25-05-2020 ore 12:35 | Cronaca - Crema
di Andrea Galvani

L’Ospedale da campo lascia Crema. Esempio di competenza, senso del dovere e umanità

L’ospedale da campo lascia Crema. Sobria e baciata dal sole la cerimonia davanti al Maggiore. Il sindaco Stefania Bonaldi s’è detta “felice di smontare l’ospedale”. Rivolta al personale dell’Esercito ha scandito le parole: “la vostra tenacia è stata una barriera solida. Come in tutte le battaglie ci sono caduti e feriti: oggi siamo qui per celebrare una vittoria. Grazie a voi che rimarrete nella storia della nostra comunità e dei cremaschi, che con voi hanno debito di gratitudine che non sarà mai estinto”.

 

Un grande onore

Per il generale di corpo d’armata Giuseppenicola Tota il servizio a Crema è stato “un grande onore”. Un lavoro che ha consentito al personale di dimostrare sul campo le proprie capacità e al tempo stesso “proseguire nella formazione”. Particolarmente sentito il ringraziamento ai cremaschi: “ho visto le mamme, insieme ai figli, venire la mattina a portare la torta ai militari, ho sentito cosa poi loro raccontavano, a fine giornata, alle proprie moglie, ai propri familiari. Sono cose molto importanti”. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha sottolineato “la specificità dell’Esercito italiano, la capacità di rispondere al meglio le esigenze dei vari territori, in Italia e all’estero, esaltandone le peculiarità”. Entrando nel dettaglio della missione cremasca, ha rimarcato la collaborazione tra le istituzioni: “tutte unite nella tutela della comunità, del bene superiore”.

 

Il proprio dovere

Come ricordato dal direttore generale dell’Asst, Germano Pellegata, “l’ospedale Maggiore di Crema ha accolto 350 pazienti Covid-19, 120 dei quali hanno avuto necessità di ventilazione”. L’ospedale da campo – possibile grazie alla sinergia istituzionale - si è rivelato “fondamentale”. Nei suoi occhi e in quelli del personale sanitario della struttura i segni della fatica, della responsabilità e l’orgoglio di aver compiuto fino in fondo il proprio dovere. Molti gli amministratori locali presenti, con la fascia tricolore, alcuni assessori, il presidente del consiglio comunale Gianluca Giossi. Insieme a loro il vescovo Daniele Gianotti, che non ha mai fatto mancare sostegno, conforto pratico e soprattutto presenza. Il cordone di sicurezza è stato formato con la consueta, ferma discrezione, dal personale del commissariato cittadino e dagli agenti della polizia locale. A dovuta distanza alcuni cittadini. Più vicini al podio l’ex ministro Danilo Toninelli e il presidente della Provincia di Cremona, Mirko Signoroni.

 

Un segnale incoraggiante”

“La chiusura dell’ospedale da campo di Crema – ha spiegato il Sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi, con delega alla sanità militare - è un segnale incoraggiante. Da alcuni giorni non si registravano pazienti ricoverati nella struttura sanitaria allestita dall’Esercito lo scorso 25 marzo, in sole 72 ore. Un vero e proprio ospedale dotato di 32 posti letto, tutti con erogatori di ossigeno, 3 posti per terapia intensiva ed una sala radiografica specializzata. Un ringraziamento particolare ai nostri militari, ai medici e agli infermieri cubani della Brigata Henry Reeve per il prezioso supporto sanitario. La Difesa continua a rimanere in prima linea nel contrasto all’espansione del virus, fornendo personale sanitario in supporto agli ospedali civili, strutture specializzate per l’accoglimento dei malati, materiali, uomini e mezzi per il controllo del territorio e la gestione delle emergenze”. Ammainata la bandiera e dopo l’inno di Mameli, il momento dei saluti, gomito a gomito. Con gli occhi lucidi.

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