"Un bene confiscato alla criminalità organizzata che ora diverrà rifugio, un posto sicuro per le persone della comunità Lgbtqia+ costrette ad allontanarsi dai loro contesti d’origine per motivi legati alla loro identità". È con questo scopo che è nata, a Casaletto Vaprio, ‘Ale e l’arcobaleno’ un progetto de ‘la casa di Ale’ che, ricordiamo, accoglie donne e mamme in difficoltà, in collaborazione con Arci Ombriano e con il comune di Casaletto Vaprio. Non è solo un rifugio, ma è un vero e proprio progetto di accoglienza e supporto psico emotivo, di affiancamento educativo con riqualificazione personale, che permetterà agli ospiti della ‘casa arcobaleno’ di superare le difficoltà del momento per poter così riorganizzare la propria vita.
L’impegno di tutti
L’inaugurazione è avvenuta sabato 23 settembre. Hanno partecipato Paola Freddi fondatrice de ‘la casa di Ale’, il sindaco di Casaletto Vaprio Ilaria Dioli con l’assessore Edoardo Vola, il sindaco di Capralba Damiano Cattaneo, Lorenzo Lupoli presidente Arcigay Cremona e Alessio Maganuco responsabile del progetto legalità dello Spi Cgil di Cremona. Quest’ultimo, ricordiamo, si era occupato anche della tenuta Fornace di Spino d’Adda. Gli amministratori di Casaletto hanno ricordato l’iter che ha portato all’acquisizione della struttura che poi è divenuta la ‘casa arcobaleno’. “Casaletto Vaprio - hanno detto - è da sempre vicina ai temi legati alla comunità Lgbtqia+. Abbiamo fatto rete con Arcigay e Ats per poter dare una risposta ad un bisogno. Abbiamo ottenuto sostegno anche dal comune di Crema e Cremona”.
‘C’è ancora tanto da fare’
È poi intervenuto Lupoli presidente Arcigay Cremona. “l’amministrazione di Crema è illuminata su questi temi e ha servizi importanti. Con arcigay La Rocca, presente sul territorio da 30 anni e si occupano di diverse istanze tra cui sportello migranti per persone queer proprio perché sul territorio c'era bisogno di questo supporto. È stata fatta formazione per volontari e volontarie per supporto a questo progetto. L’inaugurazione di oggi è un tassello importante nel cammino di riconoscimento dei diritti fondamentali alla comunità Lgbtqia+ anche se molto è ancora da fare”. Attualmente questa è la prima casa di questo tipo, a sorgere in provincia di Cremona e potrà accogliere, da gennaio, cinque persone, dopo che si saranno conclusi i lavori di ammodernamento degli impianti. È seguito lo spettacolo teatrale: ‘onda pazza a mafiopoli’ del collettivo memoria civile.