25-10-2024 ore 12:03 | Cronaca - Cremasco
di Riccardo Cremonesi

Cremasco. Due imprenditori agricoli denunciati con l'accusa di lavoro in nero e sfruttamento

I carabinieri di Crema, insieme ai colleghi del nucleo ispettorato del lavoro di Cremona, hanno denunciato due imprenditori agricoli con l'accusa di sfruttamento del lavoro e impiego di lavoratori clandestini. Ieri mattina i militari si sono presentati in forza presso l'azienda agricola, con sede nel Cremasco, che opera nel settore dell'allevamento di bovini.

 

In nero e senza permesso di soggiorno

Durante il controllo due uomini, alla vista dei carabinieri, si sono dati alla fuga: inseguiti sono stati fermati e identificati. Come spiega il tenente colonnello Girardi, “dagli accertamenti effettuati dai carabinieri dell'ispettorato, i due sono risultati essere lavoratori in nero presso l'azienda, sprovvisti oltretutto di un regolare permesso di soggiorno: uno di loro è risultato essere già stato espulso nell’agosto del 2023 dal questore di Brescia perché clandestino. Dal controllo è emerso inoltre che i due datori di lavoro stavano sfruttando i due stranieri che, senza contratto di lavoro, sono risultati sottopagati rispetto alla retribuzione prevista dal contratto nazionale, impiegati per 13 ore di lavoro al giorno senza godere di giornate di riposo. Uno dei due lavoratori era alloggiato in un container presente nell’azienda, in evidenti condizioni igieniche precarie”.

 

Sospensione dell'attività e sanzioni per 40 mila euro

“Per questi motivi – conclude Girardi - i titolari dell’azienda sono stati denunciati per sfruttamento del lavoro e impiego di lavoratori privi del permesso di soggiorno, mentre i due lavoratori sono stati denunciati per il loro stato di clandestinità. Inoltre i carabinieri dell'ispettorato hanno anche accertato numerose violazioni amministrative per un totale di circa 40 mila euro di sanzioni per: mancata comunicazione di assunzione agli uffici preposti, mancata formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, mancata visita medica preassuntiva obbligatoria, omessa valutazione del rischio in materia di microclima e pagamento della retribuzione in nero, che avveniva in contanti per non essere tracciabile. Per l’impresa è stato adottato un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale”.

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