattata la richiesta gli anni scorsi (conferma del trattenimento senza problemi). A questo si aggiunge il disagio che una decisione del genere, a lezioni iniziate, può portare per studenti, personale e famiglie.

 

Le motivazioni

Tra le motivazioni addotte c’è anche “l’inesistenza della logica del turnover, dal momento che allo stato non ci sono giovani dirigenti in attesa, ma è necessario ricorrere all’istituto delle reggenze creando problemi nella gestione dei fondi del Pnrr”. I dirigenti firmatari aggiungono “la mancata presentazione a suo tempo della pratica pensionistica con il rischio concreto di rimanere senza trattamento stipendiale e contestualmente di quiescenza”. L’ultimo punto inserito tra le motivazioni riguarda l’attivazione dell’ufficio scolastico regionale definita “insoddisfacente rispetto al provvedimento preso”.

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