25-10-2019 ore 11:15 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Rifugio san Martino, disponibili 18 posti letto. Lunedì 28 ottobre la riapertura

Arrivato il freddo, per molte persone passare la notte diventa una questione di sopravvivenza. Lunedì 28 ottobre la  Caritas Crema riapre il rifugio san Martino. Attivo dall’autunno-inverno del 2013 è un servizio che la diocesi di Crema mette a disposizione di persone senza fissa dimora. Persone che vivono in condizioni di povertà e profondo disagio. Il rifugio è in via Civerchi, nel palazzo ex Artigianelli. Nell’appartamento al primo piano sono stati installati 18 posti letto: "oltre a dormire al caldo, è possibile fare una doccia, trovare bevande calde e condividere la prima colazione. Soprattutto – sottolineano gli operatori della Caritas - di essere accolti con calore umano dai volontari, che si prendono cura della struttura”.

 

Povertà estrema

“Da sette anni a questa parte – spiega Massimo Montanari, referente del servizio Caritas – il rifugio san Martino dà una risposta a situazioni di povertà estrema in cui versano sia stranieri che vivono nel nostro territorio, sia cittadini cremaschi che si trovano senza un lavoro e una casa, oppure che senza la capacità o la possibilità di uscire da questa difficile condizione”. Per accedere al rifugio è necessario un colloquio presso il Centro di ascolto diocesano alla Casa della Carità in viale Europa 2, o alla Casa d’Accoglienza Giovanni Paolo II in via Toffetti 2, oppure direttamente in via Civerchi, all’apertura del “dormitorio” dalle ore 20 alle 22.

 

Accoglienza e reinserimento

“Oltre a offrire la possibilità di dormire in un letto, al riparo dai rigori dell’inverno – aggiunge Montanari – l’accoglienza aiuta queste persone a sentirsi meno sole, stabilendo relazioni umane attraverso il dialogo e la condivisione di un tè caldo. E viene inoltre data la possibilità, a chi lo desidera, di cercare un’opportunità di uscita dalla situazione di bisogno, venendo ‘preso in carico’ e accompagnato in un percorso più strutturale all’interno dei progetti di accoglienza e di reinserimento sociale della Casa della Carità.”