“Un decreto che svilisce la Democrazia”. Così Massimo Cortesi, presidente di Arci Lombardia, giudica il provvedimento ratificato all'unanimità dal Consiglio dei ministri in materia di migranti e sicurezza. “Purtroppo la pancia trionfa sulla ragione. Questo decreto non cura i problemi ma ne amplifica i sintomi, crea maggior irregolarità, diminuisce la democrazia. Da decenni siamo impegnati ad aumentare la garanzia dei diritti civili e politici di tutti, con grande attenzione alla tutela delle minoranze, come ben delinea la nostra Costituzione. Ora si torna ad una democrazia "quantitativa" autoritaria e di parte”.
Il conflitto sociale
Secondo il presidente dell'Arci, il decreto “alimenterà inevitabilmente il conflitto sociale rendendo ancor più complessa la relazione nei territori, territori già in sofferenza sia economica che sociale e culturale Anzi, i territori per cui il Ministro Salvini a parole si fa paladino, verranno messi all'angolo da un decreto che depotenzia il loro ruolo nel funzionale sistema Sprar per avvantaggiare quello privato dei Cas in capo alle Prefetture. Materia su cui il Consiglio dei ministri ha deciso di rigettare al mittente le preoccupazioni dell'Anci sull'impatto dirompente che può avere questa scelta sui Comuni”.
Mobilitazioni
La cancellazione del permesso umanitario “svilisce la nostra realtà di un Paese solidale e mutualistico” e viene definito un atto “disumano”. Ciò che più impressiona Cortesi “è la mancanza di un progetto complessivo di governo del fenomeno delle migrazioni. Solo azioni "contro", nessuna "per". Noi continueremo a mobilitarci per chiedere che il decreto sia ritirato, per ribadire la necessità di rafforzare il diritto d’asilo in Italia e per sostenere i percorsi di inclusione sociale garantiti dalla rete d’accoglienza Sprar che favoriscono una buona inclusione riconosciuta anche a livello internazionale”.